@Grantenca: ciao, dovresti inserire anche un po' di trama del film, così da dare la possibilità a chi ti legge di capire di che film si tratta
metto i miei commenti tratto dal cineforum
"Uno dei film più belli che abbia mai visto, forse uno dei migliori di tutti i tempi, perfetto ed equilibrato in ogni sua parte.
Gli attori sono tutti bravissimi e indimenticabili, sopra di tutti Jack Nicholson è veramente di una bravura straordinaria, nel disegnare un personaggio libero e trasgressivo. Louise Fletcher rende l'infermiera capo simbolo dell'istituzione manicomiale, con la sua violenza e la sua ipocrisia. Perfette le caratterizzazione dei "pazzi" fino ad arrivare a virtuosismi attoriali, difficilmente ripetibili.
La denuncia dell'istituzione manicomiale come luogo di repressione e di violenza mantiene per tutto il film, accenti di indignazione e di sincerità senza mai scadere nell'ovvio o nell'eccesso.
Quello che viene negato ai malati di mente è di avere una propria individualità, propri desideri e necessità, di essere persone e di sognare.
Ed è proprio la realizzazione del sogno a sgretolare impercettibilmente ma definitivamente l'idea di manicomio come luogo di annullamento della volotà dell'individuo.
Il film riesce ad essere sempre chiaro, nei suoi intenti e nello svolgimento della storia.
Un capolavoro, che mantiene intatta la sua carica, sia visiva che di contenuto, la stessa che aveva nel 1975, quando è uscito nelle sale.
5 su 5
"
spoiler
"Il fatto che il film non sia "invecchiato" conferma la tesi stessa del film e la realtà di certe istituzioni "totalizzanti". Il manicomio è un non luogo dove non c'è un tempo, ma dove tutto è scandito dalle regole interne dell'istituto stesso, gli orari ad esempio non sono modificabili dagli avvenimenti esterni, nel film la partita di campionato non può essere vista perchè è impossibile "spostare" la seduta terapeutica. Le persone quindi vivono in un "non tempo" diverso da quello esterno all'istituzione, è un luogo che potrebbe esserci dappertutto e potrebbe esistere adesso così come 34 anni fa, con le stesse regole immutate."
spoiler
"a me di questo film ha colpito moltissimo anche il contenuto "politico" e culturale di approccio al disturbo mentale.
Paradigmatico della violenza istituzionalizzata del manicomio è il momento in cui l'infermiera parla con il ragazzo che ha avuto il suo primo rapporto sessuale con una delle ragazze nella notte di festa, quando lui quasi non balbettava più e si sentiva finalmente uomo, la caposala gli ricorda cosa dirà la madre appena lo verrà a sapere ed il ragazzo regredisce di nuovo, tornando a balbettare vistosamente e a ricadere nella patologia.
Emblematico poi il modo in cui sono descritte le infermiere, fredde, ciniche, distaccate mentre le due prostitute sono dolci, accoglienti, spontanee, il giudizio sociale si ribalta, chi dovrebbe fare il bene dei pazienti è invece quella che perpetua la malattia."