Green, John - Colpa delle stelle

Marty Wilde

Outsider is better
Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi in cui i pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.

Questo è stato uno dei libri più meravigliosi che abbia mai letto: l'autore riesce a contenere la parte melodrammatica della storia, suscitando anche in alcune parti dei sorrisi con una giusta dose di umorismo che non fa mai male.

Voto 10/5!!
Consigliato a tutti!
 

Jessamine

Well-known member
Attenzione spoiler

Mi rendo conto che scrivere la recensione di questo romanzo dopo quella de "I fratelli Karamazov" di Dosto non può che giocare a sfavore del povero Green, che non può reggere il confronto nemmeno con un'unghia del russo, ma tant'è, ho terminato entrambi lo stesso giorno ed è una serata in cui ho voglia di scrivere, quindi eccomi qui.
Premetto che avevo questo romanzo su uno scaffale da circa un anno, regalo di una persona che evidentemente non conosce molto i miei gusti, ma insomma, a furia di essere bombardata di cartelloni pubblicitari, amici che ne parlano, citazioni e compagnia, mi sono decisa ad aprirlo. Lo ammetto, ero decisamente scettica, non mi ispirava per nulla, temevo non mi sarebbe piaciuto per niente, ma del resto speravo fosse un nuovo caso di "Memorie di una geisha"(best seller che io avevo snobbato per poi scoprire essere decisamente di mio gradimento).
Ecco, proprio no, non ci siamo andati nemmeno lontanamente vicini.
L'unica cosa che credo di aver apprezzato di questo romanzo è il fatto di essere scritto in maniera talmente semplice da farsi leggere in un paio di giorni. Avessi dovuto impiegarci qualche ora in più, l'avrei abbandonato senza il minimo rimpianto.
Innanzitutto, partiamo col dire che, prima ancora di inizare a leggere, non riuscivo a trattenermi dal pensare che la scelta di scrivere di due ragazzini malati di cancro fosse una grandissima furbata: perché la gente è morbosa, perché saresti un mostro a non leggere un libro che parla d'amore fra ragazzini malati, perché saresti un mostro ancora più grande a parlare male di un romanzo che parla di ragazzini malati. Certo, è molto probabile che sia io a vedere del marcio dove non c'è, nulla da dire su questo, non posso né voglio dimostrare la mia "sensazione", ma resta il fatto che tendo a prendere le distanze da opere che parlano così platealmente e apertamente di disgrazie con cui un minimo di delicatezza e rispetto sabbero dovuti.
Ma a prescindere da tutto questo, ho trovato questo romanzo scritto veramente male. D'accordo, è un libro per ragazzi. D'accordo, è narrato in prima persona da una sedicenne, ma diamine, mi auguro che non tutti i sedicenni di questo mondo scrivano in questo modo. Uno stile piatto, scarno, senza la minima sostanza, un'infinita ripetizione di un lessico vuoto. E poi ci sono quelle frasi, quelle che hanno intasato ogni social network (e le granate, e gente che si innamora come si addormenta, e questi benedetti infiniti...) che, se già leggerle sotto la foto di ragazzine in costume da bagno non parevano nulla di così sensazionale e profondo, nel loro contesto perdono ancora di più forza, perché non hanno senso lì dove sono: sembrano gridare "hei ragazzina, guardami, non ti sembro una bella frase? Non credi che ti farei sembrare terribilmente **** se mi ricopiassi su ogni social network?". Ecco. È un romanzo che punta al successo in tutti i modi. E ci riesce, ahimè.
Ma volendo tralasciare l'aspetto stilistico (non che in un romanzo sia poi così secondario, ma insomma, nonostante abbia iniziato a leggere con qualche pregiudizio non volevo stroncarlo proprio definitivamente in tutto e per tutto) e concentrandosi solo sulla trama, la situazione non fa che peggiorare: Hazel, cancro alla tiroide e ai polmoni in stadio terminale, grazie a un non meglio identificato farmaco sperimentale (di cui non si dice nulla di più, ovviamente, ma del resto questo vuole essere un romanzo realistico, no?) sopravvive per ben tre anni. Hazel è una ragazzina piuttosto insignificante, non poi così bella, non appariscente, eppure non appena Augustus, bellissimo e affascinante (hot, per usare il poetico, nonché il solo, aggettivo utilizzato dal buon Green) ex giocatore di baseball in recessione da un osteosarcoma che lo ha portato a perdere una gamba la vede, si invaghisce perdutamente di lei, senza motivo. Insomma, la storia d'amore fra i due segue il copione più banale che si possa pensare (anche la conclusione è ovvia: dalle prime pagine, l'unica cosa che ci si domanda è se a morire sarà lei, lui o entrambi). Ma Green non si accontenta di questo, no, pensa bene di inserire una improbabile, insensata e inutile avventura che porterà i due ad Amsterdam, a conoscere un fantomatico, assurdo e per nulla stereotipato (sono sarcastica, ovviamente) scrittore alcolizzato, per cercare di cavargli qualche informazione sul futuro dei personaggi dei loro libri preferiti. E qui assistiamo ad una chicca di buon gusto e tatto: i due non solo si baciano per la prima volta nella casa di Anna Frank, ma i turisti che li circondano si fermano per applaudire. Credo che il romanzo abbia toccato il fondo proprio in questo momento.
Senza parlare poi di pre-funerali, scambi di elogi funebri che fanno il giro del mondo, personaggi secondari inutili e terribilmente stereotipati.
Questo romanzo schizza in vetta alla classifica dei libri più brutti che abbia letto, con anche tanta amarezza legata al fatto che, una volta arrivata all'ultima pagina, non ho potuto fare altro che convincermi ancora di più che Green abbia usato una malattia devastante per essere certo di fare un bell'incasso.
 
