Granik, Debra - Un gelido inverno

ayla

+Dreamer+ Member
TRAMA:
Ree Dolly ha diciassette anni e, giorno dopo giorno, bada alla madre malata, ai due fratellini e alla proprietà.
Un giorno viene a sapere che il padre ha ipotecato la casa per pagarsi la cauzione ed uscire di prigione. Se suo padre non si presenterà in tribunale resterà, oltre che senza soldi, anche senza casa. Inizia così la ricerca di una figlia disperata e pronta a tutto di un padre scomparso.

Non mi aspettavo un film così bello, crudo e duro allo stesso tempo.
Un film dotato di una grande forza e potenza, privo di retorica o banalità, che riesce a mostrare una delle tante facce dell'America, uno dei suoi lati oscuri, dove regna la violenza, il cinismo e l'indifferenza.
Un film cupo e amaro, una realtà che non può non far gelare il sangue, dove sia nell'ambiente, sia nei volti e negli animi dei personaggi regna il freddo, la desolazione, una storia che sfocia in un finale ancora più drammatico, ma che però una speranza, nonostante tutto, alla fine me l'ha lasciata: risiede nella forza, nella determinazione e nella caparbietà della protagonista che dimostra che, anche in un mondo durissimo, si riesce a sopravvivere, si può sopravvivere, se si lotta. Bisogna provarci almeno.
Ottima fotografia, ottimo il cast e la regia, secondo me è da vedere assolutamente.
 

velmez

Active member
ne ho visto anche io un pezzo l'altra sera... come è finito? alle 22.15 sono uscita...
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
l'ho visto in tv il 21 novembre, come scrissi il giorno seguente in "che film avete visto ...".

Devo dire che in questi film, personalmente, più che la forza di reagire a vicende drammatiche che vedrebbero arrendersi e soccombere molti di noi -mito tipicamente americano- mi colpiscono fortemente proprio le vicende e gli ambienti che quella gente deve affrontare.

Perchè conseguenza non dell'ambiente inteso come natura, ma di comportamenti umani che non perdono occasione di soverchiare e prevaricare il prossimo, senza scrupolo alcuno.

E anche -forse soprattutto- questo rovescio della medaglia, che emerge parimenti con altrettanta evidenza, è l'America.

Prendo tristemente atto, che nel paese auto-elettosi a esempio e modello per il resto del mondo, non ci si fa problemi a gettare i propri simili nella tragedia per proprio tornaconto: tanto la grande forza del popolo americano li metterà in grado di superare qualsiasi avversità ...

Per concludere, non è certo stima nell'America, quello che mi rimane dopo aver visto questo film: si tengano la loro democrazia, grazie.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Film di grande impatto visivo che parla di un'America rurale fatta di faide e di omertà che assurge a simbolo epico di una società trasversale in qualsiasi parte del mondo essa si trovi, dove chi esce dalle regole del gruppo deve pagare, perché il gruppo, la "famiglia", è più importante del singolo individuo. Un'atro punto trasversale a tutte le società rurali è la centralità della figura femminile, è lei quella che si "sbatte" per mantenere l'aspetto affettivo e personale, rispetto al "maschile" che invece fa prevalere la giustizia fredda e asettica. Un film da tragedia greca che riporta all'essenza dell'essere umano i valori e i disvalori. Tutto è girato con estrema freddezza, luci e sguardi lividi, per donare alla fine pochi gesti di tenerezza che riportano ogni personaggio alla sua giusta dimensione, da tragedia greca torniamo al dramma e infine alla commedia.
 
G

giovaneholden

Guest
Un film con un forte impatto che ricorda il cinema degli anni settanta,in particolare lo trovi debitore,come tecnica, a La rabbia giovane di Malick. Una descrizione efficace dell'America rurale,con tutti i suoi difetti,tanti,e pregi,pochi.
 
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