Domanda forse ingenua sull'analisi critica dei classici

Bacci

New member
Prendo spunto da recenti dibattiti letti in giro per la rete, per chiedere opinioni a voi riguardo un tema che trovo da sempre molto interessante e stimolante.
Fino a che punto il lettore medio può permettersi di analizzare in maniera critica uno o più capisaldi della letteratura mondiale? Spesso mi sento inadeguato di fronte ad alcuni libri che vengono considerati dei classici imprescindibili della letteratura, perché, in fondo, mi chiedo cosa mai potrò cavare da solo da questa lettura, di non banale, di profondo, che riesca ad andare oltre ai semplici giudizi e alle mie opinioni personali. Nell'attimo in cui mi accingo a leggere un classico per la prima volta, per un momento sono l'ultima persona sulla terra a farlo, di milioni e milioni che l'hanno fatto prima di me. Cosa mai potrò trarre, senza alcun appiglio, da un timore reverenziale come questo? Da un libro tutti noi possiamo trarre sensazioni piacevoli che vadano a toccare delle corde nascoste dei nostri sentimenti, che ci riportino alla mente dei bei ricordi, che ci incantino per qualche svariato motivo o semplicemente ci facciano trascorrere qualche ora in piacevole serenità. Ma questi non sono parametri oggettivi per giudicare il valore di un testo, quel valore che ha fatto sì che dopo qualche secolo questo sia ancora diffuso e riconosciuto come opera d'arte e noi tutti ancora oggi qui a leggerlo. Quali sono i parametri che ci possono aiutare a capire il valore reale di un libro? Lo stile della prosa, la sintassi, la grammatica, oppure il modo in cui vengono raccontati gli eventi, o la trama stessa, sono parametri più oggettivi? E se sì, quali sono i metodi per giudicarli?

Un aiuto verso un primo timido approccio a questa discussione mi viene da quello che è stato il percorso dei miei studi. Ho frequentato l'accademia di belle arti perché appassionato d'arte, e perché non mi accontentavo di fermarmi al semplice giudizio estetico che può suscitare un quadro. Faccio un esempio banale e semplificato, e forse anche irrispettoso nei confronti di questi grandi artisti: parlando con persone, leggendo opinioni, insomma frequentando la vita di tutti i giorni, è più facile trovare persone che apprezzino i quadri degli impressionisti rispetto a quelli di Picasso, e spero di non peccare di presunzione dicendo che spesso si tende ad apprezzare un dipinto solo prendendo come riferimento la rappresentazione del reale, che è uno dei parametri più immediati da analizzare, quando dietro c'è molto di più, e questo di più comprende la ricerca estetica dell’artista, la filosofia di riferimento, la sintesi formale e coloristica… ma anche la vita del pittore, i rapporti di potere, il contesto storico-sociale, le annesse polemiche, tematiche e contenuti, contestazioni, polemiche e scuole artistiche e di pensiero, rapporti tra quelle locali e internazionali… Per quei grandi artisti ogni quadro era un tassello fondamentale per portare avanti un discorso pittorico che durava una vita, fatta di sacrifici e sperimentazioni continue e di un continuo mettersi in gioco per portare avanti le proprie idee rivoluzionarie quando tutto il resto del mondo gli remava contro. Ed è per questo che vengono ricordati oggi. C’è così tanto da valutare, soppesare, contestualizzare che un semplice "mi piace" "o non mi piace", di fronte a un dipinto, perde completamente di valore.

Per la letteratura credo proprio che sia lo stesso. E spero di non essermi già risposto da solo, annullando il senso di questo topic, con quanto ho tentato di esprimere qui sopra. Quello che volevo chiedervi in sintesi, è se anche voi provate questo disagio, questo senso di oppressione e allo stesso tempo questa urgenza di informarsi e di comprendere, questa difficoltà a formulare un giudizio dopo aver letto un libro, o se siete certi della vostra cultura e vi sentite in grado di affrontare qualunque tipo di libro senza remore. Secondo voi quanto una solida formazione è fondamentale e decisiva per dedicarsi a questo tipo di attività, e credete che sia possibile raggiungere un profondo livello di conoscenza della materia da autodidatta, potendo contare solo sulla propria voglia di imparare, un po' di sana curiosità e qualche soldino da spendere in libri ogni tanto? A volte, non potendo dedicare tutto il tempo che vorrei alla lettura e allo studio (non avendo mai frequentato corsi su questi argomenti) mi prende un profondo scoramento e mi viene da pensare che piuttosto che leggere 30 libri in un anno dovrei leggerne due soli e dedicarmi di più agli approfondimenti. Ma il tempo è poco e l’urgenza di leggere cose nuove mi allontana da questi propositi, per cui rimango con questa sensazione di sconforto mista al disagio, di sprecare il mio tempo potendo comprendere solo una porzione irrisoria di quanto gli autori di ciò che sto leggendo volevano esprimere. Quali sono le vostre idee in proposito? Quali sono i parametri oggettivi per giudicare un libro di valore? Siete sicuri della vostra conoscenza della materia tanto da non farvi mai questi problemi o avete anche voi ansie paure e frustrazioni? Mi faccio troppe domande? Il fatto è che a volte provo a prendere le cose con più spensieratezza, ma questi dubbi piano piano tornano sempre a galla, per cui le considero questioni non risolte :D Rispondete con pensieri in libertà, se vi sentite, sono interessatissimo alle vostre opinioni :)
 