Pure io ho letto questo libro tempo fa, quasi per caso me lo sono trovato fa i piedi (ho delle sorelle), condivido quanto detto da Jess in merito alla storia ed allo stile narrativo, ma voglio essere meno pesante per quanto riguarda la valutazione: lo valuto appena accettabile per il discorso che un simile romanzo è diretto ai ragazzi e che è stato scritto per andare a colpire quella specifica parte di lettori e non certo gente con più anni alle spalle o che solitamente si dedicano a delle letture più "impegnate"
 

viki

New member
L'ho divorato in brevissimo tempo! Dopo appena qualche pagina il romanzo aveva completamente catturato il mio interesse ed è stato un crescere di emozioni, culminato nella tristezza del finale... Toccante la crudeltà del destino e la dolcezza di un amore acerbo appena sbocciato.

"....tutti dovrebbero avere un vero amore e dovrebbe durare almeno quanto dura la tua vita."
 

smemorina

New member
non lo promuovo. è commerciale e punta sulla commozione che suscita per arrivare al successo.
per buona parte del libro hazel stolkerizza l'autore di un libro che si è trasferito da anni, che non scrive più e non vuole avere contatti con i suoi fans. è alcolizzato e misantropo...giusto? sbagliato? boh, ma saranno anche cavoli suoi se non vuole parlarle!
hazel è fissata con la fine del libro che l'autore ha deciso volutamente, di lasciare incompiuto.

tuti vorremmo sapere se rhett e rossella si rimetteranno insieme. quindi?

mi rendo conto che il libro sia rivolto ad una fetta di lettori giovani ed ingenui, ma le scene d'amore sono di una piattezza infinita!
l'unica cosa che provoca emozione è la morte, la malattia.
e scusate se non mi va di premiare un libro che la esalta volutamente per vendere
 

Valuzza Baguette

New member
molto commerciale,molto strappalacrime(studiato a tavolino),come pregi dalla sua ha la scorrevolezza.
Me lo hanno regalato e l'ho letto,a non leggerlo non mi sarei persa nulla,però devo ammettere che la lacrimuccia te la strappa;sarà che una ragazzina con il cancro e pure innamorata la lacrimuccia te la strappa a prescindere...
 
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