L'ultima amica e la fine di sè

Dallolio

New member
Forse la morte è l'ultima amica... amica a cui non bisognerebbe fare fretta, anche se comunque non si affretterà certo per noi... è l'unica garanzia che abbiamo, l'unico grande limite che ci fa riflettere su tutto il resto.
Morte insegnaci quanto tutto è vano e quanto ciò che stiamo vivendo non sia che un mondo di spettri che ci intrattiene prima di arrivare al nulla senza rumori...
 

Meri

Viôt di viodi
Per il nuovo anno propongo di regalare a Dallolio un'iniezione di buon umore :HIPP
 

Mofos 4ever

New member
Forse la morte è l'ultima amica... amica a cui non bisognerebbe fare fretta, anche se comunque non si affretterà certo per noi... è l'unica garanzia che abbiamo, l'unico grande limite che ci fa riflettere su tutto il resto.
Morte insegnaci quanto tutto è vano e quanto ciò che stiamo vivendo non sia che un mondo di spettri che ci intrattiene prima di arrivare al nulla senza rumori...

Non so se la morte sia veramente una garanzia, intendo che la vita potrebbe anche continuare(mi pare che ci sia una discussione riguardante ciò).
Comunque credo che sia anche soggettivo, per alcuni può essere triste ed indesiderata e per altri il contrario(nel limite).
Dipende anche dal modo in cui si vive, con chi, in che ambiente, da ciò che si può pretendere dalla vita e ciò che ci si aspetta, dal carattere di ogni persona.
Forse è un'amica nel senso che l'unica certezza che abbiamo è di morire, ma soltanto la morte del "corpo".
 

Nerst

enjoy member
Sono d' accordo con Dallolio, il pensiero della morte è l' unica cosa che, personalmente, mi sprona a fare le cose e a non rinunciare ai progetti di vita. Penso spesso che potrei essere fermata dalla morte da un momento all' altro, ma tuttavia questo pensiero non mi angoscia, al contrario l' ho reso mio.
Parlo così anche pechè dopo la lettura di Saramago: le intermittenze della morte, non posso fare a meno di pensare ad essa come la donna curiosa del libro, che si interroga sulla vita degli uomini, che si innamora di uno di loro e che quando bussa alla tua porta un pò ne è pure dispiaciuta.

Potrebbe sembrare un contraddittorio, ma se sono una persona solare, sincera e disponibile è anche perchè penso alla morte molto spesso, forse le persone dovrebbero farlo più spesso.
 
Ultima modifica:

Yamanaka

Space's Skeleton
E' molto bello quest'ultimo post e posso dire di essere d'accordo al 100%.
Ho sempre avuto un'enorme fascinazione per il macabro, l'orrorifico e compagnia così come per i grandi pensatori annientantori e pessimisti, ma proprio perchè di fondo ho una grande fiducia nelle possibilità realizzative della vita e dell'essere umano.

Mi piace vedere il pensiero sulla negatività come un potente martello, in grado di distruggere molte illusioni ma anche di tirare sonori colpi sulle dita di chi lo brandisce :D.
Si sta un attimo a fare del mezzo un fine e di uno strumento un assoluto.

PS Le intermittenze della morte l'ho letto anche io di recente, grazie a una ragazza a me molto cara che me l'ha consigliato, e l'ho trovato delizioso nel suo registro allo stesso tempo cinico-materialista (la società degli uomini che nemmeno di fronte all'assurdo riesce a interrogarsi sulle grandi questioni e distogliere lo sguardo dai propri piccoli giochi di potere) e surreale-umano (tutta la parte finale dove la morte si confronta con la sua vittima mancata).
 

Mofos 4ever

New member
E' molto bello quest'ultimo post e posso dire di essere d'accordo al 100%.
Ho sempre avuto un'enorme fascinazione per il macabro, l'orrorifico e compagnia così come per i grandi pensatori annientantori e pessimisti, ma proprio perchè di fondo ho una grande fiducia nelle possibilità realizzative della vita e dell'essere umano.

Mi piace vedere il pensiero sulla negatività come un potente martello, in grado di distruggere molte illusioni ma anche di tirare sonori colpi sulle dita di chi lo brandisce :D.
Si sta un attimo a fare del mezzo un fine e di uno strumento un assoluto.

