Bertola, Stefania - Romanzo rosa

Spilla

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Una bibliotecaria torinese ed altre 14 persone si iscrivono ad un corso il cui scopo è insegnare a scrivere un romanzo rosa. In questa cornice narrativa l'autrice inserisce le esilaranti indicazioni, di fatto un'ironica analisi delle parti che compongono un libro tipo "Harmony", fornite dall'insegnante. Le assurde idee nate dalla fantasia dei corsisti, intrecciate con le loro vicende interpersonali, fanno da contorno alle esercitazioni "letterarie" della protagonista.

Interessante l'intreccio dei piani narrativi. Forse non è un capolavoro, ma si sicuro una lettura divertente.
Voto: 3/4
 

Jessamine

Well-known member
Io non sono una persona molto ironica: mi annoio facilmente, quando qualcuno cerca insistentemente di farmi ridere.
E questo romanzo mi è sembrato un lungo, disperato tentativo di scuotermi e dirmi “ehi, io sono divertente! Ridi! Guarda che battuta arguta ho appena fatto!”.
L'idea, in realtà, ha un che di geniale, e per un paio di capitoli ha anche funzionato bene: mescolare in un solo libro le avventure di una classe di aspiranti scrittori, le dispense con i consigli per scrivere un Melody (un Harmony, per intenderci) e il Melody in questione.
Peccato che la voce narrante sia fiacca, un piccolo stereotipo che insiste sui tratti sbagliati dello stereotipo (una bibliotecaria di quasi sessant'anni che veste di beige, vive con due gatti e mangia minestrone surgelato...). Olimpia vorrebbe essere una voce acuta e brillante, che riesce a smascherare le piccole meschinità di chi la circonda, e invece finisce per essere una voce piatta, noiosa e alla lunga anche un po' irritante.
La cornice, la trama che dovrebbe dare unità al romanzo, è debolissima: i personaggi sono delle macchiette noiose, ancor più piatte dei protagonisti dei loro romanzi rosa, e sono talmente poco presenti che, quando finalmente arriva la risoluzione anche per le loro vicende, al lettore non frega già più niente di sapere qualche cosa di loro.
Le dispense con i consigli sui Melody sono anche divertenti, e si prendono gioco in maniera buffa degli stereotipi e delle debolezze di certi romanzi usa e getta, ma sono francamente troppo lunghe: dopo un po', abbiamo capito qual è il giochetto, e il divertimento svanisce.
Infine, il Melody: c'è un romanzo nel romanzo, un romanzo che dovrebbe essere una grottesca e divertente caricatura del Melody-Harmony, ma il problema è che c'è veramente poco scarto fra la voce narrante del finto romanzo e del romanzo in generale. E questo è un grosso problema, oltre che un grosso peccato.
Davvero, è un peccato: l'idea di fondo era molto accattivante, ma il risultato finale mi ha annoiata e delusa.
 
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