Tsai Ming-liang - Il gusto dell'anguria

elisa

Motherator
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In una Taipei provata dalla siccità e dalla conseguente mancanza d'acqua si incontrano due giovani, lui fa l'attore porno e i film li girano in un appartamento situato nello stesso palazzo dove vive la ragazza. Tra di loro c'è una forte attrazione ma non c'è assolutamente comunicazione, l'anguria diventa un mezzo per vivere la reciproca sessualità, altrimenti il sesso è pornografia fredda o è momento solitario e incomunicabile all'altro.

Un film sconcertante, a volte irritante e sconclusionato, pieno di siparietti musicali, anche divertenti, la danza della vulva e del fallo ad esempio, che man mano avanza verso un finale glaciale e pessimista. Film girato in presa diretta, con la camera pressoché ferma, in ambienti spesso squallidi e spogli, dove l'unico colore e fonte di emozione è un'anguria. Difficile da raccontare perché intriso di metafore e di significati che a volte sfuggono. Lascia l'amaro in bocca per quel finale sconcertante. Consigliato esclusivamente a chi ama il cinema alternativo e non si aspetta nulla di razionale.
 
G

giovaneholden

Guest
Film sconcertante,oscilla tra il capolavoro e la ciofeca,pieno di invenzioni talvolta gustose come tutti i siparietti musicali,talaltra disgustose. La siccità del clima come metafora della siccità della società,dove risulta impossibile l'amore tra i due protagonisti. In una curiosa opera d'autore prosegue in modo bizzarro il percorso iniziato dal regista con Vive l'amour di pretta matrice Antonionana e proseguito poi con The hole.
 
Film sconcertante,oscilla tra il capolavoro e la ciofeca,pieno di invenzioni talvolta gustose come tutti i siparietti musicali,talaltra disgustose. La siccità del clima come metafora della siccità della società,dove risulta impossibile l'amore tra i due protagonisti. In una curiosa opera d'autore prosegue in modo bizzarro il percorso iniziato dal regista con Vive l'amour di pretta matrice Antonionana e proseguito poi con The hole.

Concordo.
Io l'ho trovato sconcertante. Film ricco di metafore, si. La piu' importante quella dell'acqua come sinonimo di vita, ma la visione del regista comunque non mi è piaciuta, il desiderio che trasmette il film, è una realta' grigia e soffocante. Poi la malattia dell'alienazione sono in uno stato talmente avanzato che sembra come quello di una videoteca hard.
 
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