Mitchell, David - Cloud Atlas

Incuriosita dal trailer dell'omonimo film che uscirà a breve al cinema, ho comprato questo libro nell'edizione in inglese, unica disponibile al momento.
Le storie di sei personaggi, uniti da una voglia a forma di cometa sulla pelle che sottintende un legame di reincarnazioni, si dipanano dal 1800 a un prossimo futuro super tecnologico. Ogni storia è raccontata nello stile linguistico proprio dell'epoca e del contesto.

Un notaio americano che sbarca su un'isola del Pacifico a metà dell'800, nel pieno del colonialismo.
Un musicista, figlio diseredato di una famiglia nobile, che si intrufola ruffiano nella vita di un compositore belga e di sua moglie, a cavallo delle due guerre mondiali.
Una giornalista che indaga a suo rischio e pericolo sull'assassinio di uno scienziato anti-nuclearista.
Un editore inglese in fuga dai creditori che, negli anni '80 si trova suo malgrado prigioniero di una casa di riposo.
Un clone femmina che fugge al suo destino di schiavitù nella Corea in un futuro che ancora dovremo vedere.
Un primitivo abitante della Terra post apocalisse che cerca di scoprire, attraverso la verità sul passato, il suo destino.

Lo consiglio vivamente a chi ha una buona padronanza della lingua inglese. Spero che l'usufrutto della trama da parte di Hollywood porti almeno un editore italiano a convincersi della necessità di una pubblicazione tradotta.
 

risus

New member
L'edizione italiana è sul mercato - Frassinelli -
i lettori poco anglofoni sono accontentati...
:wink::wink::wink:
 

Lark

Member
L'ho letto in italiano, col titolo "L'atlante delle nuvole".
Libro bello, stilisticamente molto particolare.
Mitchell affronta ogni storia con uno stile diverso, una struttura narrativa diversa, un punto di vista e narratore diversi, in un caleidoscopio di trovate molto piacevoli. Inizia con un diario di un notaio americano ottocentesco, la cui prima parte viene rinvenuta dall'autore di una raccolta epistolare dei primi anni '30, elemento di un libro d'azione in terza persona ambientato negli anni '70 letto a sua volta da un vecchio editore dei primi Duemila, che fa della propria esperienza una sceneggiatura. Del film conseguente si innamora Sonmi e lo racconta ad una registrazione, un centinaio d'anni nel futuro, ed a Sonmi si ispirano i protagonisti dell'ultima storia, circa trecento anni nel futuro. Quindi tutti i nodi vengono al pettine, le storie vanno a completarsi in ordine inverso, tornando infine nell'Ottocento.
Una trama così sintetica (volutamente evasiva, non voglio rovinare la sorpresa a chi non l'avesse letto) non da l'idea dell'ottima qualità dell'opera. Il filo conduttore del libro è l'umanità in quanto tale, in un'analisi originale anche se non rivoluzionaria. La lettura è scorrevole e piacevole, i fatti coinvolgenti, l'impegno creativo palpabile. Il genere è vicino al fantascientifico (in mancanza di definizione migliore, ma ha poco e nulla dei classici alla Asimov). Consiglio la lettura, 4.5/5.
 

Tanny

Well-known member
Ero andato al cinema a vedere il film, ma dato che quella cosa era solo un pretesto per stare assieme ad una ragazza, al posto di guardare la riproduzione avevo in testa altre cose, in sostanza non ci avevo capito un tubo; al posto di riguardare il film come la maggior parte delle persone normali (cosa che comunque farò) a distanza di anni sono andato a cercarmi il libro.
La vicenda è narrata in un modo molto particolare, sono sei storie che si svolgono in epoche totalmente differenti, si inizia a metà dell'800 per giungere in uno scenario futuro post-apocalittico, le prime cinque storie si interrompono tutte a metà della vicenda per lasciar spazio a quelle successive, l'unica che inizia e si conclude in un unico capitolo è quella relativa ad un primitivo abitante di una terra post-apocalisse, conclusa quella vicenda ricominciano la altre cinque storie procedendo in senso inverso rispetto al tempo.
La lettura è molto scorrevole, ma sinceramente i miei sentimenti per questo libro sono contrastanti, la vicenda del clone Sonmi mi è piaciuta moltissimo ed è stata molto avvincente, pure quella del primitivo mi è piaciuta molto, le storie della giornalista e del notaio nell'800 le definirei accettabili, mentre quelle del musicista e dell'editore sinceramente non mi sono piaciute ed ho fatto molta fatica a leggerle.

Dal mio punto di vista è un libro che si merita la sufficienza ma nulla più
Voto 3/5
 
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