Denni
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3 agosto 2010. Tornata a casa dopo il funerale del padre, Lison si vede consegnare un pacco, un regalo post mortem del defunto genitore: è un curioso diario del corpo che lui ha tenuto dall'età di dodici anni fino agli ultimi giorni della sua vita. Al centro di queste pagine regna, con tutta la sua fisicità, il corpo dello scrittore attraverso i sensi: la voce stridula della madre anaffettiva, l'odore dell'amata tata Violette, il sapore del caffè di cicoria degli anni di guerra, il profumo asprigno della merenda povera a base di pane e mosto d'uva. Giorno dopo giorno, con poche righe asciutte o ampie frasi a coprire svariate pagine, il narratore ci racconta un viaggio straordinario,il viaggio di una vita,con tutte le sue strepitose scoperte, con le sue grandezze e le sue miserie: orgasmi potenti come eruzioni vulcaniche e dolori brucianti, muscoli felici per una lunga camminata attraverso Parigi e denti che fanno male, evacuazioni difficili e meravigliose avventure del sonno. Con la curiosità e la tenerezza del suo sguardo attento, con l'amore pudico con cui sempre osserva gli uomini, Pennac trova qui le parole giuste per raccontare la sua storia che ci fa davvero tutti uguali: grandiose e vulnerabili creature umane.
Questo è l'ultimo gioiellino del mio caro amico Pennac, che come al solito scrive ciò che vorrei venisse scritto. Lo consiglio veramente, è delicatezza, sincerità, umanità e piacere...insomma una meraviglia.
Ah, ho recuperato anche un'intervista allo scrittore, fatta per Soul Food :
Non è un diario intimo, come si chiamano in francese i diari (Journal intime) qui l’intimità è altra cosa..
Si il mio protagonista è ostile all’idea di scrivere un diario, come qualcosa di aleatorio scritto in preda alle emozioni e invece il mio protagosnita vuole essere molto preciso. È stata la voglia di raccontare non i sentimenti o l’anima di un personaggio, ma una vita attraverso la tensione che un uomo ha nei confrontoi proprio del suo corpo ed è appassionante per me perché il soggetto è anche l’oggetto della scrittura. Molto pratico, perché io sono l’oggetto e l’oggetto.
arte, pornografia, medicina, il corpo è ovunque, cosa c’era di dire ancora, sul corpo?
Si ma visibile, non ascoltato. Guardi la medicina, quasi non tocca più i corpi, si fanno analilsi, laboratori, chirurgie, ma ascoltarlo realmente, non molto…io invece ho trovato interessante ascoltarlo e parlare della relazione tra mente e corpo, come accadeva nel protagonista, ascoltando anche il mio. Di tutti i temi del corpo nella società contemporanea dicui parla, non mi sono interessato, non ho voluto farli entrare nel libro, per questo non ho letto nulla. Vero è che la società ci dà un’immagine consumistica del corpo e invece io volevo concentrarmi sulla mente e sul corpo, sul loro rapporto, senza toccare temi sociali.
Avremmo bisogno per contrastare questo aspetto consumistico di dare maggiore visibilità anche al corpo del malato e anche del corpo dell’altro che muore?
Non so, forse anche su questo c’è un eccesso di drammatizzazione e io sono un militante della sdrammatizzazione..in realtà ho scritto il libro rispetto alla mia percezione personale e non so come poter dare indicazioni generali per quel che riguarda le abitudini, le modalità sociali di intendere il corpo.
Quindi è percettivamente autobiografico?
Si è un libro autobiografico, ma anche obiettivo perché ho descritto ciò che vedo oltre che ciò che ho sentito sia uomini che donne a proposito del raporto vero e oggettivo con il loro corpo.
E cosa ha scoperto di sé?
Non ho scoperto qualcosa di nuovo, ma un’attitudine all’osservazione, una pazienza verso me stesso. Non pensavo sarei stato in grado di osservare con tanta pazienza
però lei è maschio,Ha pensato anche alle donne scrivendo?
Si. la domanda me la sono fatta., così come il protagonista che all’ età di 51 anni lo scrive nel suo diario, pensando allì eventuale pubblicazione, Diciamo che conta l’esempio e come lui anche io avrei voglia di leggerlo, un diario del corpo femminile. Aspetto chi scriverà lo stesso libro mio, al femminile.
Perché c’è tanta repulsione nel descrivere la fisiologia segreta di un corpo?
Perché si ritiene sia un argomento ripugnante, mentre invece si tratta solo di materia, alla lettera, oggettivamente. Nell’educazione ci insegnano così, le secrezioni sono ripugnanti. Ma è una convenzione.la vera rivoluzione è quella delle puzze e e delle secrezioni, che andrebbero accettate come oggettive, non come qualcosa da rifiutare.
a proposito di rivoluzioni, il suo protagonista annota nel maggio del 1968 ” la piazza sta diventando il diario del corpo”.
