Scrivere come Cura

Secondo voi scrivere puo' essere utile come terapia?
Raccontare di se puo aiutare a capire meglio la nostra vita
Io ho fatto questo tentativo con il supporto del mio medico
Ho scritto un romanzo autobiografico
Melvin e' il protagonista della storia
La sua vita implode dopo tanti errori e decide di affidarsi a uno specialista
Il libro e' basato sulle sedute tra paziente e medico
se avete tempo leggetemi
 
Ultima modifica di un moderatore:

elisa

Motherator
Membro dello Staff
la domanda è legittima, il link un po' meno :)
 
Mi perdoni Sgra Elisa il mio era un invito alla riflessione.Ho messo il link per far capire cosa intendo.La mia e' una storia autobiografica.Cerco un libero confronto.Mi sta molto a cuore il tema della diversita e compresione.Spero che in un forum di libri,ci sia la voglia e il tempo di parlarne.
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
melvin puoi autopromuoverti in sezione autori emergenti, previa richiesta di autorizzazione all'admin. Scrivi a info chiocciola forumlibri punto com.
Per quanto riguarda il tema di questo thread, a me è servito parecchio scrivere della mia dipendenza dal gioco d'azzardo. E' stato catartico.
 
melvin puoi autopromuoverti in sezione autori emergenti, previa richiesta di autorizzazione all'admin. Scrivi a info chiocciola forumlibri punto com.
Per quanto riguarda il tema di questo thread, a me è servito parecchio scrivere della mia dipendenza dal gioco d'azzardo. E' stato catartico.
Gentile Germano,la ringrazio.Ho scritto all'admin. Sono molto interessato al tema della scrittura come fonte di cura. La mia e' una storia particolare. il blog nasce da questa esigenza. Spero di avere la possibilita di raccontarvi il progetto Il Ritorno di Melvin.
 
Perché si comincia a scrivere? Immagino che qui dentro ognuno abbia almeno nella mente se non nel cassetto un storia da voler raccontare. la fantasia e' l'arma per poter dare libero sfogo ai propri sentimenti. Io ho sempre vissuto nell'immaginario. Ma non mi sono mai sentito uno scrittore anzi. A scuola zoppicavo pure in italiano scritto. Quando il mio mondo e' imploso sono stato costretto a farmi curare. La terapia tradizionale non faceva molto effetto. Gli stessi farmaci non mi aiutavano. Cosi il medico per scuotermi mi ha invitato a mettere per iscritto le mie emozioni e paure. Cosi ho incominciato un viaggio nella memoria. E' stato faticoso,arduo,complicato.Ripercorrere la propria vita costellata d'errori e di contraddizioni. E' venuto fuori il ritorno di Melvin. Io credo che la scrittura sia molto utile nella strada della guarigione. Se fatta con onesta e sincerità questa autoanalisi ti permette di vedere gli schemi mentali che ti porti da una vita. No ho un linguaggio complicato. Ho cercato di essere chiaro e semplice nel raccontare. Secondo voi la scrittura puo' essere al servizio dell'uomo per cambiare vita?
 
In questi giorni sto facendo un po' "di campagna promozionale" per il mio blog. Sono contento di ricevere degli attestai di stima. Ma vorrei davvero che si diffondesse il messaggio che la scrittura e' una forma di terapia alternativa. Quante persone leggo sui forum psicologici bloccati sul loro passato.Piene di rabbia e di rancore.Bisogna spronarli a mettere su carta pensieri ed emozioni. Solo cosi si puo' curare il problema. Spero che possiate dare una mano.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Io non scrivo propriamente come cura però mi è capitato di scrivere per esprimere situazioni di emozione intensa legate al mio lavoro che spesso svuota molto dal punto di vista emotivo. Per cui mi rendo conto che la scrittura può essere terapeutica se questa pareggia gli equilibri rispetto a quello che viviamo.
Sono molto interessata alla tua esperienza anche alla luce di autori che hanno espressamente dichiarato di aver vissuto la scrittura come "momento forte di cambiamento", penso allo scrittore Pino Roveredeo ad esempio.
 

