Neihardt, G. John - Alce nero parla

SALLY

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Dalla quarta di copertina...
"Vecchio stregone Sioux, Alce Nero racconta il periodo più tragico della storia del suo popolo e ci trasmette la sua estrema "visione di potere", compendio di una sapienza che sfugge ai persecutori bianchi. "Alce Nero è tra le più belle affermazioni dei valori spirituali... Riassumere Alce Nero?
Per un certo verso ci vuol poco: il santo asceta a nove anni, dopo che strani malanni, impalpabili avvertimenti si sono infittiti su di lui giungendo dal mondo delle invisibili potenze e germinazioni, riceve una stupenda visione: le forze che presiedono alla natura, alla storia e al superamento e della natura e della storia gli si palesano sotto il velame di una coreografia che non potrebbe certo arridere ad una fantasia esclusivamente umana. Al paragone l'Apocalissi è più arida, emblematizzante. Un ritmo potente... scandisce le solenni parole rituonanti fra giogaie di monti, le apparizioni di antenati primordiali, di sacri cavalli caracollanti, di altri misteriosi animal".

Ho comprato questo libro su suggerimento azzeccatissimo di un forumlibroso.La narrazione di Alce Nero oltre le vicende personali e le sue visioni, si intreccia con la storia del suo popolo, in guerra con i bianchi.Uno stile narrativo molto semplice quello di Alce Nero,le sue proprie parole...una spiritualità in totale comunione con la natura,dove tutti,animali,piante e uomini sono parenti,tutti sono figli dello stesso spirito...e una grande dignità nella vittoria e nella sconfitta.
Alce Nero racconta anche come siano cominciate le battaglie dopo che fu scoperto " il metallo giallo che fa impazzire i wasichu",e come sia iniziata la loro distruzione,obbligati a vivere come i bianchi,chiusi in recinti come animali...privati delle terre e del cibo....forse non sarebbero arrivati sulla luna,come la civiltà industriale,ma sicuramente sapevano stare sulla terra molto meglio di noi,leggendo questo libro non si può fare a meno di sentirsi a disagio...e come direbbe Alce Nero...provo vergogna per la mia gente.


Dal racconto:
In altri tempi eravamo felici nel nostro paese e di rado pativamo la fame,perchè allora i bipedi e i quadrupedi vivevano insieme come parenti,e c'era abbondanza per loro e per noi.Ma arrivarono i wasichu,e fecero piccole isole per noi e altre piccole per i quadrupedi,e queste isole diventano sempre più piccole,perchè tutto intorno cresce la marea divorante dei wasichu;ed è sporca di menzogne e cupidigia.

E' dalla comprensione che proviene il potere;e il potere della cerimonia stava nella comprensione di ciò che essa significava;poichè nulla può vivere bene se non in una maniera che si accorda con il modo in cui vive e si muove il sacro potere del mondo.

Non vedevo nulla che potesse aiutare la mia gente.Capivo che i wasichu non si curavano degli altri wasichu, come faceva la mia gente,prima che il cerchio della nazione fosse spezzato_Ognuno prendeva all'altro tutto quel che poteva,e così c'erano alcuni che avevano più di quanto potesse servire loro,e moltitudini di altri non avevano proprio nulla e forse morivano di fame.Avevano dimenticato che la terra era la loro madre.Questo non poteva essere certo una vita migliore di quella antica della mia gente.
 
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