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Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Guarda che ti sei risposto da solo! E' esattamente la stessa cosa che hai indicato per i quadri e la pittura!! In più aggiungici lo studio di qualche testo critico "appositamente" redatto e la mole di "altri" romanzi affrontati che ti permetteranno un paragone.

Secondo me tu sei già bravo facendoti le domande che ti fai, il lettore medio (come l'hai definito tu) è interessato solo a leggere Volo, Dan Brown e simili, senza alcuna implicazione più pronfonda che non sia quella di svagarsi, figurati un grande classico, magari di quelli ritenuti "pesanti" :) Il medesimo lettore "medio" quando decide d'affrontare un classicissimo lo fa senza alcuna base e non si pone nemmeno un quarto delle domande che ti sei fatto tu in questo "topico" e, probabilmente, manco gli interessa nè sarebbe capace di cogliere tutte le sfumature di ciò che sta leggendo :D
Non si interessa del contesto storico, non si interessa dei possibili collegamenti tra altri autori e/o opere, calma piatta.. :)

Rifletti solo su questo: c'è gente che ha letto ed è convinta di aver capito "I fiori blu" di Queneau!! :) Basta dire che ancora oggi non si è sicuri di quale sia il significato intrinseco di quest'opera e vi sono addirittura 3 correnti di pensiero diverse, 3, mica una! E tu sentirai immancabilmente il "lettore medio" dirti: "libro bellissimo", certo come no, ma di che parla "realmente"? Che ha capito? Che c'era un unno o forse due? Che le due storie narrate si incrociano "simpaticamente"? Chi è che appende i cartelli? ;)
 

precious

New member
precious

Io ti consiglierei di non porti tutte queste domande:un quadro può essere visto con gli occhi dell'esperto,ma anche con gli occhi dell'inesperto,quello che conta sono le emozioni che prova quando gli è di fronte.Con i libri è lo stesso:contano le emozioni che suscita,non l'analisi critica.Ognuno ha le sue preferenze,anche in base al percorso di studi che ha fatto e forse non va criticato chi legge Dan Brown.A me fa orrore che costui abbia tutto questo successo,ma se qualcuno passa delle ore piacevoli leggendo i suoi libri,che c'è di male?Basta che non legga ad alta voce in mia presenza perchè sarebbe stalking!
 

Bacci

New member
Stanotte ho sognato che davo fuoco a un istituto d'arte, e poi mi sono svegliato urlando :mrgreen:
Credo che il fatto che stanotte, mentre scrivevo quel messaggione, ero alle prese con un poderoso panino imbottito al prosciutto, spieghi tutto :mrgreen:

Grazie per le risposte! Beh, io con lettore medio intendevo uno un po' come me, che legge un po' di tutto, ma senza essere un luminare in materia di letteratura, non per forza chi legge solo prodotti più commerciali :)

Il fatto è che nonostante mi sia risposto da solo (e a un certo punto mentre scrivevo me ne sono pure accorto, misteri del panino al prosciutto :D) sono andato avanti a scrivere perché mi interesserebbe capire e mi piacerebbe discutere, soprattutto ora che non ho a disposizione un corso di studi da seguire su questi argomenti, o anche solo dei testi illuminati da poter consultare, di quali siano i parametri "più oggettivi" che rendono veramente importante un testo rispetto ad un altro, se possono in qualche modo essere definiti... Lo stile di scrittura "bello o sublime", in cosa differisce, in sostanza, non da uno brutto (ché sarebbe troppo semplice distinguere) ma da uno buono o ottimo? Quali sono gli elementi che rendono uno scrittore un artista, come si possono distinguere?