Lauretta

Moderator
se vogliamo aprire una vera e propria discussione a riguardo io posso dire la mia
mi capita spessissimo di scrivere per fare ordine "nella mia testa" io mi dico così. posso arrivare a scrivere anche 7/8 pagine in meno di un'ora...è proprio un fiume di parole che esce dalle mie mani in relazione all'avvenimento o a qualcosa che mi ha particolarmente sconvolto o messo in difficoltà.
per me scrivere è proprio quello che dici te. è proprio una cura
 
Gentile Signore vi ringrazio per partecipare alla discussione. Io parto dal presupposto che l'uomo abbia difficolta ad aprirsi al prossimo. E' restio a svelare le proprie emozioni. Cova rabbia contro tutto e tutti. Spesso il passato e' la fonte dei problemi. Ma per scavare in profondità ci vuole delicatezza e cautela. Non sempre la terapia serve. Io ho avuto la fortuna di potermi permettere un bravo medico. Ma anche lui si stava arrendendo dopo un anno.Io sono una persona restia ad aprirmi. Mi sono fatto "violenza". Ho aperto il vaso di pandora. E' stato doloroso.Ma mi e' servito molto. Il mio progetto e' quello di far capire che la diversita spesso e' modo d'essere non necessariamente una patologia da curare. La famiglia e' il nucleo principale da dove si parte. La comprensione deve partire dai genitori. Parlare e' fondamentale. Ci credo molto in questo progetto. Spero d'avervi convinto.a presto
 
Per me è stato cosi nel passato, scrivevo moltissimo tutti i giorni (storie, pensieri, poesie) poi mi è successo a periodi. Credo proprio che mi è stato utile come terapia, ed lo è ancora quando ne sento il bisogno..;)
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Caro amico MelvinII (2° perchè quello tornato ?)

credo sia necessario distinguere tra lo scrivere e basta e lo scrivere per far leggere.

Nel primo caso può sortire l'effetto anche utile e liberatorio di uno sfogo, tipo un urlo o tirar cazzotti in un sacco, o altre cose anche meno lecite ...
Però permane un rischio: quello che si limiti a rimanere un doppione del pensare, trasformandosi nella classica masturbazione mentale autopersecutoria frustrante e paranoica. Rimanendo chiusa nel cassetto. Con effetti autodistruttivi.

Se invece diviene comunicazione introspettiva delle proprie problematiche, come apertura agli altri -o anche solo allo specialista-, allora sicuramente è un modo per spezzare il ghiaccio. Ma tale deve rimanere. Perchè se non diviene la premessa per un dialogo "a quattr'occhi" e con le parole, finisce per diventare comunque limitante, fine a se stessa, circolo vizioso di alienazione.

Ecco quindi che il pensiero logico mi porta a considerare la scrittura un mezzo complementare -e in tale ottica sinergico- all'esternazione del proprio io, con effetti positivi per qualunque persona ma anche terapeutici per chi vive determinate difficoltà.

Per provarti che dico cose coerenti col mio comportamento, ti invito a leggere il tipo di interventi che posto in questo forum: sono messaggi, ricerca di contatto, espressioni del mio io, spesso sotto forma di "scenette" "poesie" e "raccontini".

