Shengelaya, Eldar - Le montagne blu

femina sapiens

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Ho visto il film con i sottotitoli. Dopo alcune scene ho capito che si trattava di una satira del comunismo. Ho trovato nelle battute la sottile ironia di Gogol e di Cechov. Bellissima la metafora del quadro che raffigura i ghiacci della Groenlandia e che incombe minaccioso sulla testa di Vassò. A nulla valgono le sue proteste, il quadro non si può spostare per impedimenti burocratici. Quando finalmente il quadro trova una nuova collocazione cade proprio sulla testa di Vassò, poco prima che crolli il palazzo. Ma non finisce qui. Nel nuovo palazzo ritorna anche il quadro e starà proprio sulla testa di Vassò.
Negli uffici, dove si dovrebbero leggere i manoscritti, si fa di tutto tranne che leggere. Si coltivano le viti che danno una buonissima uva (forse un riferimento all'estrazione contadina degli impiegati), si gioca a scacchi, si fanno gomitoli, si ricevono i familiari, si cucinano uova custodite in cassaforte, si fanno interminabili pause pranzo. L'unico che legge è l'operaio ma si vede sempre strappare i fogli di mano dagli impiegati. L'impiegata più solerte, sempre con un gran mal di testa e la terra che le sfugge da sotto i piedi, è quella che si occupa di stipendi e gratifiche. Il capo arriva in macchina, si siede alla scrivania, si lamenta del motoball che si gioca nel cortile, e dice che non può andare avanti così: convegni, pranzi, ricevimenti, ....
Lo scrittore Sossò porta il manoscritto “Le montagne azzurre” in autunno (si sta cogliendo l'uva) e ritorna regolarmente per chiedere agli impiegati se è stato letto. Passano le stagioni, ritorna l'autunno, ma nessuno legge il manoscritto. Il capo lo rimprovera e gli dice che lui deve smuovere la gente, che non si è dato abbastanza da fare. Nel frattempo gli trova un lavoro. Andrà ad ispezionare il sottosuolo per controllare se gli scavi della metropolitana stanno danneggiando il palazzo. Visto che non ha i moduli per la trasferta nel sottosuolo, gli farà avere una trasferta in alta montagna, che oltretutto è più conveniente.
Quando poi arriva il momento di dare un giudizio sul manoscritto tutti aderiscono al parere espresso per iscritto da un collega assente che dice: Mi attengo a quanto deciderà la maggioranza.
Il ritmo, le battute, i personaggi sono propri di un'opera teatrale. Certe sottigliezze non si colgono sul momento, ma in realtà il film è tutto una sequenza di situazioni paradossali, allegorie di un sistema che, come il palazzo, è destinato a crollare ma non del tutto, perché rimane il quadro indistruttibile che incomberà ancora e sempre sulla testa di Vassò.

Il titolo su internet è "Le montagne azzurre" e anche "Le montagne blu"
Nella pellicola da me vista il titolo era "Le montagne azzurre".
 
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