Io immagino che una vita dedicata agli studi possa permettere di fare molti più paragoni tra varie opere letterarie, ma per chi è agli inizi i primi romanzi appariranno sempre "sacrificati", faranno da cavia per essere entrati in un contesto di analisi più generale, per primi :D
Io il tempo per rileggere i libri due volte non ce l'ho! :D Insomma, non so se sono riuscito a spiegarmi :D

Io ti consiglierei di non porti tutte queste domande:un quadro può essere visto con gli occhi dell'esperto,ma anche con gli occhi dell'inesperto,quello che conta sono le emozioni che prova quando gli è di fronte.

Bè, penso che sia giusto e infatti a volte porsi troppe domande a volte ti porta a perdere l'essenza delle cose, nella loro leggerezza, e purezza.
E concordo che liberarsi delle sovrastrutture, retropensieri, conoscenze acquisite, e paranoie su quelle non acquisite...e lasciar correre la mente senza briglie, possa essere un modo di leggere sano e giusto.
Però se andando avanti con le letture si nota che non ci si accontenta di questo, e i quesiti del post chilometrico di apertura tornano insistentemente a far capolino nella tua testa... allora, e parlo per me, si arriva a un punto in cui la semplice lettura a mente libera non basta più, o almeno, basterebbe per la prima volta in cui ci si approccia a un libro, mentre ce ne vorrebbe una seconda per analizzare il tutto più in profondità. Ma il tempo dov'è? :D
 
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HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
la questione è complicata.
vi può essere un approccio estetico, anch'esso dipendente in maniera variabilissima dalla preparazione culturale, ma anche dalla personale sensibilità del lettore. aggiungendo che il tutto va spesso calato nel confronto tra l'epoca di composizione e quella di fruizione dell'opera, per fare la qual cosa serve un'indubbia preparazione specifica. in questo per i classici gioca il fatto che essi trattano temi forse -almeno limitandosi alla superficie- maggiormente diffusi in quanto bene o male tutti hanno avuto contatto a scuola con le principali vicende storiche, tutti bene o male nel corso della vita vedono e sentono parlare di argomenti che fanno parte eternamente della natura umana...
e i classici sono tali proprio a mio avviso perchè costruiti su questi aspetti, oltre al racchiudere stili espositivi che han fatto a loro volta epoca.
si potrebbe anche dire che le letture contemporanee non sempre sono prive di queste cose e che, a leggerle meno che superficialmente, qualcosa di valido vi si possa ugualmente trovare, certo sovente più rarefatto, ma almeno ambientato nel mondo attuale.
sì, perchè non tutti possono leggere avendo uno specifico bagaglio culturale, magari universitario ma non solo.
e tutte le opere svariano su mille fronti, alcuni dei quali negletti persino allo studioso orientato su specifici settori; tant'è che spesso un libro si può considerare "a cipolla", a strati, a livelli, e ciascuno arrivare ove i propri limiti permettono.
aggiungerei che il penultimo livello, quasi il più profondo, solo l'autore stesso è in grado di capirlo. e l'ultimo nemmeno lui: solo Dio può!
nel seguire da spettatore i gdl ho riscontrato inoltre che alcuni risulta evidente si limitino ai livelli superficiali per scelta, cioè non necessariamente per pochezza culturale -che tanti saprebbero discernerne ben oltre-, ma semplicemente per non creare un dibattito pesante che ben presto rimarrebbe con pochissimi partecipanti, i quali non avrebbero forse nè il tempo nè la voglia di postare trattati che, a certi livelli, solo sarebbero ri-proposte di correnti di pensiero avversarie, ridondanza di siti dedicati e consessi culturali, già più che dibattute altrove.
perciò da parte mia non parto dai 3D del presente forum con aspettative di istruzione capillare, ma come stimolo da un mezzo divulgativo e proponitivo che contribuisce a spingermi alla letture, suggerirmi temi e opere, darmi dei primi accenni ai possibili significati.
Il tanto vituperato Brown ha su di me l'effetto di invogliarmi a ricerche su argomenti come la massoneria, tanto quanto un coltissimo Eco, ma se mi permettete con in più lo stimolo dell'esempio nella possibilità della ricerca, mentre il dotto collega lascia per scontato che chi legge già sappia. due figure diverse uno stesso stimolo: capire cosa c'è da secoli dietro la storia e scoprirne sempre di più. non ho remore a riferire che entrambi mi hanno costretto a ricerche che tuttora non ho concluso -e mai potrò terminare- con la sola differenza che i libri di Brown li concludo in fretta perchè più scorrevoli e devo poi riprenderli continuamente in mano per ricordarmi alcuni particolari, mentre con Eco purtroppo non riesco ad arrivare in fondo con celerità, perchè mi accorgo ogni tanto che leggo parole che non capisco cosa mi stiano in realtà dicendo; e le ricerche con lui devono procedere di pari passo, costringendomi a mesi -a volte anni- per concludere decentemente una sua lettura, spesso ripartendo da capitoli precedenti da rivedere completamente.
altro esempio Grass: conoscevo a spanne l'autore e personalmente alcune sue opere, alcune delle quali ebbi la fortuna di leggere mentre frequentavo germanistica ad Innsbruck, quindi con qualcuno che mi suggeriva "cosa vedere". Bene, opere come "Il tamburo di latta" qui considerate, hanno risvolti e tematiche che richiederebbero anni di studi e una preparazione di base molto profonda ad es nella storia -ma non solo !-, quella intesa però non come cronologia di fatti bellici, ma di tutto ciò che ha determinato i cambiamenti nelle epoche nelle economie nelle correnti di pensiero... Alcuni iscritti lasciano intendere di poter arrivare oltre, ma sarebbe cosa affine al forum ?
 
