Ghinelli, Lorenza - La colpa

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
Trama:

Estefan, Martino, Greta: tre anime violate da un’esistenza spietata. Estefan nasconde un segreto inconfessabile, un macabro ricordo d’infanzia che lo perseguita. Forse si è macchiato di un crimine atroce, oppure è vittima di una memoria bugiarda, che distorce la realtà. Ma nella realtà, qual è la colpa per cui sua madre e suo padre hanno smesso di amarlo? Anche Martino, il suo migliore amico, custodisce un terribile segreto, una verità sconvolgente che nessuno deve conoscere. Il male che condividono li ha resi complici. Il male che condividono li ha uniti in un legame indissolubile. Non si confidano, chiusi in un silenzio che saranno costretti a infrangere solo quando il passato minaccerà di tornare. Finché un giorno la strada di Estefan si incrocia con quella di Greta, una bambina di appena nove anni che ha perso entrambi i genitori. Cresciuta in campagna, circondata da una decadente periferia industriale, vive come prigioniera nella casa del nonno. Il loro incontro, figlio dell’ennesimo episodio violento, sarà il primo passo verso la redenzione. La colpa è un romanzo graffiante e diretto che parla del dolore dell’infanzia ignorato dal mondo adulto e della possibilità di riscattarsi, nonostante tutto.

Ditemi che è uno scherzo, vi prego, che fosse candidato al premio Strega, perché in caso contrario comincio a dubitare della bontà culturale della commissione che sceglie i candidati.
Questo libercolo è una storia di come gli abusi subiti nell'infanzia segnino per sempre la crescita, l'adolescenza, la vita di chi li ha subiti, fino a corroderne l'anima in un vortice di sensi di colpa e autolesionismo. Scritto in maniera terra terra, indulgendo spesso allo slang giovanile, nel complesso è un libro che si fa leggere ma alla fine non ti lascia niente. Mi ha "disturbato" - nel senso positivo del termine, nel senso che ha lasciato un segno in me lettore - solo un paio di pagine, quelle in cui
Martino subisce gli abusi da parte dello zio, scena descritta con delicatezza e mano capace
. Per il resto non salvo niente, ho trovato la caratterizzazione psicologica di Estefan troppo onirica, troppo eterea.
Libro che dimenticherò tra qualche giorno.
Perdibile.
 
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