Marani, Matteo - Dallo scudetto ad Auschwitz

fabiog

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Che fine ha realmente fatto Arpad Weisz ? Come 'è stato possibile che tutto il mondo del calcio lo abbia dimenticato ? Marani, direttore dei Guerin Sportivo, decide di rispondere a queste domande affascinato dalla figura di questo allenatore entrato nella storia del calcio.
Weisz fu un allenatore ungherese che arrivò in Italia negli anni 30, vinse tre scudetti ( uno con l'Inter e due con il Bologna ) , scoprì importanti talenti ( uno su tutto Giuseppe Meazza ). Weisz fu un allenatore rivoluzionario per l'epoca, grande tattico, un vero maestro di calcio, ma purtroppo la sua vita è stata segnata da un evento più grande di lui : la guerra.
Weisz scappò dall'Italia dopo la proclamazione delle leggi razziali, scappò in Francia poi in Olanda dove purtroppo fu deportato con tutta la famiglia fino a trovare la morte.
Il libro racconta la sua storia, dal successo al dramma, lo racconta con una grande passione, passione per lo sport, ma anche passione per l'uomo protagonista della vicenda.
Marani è molto bravo nel raccontare la vicenda, la figura di Weisz, la sua felicità nel tempo di vittoria e il suo dramma nel finale emergono dalle pagine, Marani oltre la storia del calcio descrive la storia di un epoca con la sua follia.
Interessante poi la parte finale in cui l'autore descrive le tappe della sua ricerca, un ottimo esempio di giornalismo.
 

IreneElle

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Come ogni anno, da qualche tempo a questa parte, mi prometto (e cerco di mantenere la promessa) di leggere un libro che in un certo senso "celebri" per davvero e nel mio piccolo La giornata della Memoria.
Con tale premessa, faccio una ricerca e scelgo qualche libro che parli delle grandi tragedie che colpiscono l'Umanità, per me infatti, il giorno della Memoria, significa ricordare gli ebrei così come i gulag russi o la dittatura di Ceaușescu etc etc.

Solo leggendo il libro e le ultime pagine si capisce quanto sforzo e fatica siano costati all'autore, la stesura di un libro che parla o meglio cerca di riportare alla luce la vita e la bravura professionale di un grande allenatore degli anni 30, completamente dimenticato.
La prima parte del libro difatti descrive la bravura ed i successi conseguiti da Weisz, le vittorie del Bologna e la sua vita semplice con la sua bellissima oglie ed i suoi due figli. Le vittorie e le soddisfazioni dell'allenatore negli anni vengono oscurate dal climo politico e bellico che il mondo da lì a poco si aprresterà a vivere. Arrivano in Italia le leggi razziali di Mussolini e Weisz è costretto ad andare via, prima da Bologna, poi dalla Francia per approdare in una piccola e placida cittadina olandese. Sperando nella salvezza sua e della sua amata famiglia.
" I Weisz non sono neppure ebrei ortodossi, probabilmente non conservano in casa il sabbath o il sefer, forse non festeggiano neanche la Pasqua ebraica. In una cosa sono però ebrei più degli ebrei, ossia nella capacità di resistere alle vessazioni".
L'allenatore avrebbe potuto fuggire in Inghilterra o in America, salvandosi, eppure si rifugia in Olanda, nella speranza che le cose cambino e sì, cambieranno, ma in peggio.
"La discriminazione è sotto gli occhi di tutti, ma molti olandesi fingono di non accorgersene. Su questa strana forma di collaborazionismo o quantomeno di mancata resistenza, si discuterà a lungo nel dopoguerra....Come dimenticare che il nascondiglio di Anna Frank e dei suoi familiari verrà smascherato dalla denuncia di olandesi?"
Così, un giorno, all'alba, Weisz e famiglia vengono prelevati dalla loro abitazione dalle SS.
"E' tutto registrato, perchè la più grande sciagura dell'umanità è stata una gigantesca operazione amministrativa".

Nella seconda ed ultima parte del libro, i dati storici si mescolano con la penna dell'autore, ma sappiamo che la moglie ed i due figli finirono nelle camere a gas. Lui invece finirà ad Auschwitz, il suo corpo atletico gli permetterà di sopravvivere più a lungo.
"Gli rimase il battito cardiaco come sola testimonianza di sè"...fino al "il triplice fischio finale".
 
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