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ayuthaya

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Membro dello Staff
urca... qui la discussione si fa interessante e io non ho un minuto da dedicarci! uffa... :W
 

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Io ti consiglierei di non porti tutte queste domande:un quadro può essere visto con gli occhi dell'esperto,ma anche con gli occhi dell'inesperto,quello che conta sono le emozioni che prova quando gli è di fronte.Con i libri è lo stesso:contano le emozioni che suscita,non l'analisi critica.

Io credo che il concetto qui espresso (con tutto il rispetto per l'autore), sia proprio ciò che il Bacci vorrebbe "bypassare", perché non si accontenta più di una lettura a questo stadio base: libro emozionante = libro bello!

Più o meno, 3 volte su 4, libro emozionante = libro di poco valore! (e mi sono auto - edulcorato) ;) :)
Temo di conoscere esattamente la sensazione che "soffoca" ogni tanto Bacci; per quanti studi tu possa fare o aver fatto, certi romanzi non saranno mai "assimilati" al 100%! A me è capitato leggendo la prefazione de "L'ultimo uomo" della Shelley (a cura della De Zordo)! Ci si sente minuscoli ed inadatti davanti alla complessità di quello che si sta per leggere! :) Per quanto possa capire ed aver studiato la lettaratura inglese, quel che è spiegato in quelle poche pagine rappresenta un macigno, appalesa quanto sia necessaria una conoscenza approfondita della vita dell'autrice inquadrata nel contesto storico nel quale scrisse l'opera. Conoscenza che si ottiene con anni di studio. E questa operazione è impossibile per ognuno di noi, a meno che non sia il suo campo :mrgreen:

L'unica cosa che si può fare, e qui mi dissocio da Hot, è cercare di selezionare le proprie "letture" (non si vive per sempre, se continuo a leggere romanzi di Brown, non leggerò, anzi, non scoprirò nemmeno che esiste qualcosa d'infinitamente migliore) cercando di trarre/suggere da esse, il massimo che ci sia possibile.. :)

Come? - Mi chiederai tu..
Un punto di partenza potrebbe essere il non commettere lo stesso errore due volte! :)
Mi avvalgo ancora dell'involontario aiuto di Brown: una volta letto "Il codice da Vinci", se uno è un attimo sveglio, avrà capito che s'è trovato davanti a poca roba e NON commetterà l'errore una seconda o terza volta.. Passerà ad altro :)
Se non dovesse accorgersene mai, beh, evidentemente quella è la sua inclinazione, ovvero il livello "basico"; che va benissimo, ognuno legga quel che vuole, però così non si evolverà mai.. :)

Quindi fatti pure tutte le domande che vuoi, sintomo d'intelligenza, a differenza di chi, supinamente, è ormai avvezzo a letture "poco impegnate".. :)
Cerca di capire per quello che è in tuo potere e avrai già fatto un ottimo servizio al romanzo preso in carico :mrgreen:
 