Vorrei "dire", riguardo alle pareole evidenziate, che non so se distruggere molte illusioni sia positivo o meno.Illusione credo si possano intendere in due modi: le illusioni che permettono di "fuggire dalla realtà" e le illusioni che fanno parte della vita di tutti i giorni. Per quanto riguarda le prime, credo che credo non possano essere considerato completamente in modo negativo(parlando in generale), poichè esse portano a fuggire dalla realtà, spesso crudele o triste, creando una specie di "mondo alternativo" e personale. Non intendo che si debba vivere di illusioni ma soltanto che esse possono permettere, in un certo senso, di vivere almeno un po' più serenamente.
Nel secondo caso si intendo le aspettative, sia grandi che piccole, che possono riguardare il lavoro,la scuola, ec. ec. In quei casi penso sia meglio imparare a non illudersi(ad esempio dell'uomo in generale).
Non so se mi sono spiegata e non so se qualcuno condividerà, ma ci ho provato ugualmente:wink:

Volevo anche aggiungere che, se troviamo una certa "luce", una certezza, una meta certa, un qualche cosa che infondo non è triste, sarà forse dovuto al fatto che la vita non ci soddisfa abbastanza? Oppure vogliamo un qualche cosa di sicuro? Oppure è un "limite" entro cui dobbiamo/dovremmo riuscire a "realizzaarci!"?
 

Yamanaka

Space's Skeleton
E' un discorso molto interessante.
Personalmente per me le illusioni sono proprio...le illusioni, cioè le menzogne a cui più o meno coscientemente si crede per proteggersi da qualcosa o per schivare qualche punto dolente. E su questo sono proprio filosofo al 100%, cioè penso che tutte queste illusioni vadano esaminate e smontate dentro di sè. Ovviamente è un lavoro interiore e personale, non un processo che può essere forzato dall'esterno...anzi, se c'è troppa pressione esteriore senza che ci sia un desiderio genuino alla base si rischia solo di fare danni.

Altra cosa sono i sogni e le aspirazioni, anche impossibili: se le illusioni sono una fuga, i sogni e le aspirazioni sono invece, per me, una forte tensione verso la vita, e questo vale anche per i sogni e aspirazioni impossibili.
Da buon romantico credo che cercare di seguire le proprie aspirazioni più profonde, cercare di tendere all'alto e anche, se si sente quella spinta, all'impossibile possa davvero essere la molla per vivere una vita piena e ricca, una vita sotto il segno del bello e non solo dell'utile e del calcolo.

Il confine fra sogno / desiderio ed illusione però a volte può essere davvero molto sottile, a volte anzi un sogno può diventare un'illusione e un'illusione un sogno. Molto dipende, secondo me, dalla disposizione interiore che si assume più che ciò che si desidera in sè...è un campo minato dove è facile inciampare, ma che vale la pena frequentare. E per evitare d'inciampare più del dovuto, una buona dose di disillusione non può che fare bene, sempre a mio parere. :)
 

Dallolio

New member
Non so se la morte sia veramente una garanzia, intendo che la vita potrebbe anche continuare(mi pare che ci sia una discussione riguardante ciò).
Comunque credo che sia anche soggettivo, per alcuni può essere triste ed indesiderata e per altri il contrario(nel limite).
Dipende anche dal modo in cui si vive, con chi, in che ambiente, da ciò che si può pretendere dalla vita e ciò che ci si aspetta, dal carattere di ogni persona.
Forse è un'amica nel senso che l'unica certezza che abbiamo è di morire, ma soltanto la morte del "corpo".

Già infatti ne parlammo un mese fa, tuttavia non sono convinto che noi non abbiamo l'assoluta certezza della morte anche dello spirito... riassumendo:
1) Prima della nascita non c'era nulla, abbiamo imparato tutto dopo la nascita, a poco a poco, eravano una tabula rasa, una mancanza assoluta di conoscenze
2) Nulla in questa vita ci suggerisce che possa esistere la menta anche dopo alla fine del corpo

Da questi due fattori io concludo che ci attende solo il niente, il terribile niente, che però a volte sembra una prospettiva meno terribile...
 

Mofos 4ever

New member
Già infatti ne parlammo un mese fa, tuttavia non sono convinto che noi non abbiamo l'assoluta certezza della morte anche dello spirito... riassumendo:
1) Prima della nascita non c'era nulla, abbiamo imparato tutto dopo la nascita, a poco a poco, eravano una tabula rasa, una mancanza assoluta di conoscenze
2) Nulla in questa vita ci suggerisce che possa esistere la menta anche dopo alla fine del corpo

Da questi due fattori io concludo che ci attende solo il niente, il terribile niente, che però a volte sembra una prospettiva meno terribile...

E' vero, non abbiamo nulla che ci suggerisce della continuazione della vita, ma nemmeno nulla che ci suggerisca il contrrario, quindi possono esserci pari possibilità.Appunto per questo credo che non si possa avere la piena certezza che la morte sia la fine di ogni cosa.