Ciao
 
Sono d'accordo che ci possano essere varie forme di scrittura. Si scrive per gioia,per diletto. Si scrive per lavoro. si scrive per cazzeggiare. Lo scrivere in qualunque forma sia da sollievo e libera l'anima. Ma io qua sostegno l'utilità della scrittura come modo per risolvere i problemi. Affrontare una terapia e' molto spesso costoso ed traumatico. la persona e' costretta a parlare di se'. Si fa fatica a dire la verità. Si mente anche al terapista. L'imbarazzo,la vergogna,il pudore ti paralizza. Ecco intervenire la scrittura come forma di confessionale. Scrivere un diario delle proprie emozioni,puo' essere la chiave d'acceso per scoprire il mondo del paziente. Voi mi direte perche' il paziente nello scritto dovrebbe essere piu' sincero'?. Quando ci affidiamo alla scrittura,non siamo giudicati,siamo liberi. Possiamo serenamente confrontarci con noi stessi. Non abbiamo l'ora di seduta che scade. Non hai l'ansia di dire tutto. Puoi prenderti i tuoi tempi. Ovviamente la semplice scrittura non e' sufficiente. Bisogna abbinare anche la terapia.Il medico legge e poi ne discute con il paziente in seduta. A quel punto le sedute diventano davvero importanti e proficue. Il mio progetto l'ho impostato appunto sotto forma di sedute.Ogni capitolo parlo di un anno della mia vita.Il paziente/scrittore puo' rivedere cosi la propria vita come se fosse proiettata su uno schermo.Ci vuole coraggio,forza ed onesta.Ma e' il passo piu' difficile. e' una forma piu'"moderna" di psicoanalisi. Mettersi in discussione per guarire e per comprendersi meglio. Leggero i tuoi scritti caro amico.
Melvin e' morto il 31 luglio del 2009. Ora c'e un altro Melvin. Lo Chiamo Secondo. perche' vuole dare un contributo per lottare contro l'ignoranza e superficialità sul disagio mentale.Grazie per i contributi.
 
Fare terapia puo' essere anche doloroso ed traumatico.Non sei abituato a guardarti dentro. Spesso molte sedute possono risultare noiose ed inutili. Il medico a volte si ostina a curare seguendo le proprie convinzioni. Usando la scrittura si possono superare molti ostacoli e guadagnare tanto tempo. Basta scrivere una pagina al giorno.
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
posso sollevare una piccola obiezione?

Ma come la metti col meccanismo psicanalitico della rimozione, che solo lo specialista che ti segue dal vivo riesce pazientemente a smantellare progressivamente, indirizzando il tuo flusso di ricordi con competenza professionale ?

Perchè ritieni che ciò che il tuo io ha deciso -indipendentemente dalla tua volontà- di mantenerti nascosto nel subconscio, dovrebbe venire dallo stesso liberato solo per il fatto che scrivi ?

Se ciò fosse possibile, significa che quelle cose non sono in realtà veramente rimosse; e i tuoi problemi non sono di conseguenza di livello patologico.

Cosa ne pensi ?
 

Lauretta

Moderator
Secondo me ci sono cose che solo con un terapista si posso risolvere, ma per esempio, è vero che il terapista riesce a "raggiungere" quello che la rimozione si è portata via con sé.. ma solo se il paziente si affida completamente al terapista
altrimenti non ce la farà mai...

io penso che la terapia e lo scrivere come terapia non sono due cose che possono escludere l'una all'altra perchè svolgono compiti diversi.
lo scrivere liberamente, lo scrivere i propri pensieri andandogli dietro, senza correggere, senza rileggere e dare uno sguardo a tutto, solo quando hai esaurito i pensieri della giornata, è utile per imparare a conoscersi, a guardarsi dentro, a sentire quello che veramente si è e si prova. Io la vivo così.

la terapia fa ben altro che la scrittura non può certo fare. Ma ripeto, la terapia ce la fa solo se una persona ha il coraggio di affidarsi e si sveste del giudizio.
 
Rimozione

posso sollevare una piccola obiezione?

Ma come la metti col meccanismo psicanalitico della rimozione, che solo lo specialista che ti segue dal vivo riesce pazientemente a smantellare progressivamente, indirizzando il tuo flusso di ricordi con competenza professionale ?

Perchè ritieni che ciò che il tuo io ha deciso -indipendentemente dalla tua volontà- di mantenerti nascosto nel subconscio, dovrebbe venire dallo stesso liberato solo per il fatto che scrivi ?

Se ciò fosse possibile, significa che quelle cose non sono in realtà veramente rimosse; e i tuoi problemi non sono di conseguenza di livello patologico.