IreneElle

Member
Discussione interessantissima. Grazie Bacci per averla proposta e grazie agli altri che hanno dato i loro contributi.
Mi trovo d'accordo con chi mi ha preceduto, un'opera letteraria, si parla di opera eh, è frutto del tempo in cui è stata scritta e della vita di chi l'ha scritta.
Ovvio che questo "lavoro" di ricerca e studio si può fare raramente, magari su qualche autore che ci ha appassionato in modo particolare.
Anche a me è capitato di sentirmi inadeguata rispetto a molte opere, ho avuto piena consapevolezza di aver assimilato una piccola percentuale di tutto quello che il libro invece conteneva e mi stava donando. Anche questo però è importante, voglio dire, un libro ha il potere di farmi sentire piccola, il potere di ridimensionarmi intellettualmente e allo stesso tempo mi stuzzica, mi porta su google a cercare studiosi che mi spieghino certi passggi, certe simbologie e così via. A volte, per mancanza di tempo o per andare avanti con altre letture, rimango nel limbo e mi accontento di quello che emotivamente l'opera mi ha trasmesso.
Un libro per cui mi sono sentita completamente inadeguata, ad esempio, e che dovrei rileggere è L'Aleph di Borges.

Devo dire che più passano gli anni, più la scelta dei libri da leggere diventa selettiva, quasi a non voler sprecare tempo. Mi rendo conto che mi mancano tanti Giganti da leggere, ma ho ancora 30 anni, fiduciosa di arrivare lucida ad 80, ce la posso fare :YY

Non sono d'accordo con chi dice l'importante è leggere qualcosa, almeno se si vuole intavolare un discorso di un certo tipo. Ho varie amiche che macinano libri settimana dopo settimana, ma sono i cosidetti romanzi chick lit, su quei libri si può dire al massimo bello, simpatico, deludente e così via. Sull'Idiota, ad esempio, che piaccia o meno, ci si può fermare solo a questi commenti?

Da quando frequento questo forum ed altri e da quando partecipo a GdL la qualità delle letture è ulteriormente migliorata ed anche il mio modo di approcciarmi al libro si è evoluta.

Infine vorrei dire che anche sulla critica bisognerebbe muovere delle critiche :mrgreen:, ma non ho più tempo per adesso.

Vi seguirò con piacere infinito, ancora grazie.

P.S. avete mai comprato o letto libri di critica letteraria, se sì di chi? sapreste indicare dei titoli?
 

Bacci

New member
Ma grazie a te :) E anche a Des Esseintes per l'ultima risposta... Alla fine siamo qui per discutere su quello che ci piace e ci stimola, e finora ho letto solo post molto interessanti, ognuno con un punto di vista diverso o con qualcosa da dire :wink:

P.S. avete mai comprato o letto libri di critica letteraria, se sì di chi? sapreste indicare dei titoli?

A me hanno consigliato da poco Il canone occidentale, di Harold Bloom e l'ho messo nella lista delle cose da prendere :)
Poi in casa ho parecchi saggi ma sono tutti incentrati sull'arte o sulle vite dei pittori... Ho letto qualche saggio su Proust, uno su Wilde, e parecchi altri presi in biblioteca, ma ora come ora non saprei nemmeno dire i titoli esatti. Recentemente ho comprato anche altre cosette, ma devo ancora leggerle. Le cose più carine comunque posso dire di averle trovate nelle introduzioni dei libri stessi :)

Comunque, e spero che mi perdonerete le ingenuità ma sono cose che nella loro piccolezza mi appassionano profondamente, è impressionante come un minimo di pratica in più su certi argomenti possa aprire le porte dell'immaginazione, per certi versi portare a una sorta di piccola illuminazione... Faccio un esempio molto semplice: sto leggendo il Bel Ami di Maupassant, e quel poco di arte e di storia che ho studiato mi permette di cogliere i riferimenti alle stampe giapponesi, che il protagonista usa in un certo momento per abbellire il suo umile appartamento in occasione della visita dell'amante, in un'ottica tutta diversa... Chi ha un po' di dimestichezza con la storia dell'arte di quel periodo da una semplice informazione come questa può ricavare un piccolo mondo nel mondo, che va a infatti ad accrescere tutta l'atmosfera del libro. Senza dilungarsi troppo, quelle stampe infatti vennero prese come riferimento e oggetto di studio da i maggiori pittori dell'epoca, e i risultati di questi studi sono visibili in tanti celebri capolavori dell'arte come anche nella vita di tutti i giorni di quel periodo storico, perché occuparono un posto di rilievo nelle sperimentazioni di questi artisti e nei loro dibattiti. Tutte queste informazioni e semplici riferimenti creano un fascino ancora più grande alle azioni narrate da Maupassant, che di tutto questo era certamente consapevole, e contribuiscono a dare uno spessore incredibile al libro, come se i personaggi fossero reali e calati in un mondo più ampio e varigato, che va molto al di là di quello che viene narrato e brulica di vita in profondità, anche al di fuori delle pagine scritte, e questo è solo un piccolo, minuscolo esempio. Come sarebbe bello trovare il tempo per approfondire qualunque argomento e cogliere più in profondità tante altre cose che invece purtroppo ad una lettura più superficiale, è proprio il caso di dirlo, entrano da un orecchio e escono dall'altro :mrgreen:
 
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HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
come materiale esemplificativo al mio discorso, per chi avesse un attimo di tempo riporto un link sull'opera "La Ratta" di Grass, leggendo il quale potete farvi un'idea sul mio tipo di approccio alle letture, preso atto della mia inadeguatezza di base conseguente ai coatti studi di ordine tecnico che ho come bagaglio scolastico.

