Kawabata, Yasunari - Mille gru

bouvard

Well-known member
TRAMA: Il giovane Kikuji viene invitato ad un miai (incontro pre-matrimoniale) a casa della signorina Kurimoto (vecchia amante di suo padre) per conoscere la signorina Inamura, la ragazza dal fazzoletto "mille gru". Ma all'incontro partecipano anche la signora Ota (altra amante del padre di Kikuji) e sua figlia Fumiko. Da questo incontro nasce una relazione tra Kikuji e la signora Ota, la quale però, non sopportando la vergogna di essere stata l'amante del padre prima e del figlio dopo, si suicida. Questo suicidio rovina i piani della signorina Kurimoto in quanto avvicina sempre di più Kikuji a Fumiko, infatti tra i due nascerà una relazione (nel libro non viene detto esplicitamente, ma solo lasciato intendere) che porterà al suicidio di Fumiko (anche questo viene lasciato intendere) incapace a sua volta di sopportare la vergogna di essere divenuta l'amante dell'amante di sua madre.


Man mano che leggevo questo libro cresceva in me la sensazione, divenuta certezza alla fine della lettura, che dietro le cose che capivo se ne nascondessero molte altre che non capivo. Non certo per colpa dello stile o del linguaggio dell'autore, chiari e scorrevoli, quanto piuttosto perché il libro è espressione di una cultura e di tradizioni molto diverse dalle nostre.
Per noi italiani il tè è semplicemente una bevanda da bere da soli o in compagnia di amici mentre si chiacchiera. Per un giapponese preparare una tazza di tè è una vera e propria cerimonia e in quanto tale presuppone un'apposita stanza in cui "celebrarla", un rito fatto di gesti lenti e aggraziati, una cura nella scelta delle tazze da utilizzare, che finiscono con il rappresentare la personalità stessa del proprietario. Perciò si potrebbe dire che i veri protagonisti di questo libro, più ancora delle persone, siano proprio le tazze, i bricchi necessari per questa cerimonia.
Tazze e bricchi (Shino - Oribe - Karatsu) trasmessi nel corso dei secoli non solo tra padri e figli, ma soprattutto tra amanti. Così può capitare che la tazza appartenuta al defunto signor Ota venga regalata dalla moglie al suo amante (il padre di Kikuji) e da questo venga poi regalata ad un'altra amante l'acida signorina Kurimoto. Tazze che vengono portate con sé durante i viaggi, che recano indelebili macchie di rossetto, tazze che per la loro diversa forma se accostate sembrano incarnare e rievocare lo spirito degli amanti che le hanno usate, tazze che vengono infrante per non essere confrontate con altre tazze ( e qui diventa evidente il fatto che la tazza rappresenta, soprattutto dopo la sua morte, la persona che l'ha usata).
Un libro breve, ma un vero microcosmo di tradizioni che forse non esistono più, da leggere per conoscere un gusto del bello diverso dal nostro, un diverso senso della vergogna e del pudore a cui noi non siamo abituati.
 

ayuthaya

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Di Kawabata ho letto sia La casa delle belle addormentate sia Koto, e soprattutto quest'ultimo (che ti consiglio) mi ha colpito moltissimo...
Non mancherò di leggere anche questa storia di cui hai fatto un così bel commento (però peccato gli spoiler all'inizio!!!:W)... :mrgreen:
 

bouvard

Well-known member
In genere non metto mai la trama, per una volta che l'ho fatto ho combinato una frittata!! :mrgreen: Sorry
 

risus

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(correggere il titolo, Kawabata è il cognome, altrimenti non appare alla lettera "K")
thanks!!!
 

bouvard

Well-known member
(correggere il titolo, Kawabata è il cognome, altrimenti non appare alla lettera "K")
thanks!!!

Stamattina devo essere più addormentata del solito perché non capisco quale sia il problema :?
Per inserire un nuovo libro bisogna scrivere:

COGNOME NOME TITOLO DEL LIBRO

KAWABATA YASUNARI MILLE GRU

Kawabata l'ho messo come cognome, non capisco cosa devo correggere, a me sembra esatto :?
 

bathory

New member
Il fatto che i figli ignorino il corpo della madre, da cui pure sono nati, reca in sé qualcosa di stranamente bello, come stranamente bello è il rivivere di quel corpo in quello delle figlie. Sin da quando Fumiko l'aveva accolto sull'uscio, la somiglianza con la madre, nel viso morbido e rotondo, aveva suggerito a Kikuji un'impressione di dolcezza.

Kawabata Yasunari, "Mille gru".

Ho trovato questo breve romanzo poetico e scritto in modo delicato (come se lo scrittore avesse voluto a volte sussurrarne alcuni passaggi). Nello stesso tempo però non mi ha particolarmente coinvolto pur avendone considerato interessanti in particolare i primi tre capitoli (MILLE GRU; I BOSCHETTI AL TRAMONTO; IL BRICCO DIPINTO).
 

estersable88

dreamer member
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Non è facile riassumere in poche righe la frastagliata trama di questo pur breve libro, così come non è facile scandagliarne in profondità tutti gli aspetti. La difficoltà, probabilmente, mi viene proprio dalla peculiarità della scrittura di Kawabata, così profondamente orientale e così intrisa di quella cultura così lontana dalla nostra che io, mio malgrado, conosco poco e so interpretare ancora meno. In sintesi, Kikuji, un giovane celibe e rimasto orfano, viene invitato da Chikako – donna al servizio del padre nonché sua amante per breve tempo – ad una cerimonia del thè. In realtà la donna ha in mente di combinare il matrimonio tra Kikuji e la giovane e quantomai eterea signorina Inamura dalla quale, peraltro, Kikuji rimane piacevolmente colpito. Alla cerimonia, però, partecipano inattese anche la signora Ota – anche lei stata amante del padre di Kikuji – e sua figlia Fumiko. La signora Ota aspetta Kikuji all'uscita dal padiglione del thè per parlargli del padre. Tra i due sboccia una passione improvvisa e impetuosa. Da qui si origina il resto della storia in un susseguirsi di vicende che coinvolgono in vario modo tutti questi personaggi. Ciò che più colpisce in questo libro è la dicotomia degli opposti: vi è, infatti, un continuo alternarsi ed intrecciarsi di vita e morte, passione e dolore, purezza e sensualità, sincerità ed inganno, verità pura e semplice e sottinteso torbido. Il libro è, inoltre, pervaso di una sensualità conturbante tipica di quell'erotismo artefatto e mascherato, probabilmente retaggio della cultura giapponese che porta le persone a non mostrare mai i propri sentimenti, che nell'impossibilità di concretizzarsi rimane nell'aria e si tramuta in elegante seduzione. Seduzione che qui passa dalle persone agli oggetti, in particolare al vasellame usato per la cerimonia del thè, rito che si carica qui di una sacralità piena di promesse. Gli oggetti, i vasi, le coppe, i luoghi, i fiori diventano metafora dell'espressione dei sentimenti e perfino dell'anima e del carattere di chi li ha posseduti e utilizzati. Così, una coppa viene adoperata e regalata per commemorare un defunto e può, a sua volta, divenire foriera di vita o di morte.
Consiglio questo libro così particolare eppure affascinante a chi apprezza la letteratura giapponese ed è pronto ad immergersi in una cultura così misteriosa, accattivante, ma lontana dalla nostra.
 
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