Cosa ne pensi ?
Io ho fatto cinque sedute di psicanalisi tra il febbraio e il marzo 2011. ho lasciato perdere perche' per il mio caso era ed e' necessario un confronto vivace tra le parti. Ho bisogno di sentire il medico che mi parla. I silenzi della psicanalisi non sono adatti per me. Invece secondo e' efficace ed stimolante il lavoro psicoanalitico che il paziente puo' fare con la scrittura. La memoria e' strana. La mente la usa per difendersi dalle negativita e dalle emozioni troppo forti. Nel mio caso specifico la mia memoria ha "scelto" di rimuovere alcuni ricordi perche' li riteneva troppo dolorosi da sopportare. Per un anno e mezzo ho vissuto una vita convinto di alcune cose. Poi dopo la prima seduta dallo psichiatra,a mio avviso lo shock d'iniziare una terapia e soprattutto lunga ha provocato nella mente un terremoto emotivo. I ricordi "rimossi" sono tornati sulla scena in maniera caotica prima poi in maniera ossessiva dopo. Ovviamente e' necessario di una guida medica per gestire questa fase critica. Io ho avuto bisogno anche del supporto farmacologico. Ma i Ricordi non sarebbero devastanti se la mia mente non avesse anche recuperato l'emozione legato al ricordo. Quando ricordiamo proviamo delle sensazioni. Quando i miei ricordi sono tornati,sono tornate in maniera devastante le emozioni. Quando ho cominciato a scriverle sono diventate meno intense. Sono riuscito con difficolta a prenderne le distanze. Una parte ha deciso di nascondermi una parte della mia vita. La mia coscienza si e' ribellata e mi ha fatto pagare il conto salato.La scrittura serve a prendere coscienza dei passaggi che ti fanno fatto rimuovere i ricordi. Viaggiando nel passato capisci come la mente ha fatto delle scelte. Scrivere e' l'unico modo a mio avviso per affrontare uno shock emotivo. Quando ne parlavo con il mio psichiatra,nonostante lo scritto lo percepiva poco. Lo shock da rimozione e' qualcosa che la mente non si aspetta. Qualcosa per cui non sei pronto.Nel mio caso e' stata la paura d'essere felice. Scrivendolo ho trovato la chiave di volta. Scrivendo conosci il passato e puoi proiettarti sul futuro
 
Secondo me ci sono cose che solo con un terapista si posso risolvere, ma per esempio, è vero che il terapista riesce a "raggiungere" quello che la rimozione si è portata via con sé.. ma solo se il paziente si affida completamente al terapista
altrimenti non ce la farà mai...

io penso che la terapia e lo scrivere come terapia non sono due cose che possono escludere l'una all'altra perchè svolgono compiti diversi.
lo scrivere liberamente, lo scrivere i propri pensieri andandogli dietro, senza correggere, senza rileggere e dare uno sguardo a tutto, solo quando hai esaurito i pensieri della giornata, è utile per imparare a conoscersi, a guardarsi dentro, a sentire quello che veramente si è e si prova. Io la vivo così.

la terapia fa ben altro che la scrittura non può certo fare. Ma ripeto, la terapia ce la fa solo se una persona ha il coraggio di affidarsi e si sveste del giudizio.
Sono d'accordo che la terapia puo' funzionare solo se il paziente si "affida" al medico. Bisogna essere onesti e sinceri fino in fondo. Io ho inteso ogni seduta di terapia come una forma di "confessione laica".Ma come ho negli interventi precedenti l'imbarazzo e la vergogna possono frenare il paziente. Lo psichiatra e' un estraneo anche se ha le competenze per aiutarti ed ascoltarti. Ma bisogna creare il clima "giusto".Se tra medico e paziente non si costruisce subito un rapporto di fiducia e stima non si va da nessuna parte.La terapia e la scrittura possono essere complementari. Scrivere ogni giorno ti da la profondta del tuo pensiero e ti indica come procedere. Scrivere serve anche a togliersi i sensi di colpa. Io ne avevo tanti.la mia storia e' segnata dalle bugie e dalla vergogna.La scrittura mi e' servita per fare piazza pulita.
 
Risposta alla Signorina Laura

La Ringrazio per il messaggio. Le ho risposto,non so se e' stato spedito regolarmente. Tutti hanno bisogno di raccontare se stessi. Bisogna solo decidere come e quando farlo.
 
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