Germanistica.it - Saggi - «Die Rättin» - La crisi dell’illuminismo nell'anno di Orwell

credo sia ovvio e giustificabile sotto svariati punti di vista che leggere i classici in tale maniera, debba lasciare spazi doverosi a intermezzi defaticanti, che se si vuole evitare di definire letteratura non sono contrario, ma sono pur sempre libri e lasciano rilassare le meningi senza smettere di darsi alla lettura; se non altro permettendoti di essere aggiornato sul mondo che ti circonda e poter intervenire con cognizione di causa anche nelle discussioni "del quotidiano", con la gente di tutti i giorni, senza passare da marziano separatista.
credo che la vita non sia un'attività selettiva orientata al raggiungimento del massimo livello di cultura sui classici, in quanto ogni studio se non insegna a comportarsi nella vita resta cosa fine a se stessa, e sotto quest'ottica può raggiungere miglior maturazione uno che magari ha letto solo 132 classici -magari per bene- piuttosto che colui che ne ha bevuti 456.786.434, magari senza comprenderli al meglio.
voglio dire che alla fine nel mondo vi sono grandissimi studiosi che rimangono come persone degli emarginati, altri che invece danno la precedenza all'esistenza, finalizzando la cultura propedeuticamente a ciò.
io sono per conoscere un po' di tutto, e se perciò sarò persona di basso profilo pazienza, tanto ora che con l'età inizio a subire attacchi di Alzheimer, sto comprendendo che meglio se riesco a vivere con automatismi faticosamente conseguiti nel tempo studiando la vita, piuttosto che saper citare questo o quel grandissimo autore.
eppoi magari capita vedere persone impegnatissime a mantener ben distinte e selezionate le letture nell'ambito del classico, rivelarsi all'opposto gran cultori che so della musica Punk che ritengono magari la sola culturalmente degna, partecipando regolarmente a raduni che nulla nel campo musicale hanno a che fare col classico e -ovviamente- neppure nel settore prettamente sociale. oppure ostentare fanatismo chessò per un Klimt e ignorare magari un Tintoretto...
so che ora sto esondando nel qualunquismo, perciò concludo affermando che la cultura non è qualcosa di assoluto ma sempre e solo relativo, e che nessun senso ha se non calata nel reale della vita rimanendo invece rinchiusi in una torre di cristallo. (o era avorio ? boh).
perciò nel momento in cui si discute -per tornare a noi- magari sulle letture, lo si fa confrontandosi con la controparte nella reciproca accettazione dei rispettivi livelli di cultura -cui consegue diversa interpretazione dell'opera- evitando di scadere nei giudizi sulle persone e loro abitudini, e non tralasciando per immodestia che anche il più ignorante possa essere depositario di qualcosa che ci è magari sfuggito e che magari potrebbe essere proprio il famoso bandolo della matassa ...
e per finire pochi son coloro che possono veramente affermare se qualcosa vada o no letto, e anche così, io mai accetterò che qualcuno mi dica cosa fare se non per sereno consiglio invece che sprezzante giudizio. nemmeno fosse titolare della più importante cattedra di letteratura ... figuriamoci poi se titoli non ne ha !




ps) ma quanti "magari" ho scritto ?!? :?
 
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IreneElle

Member
Hot, forse l'hai presa sul personale e credimi non lo è...io rispetto la cultura ed i gusti di tutti, qui si parla però di critica letteraria, del bisogno di "digerire" in maniera diversa e superiore alcuni libri. Ed ovviamente se parliamo di critica letteraria non possiamo applicare tale discorso ai libri della Kinsella, per esempio.
E poi pure ad una come me, laureata in Lettere Classiche, piace andare ai concerti del Boss e dei Green Day e ama i Queen!
Però pure lì, se non mi leggo i testi e non cerco di capire come siano nate quelle canzoni, mi sento incompleta, quindi son fatta così :paura:
 

ila78

Well-known member
Leggendo questa discussione l'unica cosa che mi viene da pensare è "Ila sei proprio una bestia: da sempre leggi per puro piacere e i "mattoni" che non ti coinvolgono dopo 20 pagg li rifuggi come la peste, ti piacciono da morire gli Impressionisti e Picasso non lo capisci, hai letto Dan Brown (ma non mi è piaciuto :wink:) e nei GDL fai solo commenti superficiali, infarciti di cavolate il più delle volte"....un giorno o l'altro mi esilieranno dal forum....:mrgreen:
 

