Russo, Dario - Free Graphics

LowleafClod

e invece no
Ecco la panoramica negli anni settanta, ottanta, novanta, di quei designer che, stanchi della rigida, chiara e trasparente, Scuola svizzera, cominciano il loro percorso verso una lavoro più libero, personale, e pieno di trasgressioni.
Weingart comincia mettendo più espressività nei suoi testi, mentre Greiman inizia ad utilizzare più simboli e sperimentazioni sul colore. Carson si sente un vero artista che vuole emozionare col proprio lavoro e Sagmeister, con la sue esprienza, vuole distribuire shock estetico per colipire il cuore di qualcuno. L'ispirazione di Brody va al Dadaismo, al Futurismo, al Costruttivismo e Maeda è impattante e frastornante allo stesso tempo. Le stesse riviste Emigre, The Face e Ray Gun, ci riportano questo passaggio epocale, e anche in medio Oriente la Scuola iraniana più o meno digitale con la propria tradizione alle spalle, riesce ad emergere globalmente.

Si, mi considero un graphic designer, ma anche un artista [...] Molta parte del graphic design è arte, ma qualcuno direbbe che "il design grafico è un mezzo per comunicare"... come se l'arte non comunicasse altrettanto!

D. Carson​

Dall'approccio intimamente digitale alla progettazione visiva, la rottura delle regole, la conseguente morte della tipografia, l'espressionismo individualistico, la coincidenza stile-concetto, forma-contenuto e lo scollamento della leggibilità-comunicazione: tutta la trattazione di questi argomenti fornisce le prime basi per entrare nell'ottica del design del Novecento, che tutt'ora si muove e muta in continuazione.

Personalmente l'ho trovato davvero sintetico, per una panoramica schematica e completa va molto bene, ma sarebbe da approfondire e rallentare, studiando meglio tutti i diversi lavori degli artisti.
 
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