Riguardo alle illusioni sono quasi totalmente d'accordo con Yamanaka.
Quando parlavo di aspirazioni e sogni non intendevo dire che fossero "negative", perchè comunque, come hai detto, possono dare anche voglia di vivere, però penso che l'eccessivo sognare, dopo un poo' di tempo, non giovi moltissimo poichè maggiori potranno essere le delusioni.
Credo che però sia quasi impossibile riuscirsi.
 

Miian

New member
Credo che nessuno possa sapere con certezza cosa c'è dopo la morte, e appunto per questo la morte stessa diventa il nostro 'limite' e l'unica cosa certa nella vita.
Io credo che il pensiero della morte possa essere uno sprone per vivere a pieno la propria vita, per cercare di lasciare un buon ricordo di noi stessi ai nostri cari, affinchè la morte non sia solo la fine di tutto perchè in un certo senso si continua a vivere attraverso il ricordo... Questo secondo me può essere un ottimo modo di convivere con questo pensiero.
D'altro canto se tutti la vivessero così non saremmo ciò che siamo...
Molte persone, e anche io in particolari momenti, rifiutano il pensiero della morte, semplicemente non ci pensano, forse perchè averlo come chiodo fisso non è piacevole... Ecco perchè poi si ritrovano vecchi e pieni di rimpianti, perchè non hanno pensato che il loro tempo era limitato (io spero che non accada a me). Mi viene in mente quel bellissimo film con Morgan Freeman in cui i due protagonisti decidono di reallizzare tutti i lorod esideri nel poco tempo che gli resta da vivere.

Una cosa che proprio non riesco ad affrontare è la morte dei miei cari, ogni volta che ci penso mi prende una sorta di disperazione, ho più paura per loro che per me stessa...
 
Sono d' accordo con Dallolio, il pensiero della morte è l' unica cosa che, personalmente, mi sprona a fare le cose e a non rinunciare ai progetti di vita. Penso spesso che potrei essere fermata dalla morte da un momento all' altro, ma tuttavia questo pensiero non mi angoscia, al contrario l' ho reso mio.

Sono d'accordo anche io, per questo ho reso mio il pensiero: "È meglio bruciare che spegnersi lentamente"..voglio prendere tutto il succo della vita fino all'ultimo momento di vita! ...Eh, gia': carpe diem! TUNZZZ
 

Yamanaka

Space's Skeleton
Già infatti ne parlammo un mese fa, tuttavia non sono convinto che noi non abbiamo l'assoluta certezza della morte anche dello spirito... riassumendo:
1) Prima della nascita non c'era nulla, abbiamo imparato tutto dopo la nascita, a poco a poco, eravano una tabula rasa, una mancanza assoluta di conoscenze
2) Nulla in questa vita ci suggerisce che possa esistere la menta anche dopo alla fine del corpo

Da questi due fattori io concludo che ci attende solo il niente, il terribile niente, che però a volte sembra una prospettiva meno terribile...

Se ne era parlato anche tempo fa...io ripeto in soldoni quanto avevo già detto.
Prima non è che ci sia il nulla inteso come un nulla ontologico, o meglio c'è nel momento in cui lo concettualizzi. Ma davanti a una prospettiva davvero onesta anche l'idea di nulla diventa...nulla di fronte all'assoluto.
Non possiamo affermare nulla in merito, se non osservare il gioco di creazione e distruzione continuo e da lì cercare di trarre delle conclusioni.
Inoltre, non è vero che alla nascita siamo una tabula rasa.
Un bambino non nasce vuoto, nasce da una famiglia, quindi da un rapporto fra due persone, dalle quali ha assorbito varie caratteristiche, tanto fisiche quanto psicologiche.
Ovviamente questo non presuppone un determinismo stretto, anzi...la radice della libertà sta nel "come" più che nel "cosa", per cui da quella base possono sorgere un'infinità di possibilità diverse. Ma la base esiste.

Per il punto due, oltre a non essere vero di per sè (ci sono un sacco di dubbi, posizioni aperte, anche esperienze, estreme e non, che possono suggerire una continuità), vale quanto già detto, cioè l'impossibilità di affermare qualcosa di davvero certo sulle basi razionalistiche su cui fai sorreggere il tuo discorso. Non a caso i grandi nichilisti basano la loro idea di annientamento sul lato qualitativo-esistenziale e non su quello della semplice apparizione e scomparsa dei fenomeni del mondo...
 

Apart

New member
Ma non solo, se fossimo una tabula rasa non si spiegherebbe perchè un bambino è in grado di apprendere tutte quelle cose di cui non conosciamo i meccanismi di apprendimento. Sappiamo che le apprende, ma non sappiamo come. Una tabula rasa va riempita, un bambino è capace di interiorizzare anche i non insegnamenti, e gli stessi insegnamenti facendone un uso proprio, creativo. Questo esempio potrebbe valere come esempio più generale per spiegare anche un ipotetica creazione.
 
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