Bacci

New member
Prima che si sfoci in polemiche poco piacevoli ci tengo a precisare che con il post iniziale intendevo soltanto porre l'accento sul mio metodo di lettura, su quello che mi capita di provare quando affronto un libro e l'ho fatto proprio per scoprire se qualcuno condivideva i miei stessi dubbi e magari per ricevere dei consigli da chi ne sa più di me, ma non ho mai minimamente pensato che esista un modo "giusto" di leggere e uno "sbagliato" e di conseguenza estendere il giudizio dal metodo di lettura, al lettore... Questa è una cosa che proprio non mi è mai passata per la testa e credo non sia nelle intenzioni di nessuno, tra l'altro mi è costato anche un po' di fatica provare a mettere in pubblico i miei dubbi e le mie perplessità, visto che sono anche parecchio timido :) Detto questo, secondo me ogni punto di vista può essere utile a ragionare, per mettersi in gioco e ad accrescerci un pochino pensando e ragionando su quello che condividiamo o su quello su cui dissentiamo, secondo il nostro modo di vedere le cose. Perciò grazie a tutti per i vostri contributi :)
 

ila78

Well-known member
Prima che si sfoci in polemiche poco piacevoli ci tengo a precisare che con il post iniziale intendevo soltanto porre l'accento sul mio metodo di lettura, su quello che mi capita di provare quando affronto un libro e l'ho fatto proprio per scoprire se qualcuno condivideva i miei stessi dubbi e magari per ricevere dei consigli da chi ne sa più di me, ma non ho mai minimamente pensato che esista un modo "giusto" di leggere e uno "sbagliato" e di conseguenza estendere il giudizio dal metodo di lettura, al lettore... Questa è una cosa che proprio non mi è mai passata per la testa e credo non sia nelle intenzioni di nessuno, tra l'altro mi è costato anche un po' di fatica provare a mettere in pubblico i miei dubbi e le mie perplessità, visto che sono anche parecchio timido :) Detto questo, secondo me ogni punto di vista può essere utile a ragionare, per mettersi in gioco e ad accrescerci un pochino pensando e ragionando su quello che condividiamo o su quello su cui dissentiamo, secondo il nostro modo di vedere le cose. Perciò grazie a tutti per i vostri contributi :)

E io tengo a precisare che il mio post precedente voleva essere ironico per sdrammatizzare un po', io sono fatta così, le robe serie tendo a buttarle in cagnara...:mrgreen: non era assolutamente mia intenzione minimizzare la tua discussione,peraltro molto interessante, o peggio ancora volerla portare in polemica. Ho solo scritto quello che mi è passato nella testolina leggendo. :D
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Premetto che ho scritto questo commento "offline" per cui non ho avuto modo (nè ce l'ho adesso purtroppo!) di leggere gli ultimi interventi!!! per tanto questa è la mia opinione, nel rispetto di tutti quelli che la pensano diversamente...

Che bella discussione!!! non posso esimermi dall’intervenire anch’io, anche se devo ammettere che quello che provo è stato espresso magnificamente sia dal senso di “disagio” provato da Bacci, sia dalla “reazione” di Des... Mi ritrovo perfettamente in quello che hanno scritto entrambi...
Già, perchè anch’io vengo assalita tante volte dalla coscienza che quello che riesco a comprendere di un libro, per quanto elevati possano essere la mia “cultura” o il mio interesse (e nel mio caso, l’una è decisamente “normale” mentre l’altro è sì grande, ma non tanto da farmici dedicare quanti vorrei...), sarà sempre poca cosa rispetto a quello che potenzialmente contiene quello stesso libro.. Questo, chiaramente, vale solo (o soprattutto) quando il libro in questione è un libro “di valore”, ovvero un libro che non è stato scritto “tanto per” e che quindi, come tale, pretende di non essere letto “tanto per” (e qui credo di essere in perfetta sintonia con Des, ma non mi sorprende!!!)...

