Kim Ki-duk - L'arco

elisa

Motherator
Membro dello Staff
In un peschereccio vivono un anziano e una ragazzina, l'uomo aspetta che compia i dicissette anni per sposarla dopo averla cresciuta per dieci anni. Forse l'ha rapita, forse l'ha trovata, ma la tiene quasi prigioniera fino al giorno che sta aspettando da tempo. Per vivere ospita dei pescatori che non esita a colpire con le frecce del suo arco se questi molestano la ragazza. La vita scorre serena e monotona fino a quanddo la giovane non si innamora del figlio di uno dei pescatori, ricambiata.

E' un film fortemente simbolico, soprattutto nella parte finale, lento e ripetitivo, poetico e musicale. L'arco simboleggia tutta la relazione particolare che lega l'uomo e la ragazza, può diventare arma, strumento musicale, mezzo per predire il futuro. Parlato pochissimo la sceneggiatura è tutta nei gesti e nelle inquadrature sottolineate da una musica che suggerisce le emozioni. Film che un po' si distacca dalla violenza e dalla crudeltà che hanno caratterizzato i primi film del regista coreano, continuando la linea dei tre film che lo precedono, privilegiando la simbologia e la complessità nell'apparente semplicità della storia.
 
G

giovaneholden

Guest
Opera dai toni ampiamente sottesi,come l'arco del titolo,appartiene al periodo che preferisco del grande autore coreano,dove gli eccessi dei primi film vengono notevolmente smussate in favore di una simbologia di grande impatto che fa emergere tutta la sua bravura e originalità.
 
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