ayla
+Dreamer+ Member
TRAMA:
Pasolini sceglie nove novelle del Boccaccio e le rappresenta fedelmente: c'è la storia di Andreuccio; la scoperta del piacere dentro un monastero di monache; la novella della giara; Ciappelletto che si prende gioco di un prete sul letto di morte; l'ispirazione dell'allievo di Giotto; l'avventura romantica sul balcone scoperta, ahimè, dai genitori della ragazza; la drammatica storia di Lisabetta che conserva la testa del suo amante, assassinato, sotto una pianta di basilico; il tentativo ingegnoso di un uomo di sedurre la moglie di un amico; la storia curiosa del patto tra due amici per scoprire cosa c'è dopo la morte.
Questo film del '71 è il primo della trilogia della vita di Pasolini, seguito poi da I racconti di Canterbury e da Il fiore delle Mille e una notte.
Che dire? E' stato il mio primo approccio con Pasolini e credo di essere rimasta delusa, non sono proprio riusciuta a cogliere il genio. Ha sicuramente il pregio di aver riletto a modo suo il Decameron, trapiantandolo presso Napoli e dintorni dalla vecchia Firenze e di aver mantenuto lo stesso spirito allegro, goliardico e scanzonato dell'opera letteraria, realizzando un inno alla vita in tutte le sue forme, in tutti i suoi pregi e difetti, l'uomo è così, amiamolo e basta.
Nonostante ciò, non so ben spiegare il perché, non mi ha conquistata fino in fondo, forse perché mi ha divertita poco, forse perché ogni tanto qualche frase, ma anche qualche dialogo, me la sono persa per strada, forse perché gli attori sono non professionisti e si vede, forse perché mi aspettavo altro. Non saprei, però, la frase finale che chiude il film mi è rimasta impressa, bellissima: Perché realizzare un'opera, quando è così bello sognarla soltanto?
Pasolini sceglie nove novelle del Boccaccio e le rappresenta fedelmente: c'è la storia di Andreuccio; la scoperta del piacere dentro un monastero di monache; la novella della giara; Ciappelletto che si prende gioco di un prete sul letto di morte; l'ispirazione dell'allievo di Giotto; l'avventura romantica sul balcone scoperta, ahimè, dai genitori della ragazza; la drammatica storia di Lisabetta che conserva la testa del suo amante, assassinato, sotto una pianta di basilico; il tentativo ingegnoso di un uomo di sedurre la moglie di un amico; la storia curiosa del patto tra due amici per scoprire cosa c'è dopo la morte.
Questo film del '71 è il primo della trilogia della vita di Pasolini, seguito poi da I racconti di Canterbury e da Il fiore delle Mille e una notte.
Che dire? E' stato il mio primo approccio con Pasolini e credo di essere rimasta delusa, non sono proprio riusciuta a cogliere il genio. Ha sicuramente il pregio di aver riletto a modo suo il Decameron, trapiantandolo presso Napoli e dintorni dalla vecchia Firenze e di aver mantenuto lo stesso spirito allegro, goliardico e scanzonato dell'opera letteraria, realizzando un inno alla vita in tutte le sue forme, in tutti i suoi pregi e difetti, l'uomo è così, amiamolo e basta.
Nonostante ciò, non so ben spiegare il perché, non mi ha conquistata fino in fondo, forse perché mi ha divertita poco, forse perché ogni tanto qualche frase, ma anche qualche dialogo, me la sono persa per strada, forse perché gli attori sono non professionisti e si vede, forse perché mi aspettavo altro. Non saprei, però, la frase finale che chiude il film mi è rimasta impressa, bellissima: Perché realizzare un'opera, quando è così bello sognarla soltanto?