Ozpetek, Ferzan - Il bagno turco. Hamam

ayla

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TRAMA:
Francesco è un architetto, in crisi con la moglie, che alla morte della zia Anita eredita un hamam ad Istanbul in Turchia. Lascia così l'Italia con l'intenzione di vendere l'immobile il prima possibile e tornare subito al suo lavoro.
A Istanbul viene accolto dalla famiglia di Osman, che assieme alla defunta zia, gestiva l'hamam, ormai chiuso da molti anni. Francesco rimane talmente colpito dalla città e dalla gentilezza della famiglia che decide di non ritornare in Italia. Col prolungarsi dell'assenza di Francesco, la moglie Marta va a Istanbul e scopre la verità...

Questa opera primapresenta già alcune di quelle caratteristiche che sarranno poi tipiche dei lavori successivi del regista.
Si nota subito il grande amore che Ozpetek nutre per la sua terra, dove sembra che ogni sogno, ogni desiderio e aspirazione possano concretizzarsi, se ci s'impegna e ci si crede, dove l'amore, l'affetto e la serenità non sembrano lontane promesse ma fanno parte della quotidianità di ognuno.
Istanbul ci viene presentata così, come una terra magica, colorata, suggestiva e appassionata.
Molto belle le immagini, come pure la musica di sottofondo, quello che mi ha lasciata perplessa, oltre l'interpretazione di Gassman, troppo impostato e rigido per i miei gusti, è la storia, che all'inizio parte bene, poi, si perde in qualche momento morto. Non ci si annoia mai nel vero senso della parola, però la storia non scivola scorrevole come dovrebbe.
Resta un buon film e un buon esordio, ma non mi ha convinta.
 
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