Matilde ha imparato a leggere a tre anni, e a quattro ha già divorato tutti i libri della biblioteca pubblica. Quando perciò comincia a frequentare la prima elementare si annoia talmente che l'intelligenza deve pur uscirle da qualche parte: così le esce dagli occhi. Gli occhi di Matilde diventano incandescenti e da essi si sprigiona un potere magico che l'avrà vinta sulla perfida direttrice Spezzindue, la quale per punire gli alunni si diverte a rinchiuderli in un armadio pieno di chiodi, lo Strozzatoio, o li usa per allenarsi al lancio del martello olimpionico, facendo roteare le bambine per le trecce e lanciandole lontano. L'intelligenza e la cultura - sembra dire l'autore - sono le uniche armi che un debole può usare contro l'ottusità, la prepotenza e la cattiveria.
Bellissimo e pregno. Significativo l'omaggio di Roald alla letteratura e in particolari agli autori che ne hanno segnato la storia (Dickens, Kipling, Conrad etc.) così come il messaggio che i libri ci portano per mano nel loro mondo , e possiamo viaggiare assieme ai protagonisti delle storie narrate.
Bellissimo il rapporto che si instaura tra Matilde e la signorina Dolcemiele (il dialogo in cui la maestra si confida alla bambina è quasi commovente, per non parlare della delicatezza ed empatia della ragazzina); caustico come sempre Dahl nel ritrarre gli adulti e a sottolinearne difetti e nonsense comportamentali (agghiacciante il menefreghismo e la freddezza dei genitori nella scena finale, per non parlare della violenza fisica della direttrice Spezzindue).
Prosa di una bellezza e fluidità straordinarie.
Capolavoro.
Bellissimo e pregno. Significativo l'omaggio di Roald alla letteratura e in particolari agli autori che ne hanno segnato la storia (Dickens, Kipling, Conrad etc.) così come il messaggio che i libri ci portano per mano nel loro mondo , e possiamo viaggiare assieme ai protagonisti delle storie narrate.
Bellissimo il rapporto che si instaura tra Matilde e la signorina Dolcemiele (il dialogo in cui la maestra si confida alla bambina è quasi commovente, per non parlare della delicatezza ed empatia della ragazzina); caustico come sempre Dahl nel ritrarre gli adulti e a sottolinearne difetti e nonsense comportamentali (agghiacciante il menefreghismo e la freddezza dei genitori nella scena finale, per non parlare della violenza fisica della direttrice Spezzindue).
Prosa di una bellezza e fluidità straordinarie.
Capolavoro.
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