Batella, Fausto - Le traiettorie della palla lunga un piede

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Amelia Member
Le traiettorie sono quelle che hanno percorso molti italiani verso gli Stati Uniti, come emigranti, a partire dal primo decennio del secolo scorso; la palla lunga un piede è quella ovale, da football. Fausto Batella, direttore e collaboratore di diversi periodici di finanza ed economia, ha scritto una serie di libri sui nostri emigranti e lo sport americano. In questo suo nuovo "Le traiettorie di una palla lunga un piede" (editore Campi di carta, 11,90 euro brossura e 4,90 euro e-book) trovano posto le storie di 13 uomini che, dagli anni dieci agli anni ottanta del Novecento, si sono trapiantati in un altro paese, gli Usa, cogliendo anche l'opportunità di distinguersi nello sport arrivando a giocare nella National Football League (NFL), la più importante lega professionistica di football americano del mondo. Nomi come Raffaello "Ralph" D. Vince da Vinci, Giovanni "John" "Jack" Bonadies, Rocco "Rocky Segrito" Segretta, Giuseppe "Joe" Savoldi possono dire poco o nulla ai più, ma hanno contribuito a fare la storia del football di inizio novecento, a gettare le basi dello sport che oggi appassiona milioni di persone nel mondo. Enio "Ed" Conti è il primo che inanella una carriera importante: nato nel 1913 a Napoli, arriva a New York nel 1921, pronto per nove anni di carriera sportiva (di cui ben cinque nella NFL), diventando un pilastro delle squadre in cui gioca (Philadelphia Eagles, per citarne una). Il secondo dopoguerra è ricco di novità significative per il football: l'inserimento di giocatori afroamericani, la gestione della pubblicità e del merchandising, l'opportunità di usare un media d'impatto come la tv. Si delineano i tratti dello sport che è ora e che ha visto giocare, in anni più recenti, Sandro Vitiello da Frosinone (nel 1984 firma un contratto di ben 46 milioni di dollari con i Los Angeles Express di cui si parla anche nella Gazzetta dello Sport) e Massimo Manca, sardo di Sassari, classe 1964, che ha giocato con i Cincinnati Bengals e che si è distinto anche per aver studiato psicologia dello sport, per ottenere una migliore concentrazione in campo. Italiani che hanno dimostrato di avere una marcia in più. Sarà che chi ha conosciuto l'emigrazione sa cosa siano il sacrificio, la passione, la dedizione?
 
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