Kim Ki-Duk - Arirang

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maredentro78

Guest
Trama:Arirang film molti dicono documentario,ma lo stesso Kim preferisce definire "dramma",in cui il regista allontanatosi o esiliatosi per 3 anni nella sua casa in campagna,si racconta e si confessa.Motivo dell'allontanamento o almeno uno dei tanti è l'incidente capitato ad una sua attrice nel film "Dream",in una scena in cui doveva impiccarsi l'attrice rischia di farlo realmente e il regista la salva.Da qui una seria,diffciile e sofferta analisi dei suoi film,del significato della sua vita,delle sue delusioni legate alle persone e in particolare di alcuni attori e collaboratori che lo hanno abbandonato per case cinematografiche più grandi e ricche.
Commento:Film asciutto e crudo che non sempre si riesce a stabilire quando stia recitando,tuttavia forse nella mia ingenuità ma credo sia un film coraggioso e decisamente onesto,pochi registi si sarebbero messi a nudo in questa maniera,si vede infatti Kim che si riprende con una piccola telecamera una Mark II,mentre mangia,quando costruisce piccoli oggetti come la macchinetta per l'espresso,o la lampada fatta con la testa del pesce che ha mangiato(molto particolare come scelta!).Non ci sono abbellimenti Kim appare stanco,turbato e in preda ad una profonda auto-analisi nella quale non gira un film da 3 anni, tuttavia si sente forte il desiderio del regista di farne uno ma insieme la paura di non esserne più capace,di deludere i suoi fans e di deludere se stesso,una dura accusa contro i collaboratori che lo hanno "tradito"nonostante li abbia svezzati.Dall'altra parte un ringraziamento ai Festival che hanno permesso al suo nome di diventare importante e conosciuto nel cinema,che li hanno permesso uscendo dall'anonimato di non essere un fallito,c'è un salto nel passato quando ricorda che non aveva amici se non un ragazzo meticcio,che lavorò già dall'età di 15 anni,che non poté frequentare le scuole medie,ha dichiarato di essere un solitario.Tutt'intorno una casa fredda,quasi una baracca,senza bagno,né acqua corrente,lui copre i suoi bisogni con la terra,dorme in una tenda perché in casa fa troppo freddo,ha una piccola stufetta a legna sopra la quale cucina,parla anche del cibo dicendo che mangiamo vegetali e animali morti,che è deprimente(come dargli torto!)l'unica compagnia un simpatico e affamato gattone.Ad un certo punto parla con la sua ombra e guarda i filmati commentandoli da fuori,quasi ci fossero 2 KIM:uno che interroga l'altro che risponde.E' un film molto intimo e lo ringrazio di averci dato l'onore di entrare con lui in queste tristi colline di Arirang(titolo di una canzone tradizionale coreana).Nelle ultime scene monta una pistola, simula una sparatoria in un palazzo e il suo suicidio,io credo la fine per un nuovo inizio,senza dimenticarsi che registi come lui si nasce non lo si diventa.
Mi ha toccato molto quando dice che la parola che meglio riassume la sua vita è "solitudine",tuttavia credo che i veri registi lo siano sempre perché detentori di alcune verità e di una ricerca costante che rende un pò soli.La scena in cui si scioglie in lacrime quando sta rivedendo uno dei suoi film è stata liberatoria.
Film interessante e coraggioso,da vedere solo se si ama il regista e se lo si conosce altrimenti può sembrare pesante.Assolutamente consigliato.Ci sarebbe tantissimo da scrivere ma non mi sembra giusto dilungarmi oltre.:wink:
 
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ayla

+Dreamer+ Member
Bellissima recensione Mare, veramente bella!
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Film dolorosissimo, da vedere in un momento sereno, il mio non lo è, ed ho fatto fatica ad affrontarlo per la prima ora, l'ultima mezz'ora l'ho scorsa, mandando avanti a tratti, proprio perché le emozioni che trasmette il regista attraverso le immagini sono molto forti. Forti in senso emotivo perché Kim ki-duk ha questo dono di far muovere le emozioni nello spettatore attraverso le immagini, le storie, le parole, la musica. Come questa canzone di Arirang che il regista coreano canta a più riprese nel film e che esprime come in una preghiera tutti i sentimenti che lui prova in uno dei momenti più difficili della sua vita. Coraggioso, introspettivo, maniacale, autoreferenziale ma con una grande capacità comunicativa. Film che non lascia indifferenti.
 
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