Cross, Ethan - Il castigo degli innocenti

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
Sei pronto a giocare? Ad Ackerman piace sfidare persone ordinarie. Persone innocenti. Persone come te.
La più terrificante mente criminale dai tempi di Hannibal Lecter

Francis Ackerman è fuggito da un ospedale psichiatrico di massima sicurezza. Il suo unico obiettivo è uccidere, e i più deboli sono le sue prede preferite.
Adora giocare con le sue vittime e, prima di concedere loro la morte, gli piace vederle agonizzare. Poi fugge nella notte, lasciando dietro di sé una scia di sangue e terrore. Marcus Williams, invece, è un ex poliziotto tormentato da un passato difficile. È sempre dalla parte degli indifesi ma è spietato con i nemici. Ha appena ereditato una tenuta nel Texas meridionale e finalmente conta di lasciarsi alle spalle i suoi incubi e iniziare una nuova vita. Ma il destino gli farà incontrare Ackerman. Perché solo un uomo come Marcus può fermare il folle assassino prima che colpisca ancora. E così, suo malgrado, Marcus si ritroverà al centro di un gioco sanguinoso e spietato, in cui per stanare il nemico dovrà sottostare alle sue regole. Ma presto scoprirà che Ackerman non è l’unico a volerlo morto…
Esistono diversi modi per morire, e Ackerman li conosce tutti. Se decidi di stare al gioco, non avrai più scampo.


Questo romanzo ha un incipit ansiogeno davvero sorprendente. La marcia sin da subito è la quinta, metaforicamente parlando, ma di lì in poi, ahimè, si scala sempre più inesorabilmente fino ad arrivare al deludente coup de theatre che, a mio parere, rovina tutto l'impianto narrativo fin lì costruito.
Lo stile martellante, verosimilmente nella versione originale, è sfociato in una traduzione troppo secca e prosaica.
Per quanto riguarda i personaggi, le sfaccettature psicologiche non sono memorabili, anzi: il cattivo di turno sembra troppo costruito. Non basta il background familiare a fare di una persona il novello Jack lo squartatore.
Ho indubbiamente apprezzato i giochi alla "Saw l'enigmista", ma mi è rimasto l'amaro in bocca sia per lo stile pedestre che per il colpo di scena sul finale, un deus ex machina davvero opinabile.
 
Alto