Tutta l’attenzione al corpo, anche se oggi è commercializzato, alla “cura del sé” come diceva Foucault, non è figlia del ‘68?
non sono d’accordo, nel ‘68 il corpo ha cessato di essere un oggetto di consumo, per quello il mio protagonista scrive quella frase. La piazza faceva come lui. E’ stato considerato come qualcosa di indipendente rispetto all’immagine del corpo, ma è durato poco.
non solo la commercializzzione estetica. Anche la salute è commercio, i farmaci modificano il corpo e la sua fisiologia, da quelli che cancellano il raffreddore a quelli che danno la virilità a chi non l’ha più…
Si ma questo è sempre accaduto, la farmacia ha sempre modificato il corpo, forse ora è accentuato, spesso le medicine però non sono efficaci in sé ma più che altro l’effetto è quello placebo, ovvero è la mente che agisce sul corpo e quindi torniamo a questo legame che come ho detto è il vero centro del mio interesse per questo libro.
Questo è l'ultimo gioiellino del mio caro amico Pennac, che come al solito scrive ciò che vorrei venisse scritto. Lo consiglio veramente, è delicatezza, sincerità, umanità e piacere...insomma una meraviglia.
Ah, ho recuperato anche un'intervista allo scrittore, fatta per Soul Food :
Non è un diario intimo, come si chiamano in francese i diari (Journal intime) qui l’intimità è altra cosa..
Si il mio protagonista è ostile all’idea di scrivere un diario, come qualcosa di aleatorio scritto in preda alle emozioni e invece il mio protagosnita vuole essere molto preciso. È stata la voglia di raccontare non i sentimenti o l’anima di un personaggio, ma una vita attraverso la tensione che un uomo ha nei confrontoi proprio del suo corpo ed è appassionante per me perché il soggetto è anche l’oggetto della scrittura. Molto pratico, perché io sono l’oggetto e l’oggetto.
arte, pornografia, medicina, il corpo è ovunque, cosa c’era di dire ancora, sul corpo?
Si ma visibile, non ascoltato. Guardi la medicina, quasi non tocca più i corpi, si fanno analilsi, laboratori, chirurgie, ma ascoltarlo realmente, non molto…io invece ho trovato interessante ascoltarlo e parlare della relazione tra mente e corpo, come accadeva nel protagonista, ascoltando anche il mio. Di tutti i temi del corpo nella società contemporanea dicui parla, non mi sono interessato, non ho voluto farli entrare nel libro, per questo non ho letto nulla. Vero è che la società ci dà un’immagine consumistica del corpo e invece io volevo concentrarmi sulla mente e sul corpo, sul loro rapporto, senza toccare temi sociali.
Avremmo bisogno per contrastare questo aspetto consumistico di dare maggiore visibilità anche al corpo del malato e anche del corpo dell’altro che muore?
Non so, forse anche su questo c’è un eccesso di drammatizzazione e io sono un militante della sdrammatizzazione..in realtà ho scritto il libro rispetto alla mia percezione personale e non so come poter dare indicazioni generali per quel che riguarda le abitudini, le modalità sociali di intendere il corpo.
Quindi è percettivamente autobiografico?
Si è un libro autobiografico, ma anche obiettivo perché ho descritto ciò che vedo oltre che ciò che ho sentito sia uomini che donne a proposito del raporto vero e oggettivo con il loro corpo.
E cosa ha scoperto di sé?
Non ho scoperto qualcosa di nuovo, ma un’attitudine all’osservazione, una pazienza verso me stesso. Non pensavo sarei stato in grado di osservare con tanta pazienza
però lei è maschio,Ha pensato anche alle donne scrivendo?
Si. la domanda me la sono fatta., così come il protagonista che all’ età di 51 anni lo scrive nel suo diario, pensando allì eventuale pubblicazione, Diciamo che conta l’esempio e come lui anche io avrei voglia di leggerlo, un diario del corpo femminile. Aspetto chi scriverà lo stesso libro mio, al femminile.
Perché c’è tanta repulsione nel descrivere la fisiologia segreta di un corpo?
Perché si ritiene sia un argomento ripugnante, mentre invece si tratta solo di materia, alla lettera, oggettivamente. Nell’educazione ci insegnano così, le secrezioni sono ripugnanti. Ma è una convenzione.la vera rivoluzione è quella delle puzze e e delle secrezioni, che andrebbero accettate come oggettive, non come qualcosa da rifiutare.
a proposito di rivoluzioni, il suo protagonista annota nel maggio del 1968 ” la piazza sta diventando il diario del corpo”.
Tutta l’attenzione al corpo, anche se oggi è commercializzato, alla “cura del sé” come diceva Foucault, non è figlia del ‘68?
non sono d’accordo, nel ‘68 il corpo ha cessato di essere un oggetto di consumo, per quello il mio protagonista scrive quella frase. La piazza faceva come lui. E’ stato considerato come qualcosa di indipendente rispetto all’immagine del corpo, ma è durato poco.
non solo la commercializzzione estetica. Anche la salute è commercio, i farmaci modificano il corpo e la sua fisiologia, da quelli che cancellano il raffreddore a quelli che danno la virilità a chi non l’ha più…
Si ma questo è sempre accaduto, la farmacia ha sempre modificato il corpo, forse ora è accentuato, spesso le medicine però non sono efficaci in sé ma più che altro l’effetto è quello placebo, ovvero è la mente che agisce sul corpo e quindi torniamo a questo legame che come ho detto è il vero centro del mio interesse per questo libro.