è proprio per questa ragione che, da un po’ di tempo a questa parte, anch’io sono diventata estremamente selettiva con le mie letture (e questo, a onor del vero, soprattutto da quando sono iscritta qua e ho avuto a che fare con certi “soggetti”..ahahha!!!): la vita è troppo breve per essere sprecata! e questo (secondo me) vale in qualsiasi aspetto di essa! Perciò preferisco concentrarmi su ciò che so (o intuisco) essere “di spessore”, quindi costruttivo per me (non tanto per la mia cultura, ma proprio per me stessa, per la mia anima, persino per la mia “umanità”...) piuttosto che perdermi in mille strade laterali...

Però, avendo spesso a che fare con questi “colossi” (penso ad alcuni dei libri letti più o meno recentemente: il Don Chisciotte, il Faust di Goethe, il mio adorato Dosto, Faulkner, Proust che sto leggendo proprio adesso...), percepisco ancora più grande dentro di me il “gap” di cui sopra, ovvero la grandezza “oggettiva” del libro e quello che può giungere a me, umile lettrice senza alcuna preparazione specifica... Credo che questo senso di “inadeguatezza” , se vissuto come uno stimolo e non come un’inibizione, sia qualcosa di estremamente positivo...
A parte che è una questione di carattere (io infatti vivo questo “scarto”, a volte non sempre del tutto positivo, in moltissimi aspetti della mia vita), però –per quanto mi riguarda– non ho mai lontanamente pensato di rinunciare a una lettura solo perchè la ritenevo troppo “difficile” o “inarrivabile”.... anzi, semmai il contrario!!! Ripeto, è questione di carattere, per cui non sto affermando che questo sia il modo giusto di approcciarsi, però io adoro le “sfide” e confrontarmi con un Grande della letteratura non mi fa paura, ma anzi... mi stuzzica, accende la mia passione e il mio entusiasmo!

Oltretutto (ma anche questa è solo la mia opinione) credo che sia solo “puntando alto” che miglioriamo noi stessi... Certo, occorre avere coscienza dei nostri limiti (nella letteratura come in qualsiasi altra cosa) ma da che mondo è mondo si cresce bene nutrendosi di cose “buone”... (Tra parentesi: detto così sembra che la mia sia una scelta di principio, ma non è affatto così: io leggo certi libri perchè mi piacciono di più... punto!!! Semplicemente mi accorgo che più libri “di valore” leggo, più il mio gusto si affina e di conseguenza “pretendo” di più... In questo non posso che essere pienamente d’accordo con Des)

Non vorrei aver spostato il discorso dalla questione “critica” a una di pura “selezione dei libri letti”... Ritorno sul tema principale per dire che comunque io credo che già solo sentire dentro di sè la voglia, il bisogno di andare un po’ più in profondità sia qualcosa di meraviglioso, da coltivare... Probabilmente non diventeremo mai degli esperti (sennò saremmo tutti critici e non semplici lettori), però avremo il privilegio di percepire, di “intuire” anche solo in modo confuso, tutta la grandezza, la complessità e la bellezza che si “nascondono” in un libro (non tutti i libri, ma molti sì)... e alla fine non è questa l’Arte? :)
 
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Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Prima che si sfoci in polemiche poco piacevoli ci tengo a precisare che con il post iniziale intendevo soltanto porre l'accento sul mio metodo di lettura, su quello che mi capita di provare quando affronto un libro e l'ho fatto proprio per scoprire se qualcuno condivideva i miei stessi dubbi e magari per ricevere dei consigli da chi ne sa più di me, ma non ho mai minimamente pensato che esista un modo "giusto" di leggere e uno "sbagliato" e di conseguenza estendere il giudizio dal metodo di lettura, al lettore... Questa è una cosa che proprio non mi è mai passata per la testa e credo non sia nelle intenzioni di nessuno, tra l'altro mi è costato anche un po' di fatica provare a mettere in pubblico i miei dubbi e le mie perplessità, visto che sono anche parecchio timido :) Detto questo, secondo me ogni punto di vista può essere utile a ragionare, per mettersi in gioco e ad accrescerci un pochino pensando e ragionando su quello che condividiamo o su quello su cui dissentiamo, secondo il nostro modo di vedere le cose. Perciò grazie a tutti per i vostri contributi :)

Ma no, dai Bach, non ce l'hanno mica con te! :D ;)
L'unico che si assesta veramente su certe posizioni "estremiste" sono io :D
Ricorda che io sono quello che, tempo fa, scrisse "ognuno è ciò che legge" ;)
Ovvio che il tuo topic sia stato ideato nel rispetto delle posizioni, condivisibili o meno, degli altri..
Io resto della mia, c'è differenza tra "leggere bene" e "leggere male" (e non solo nel senso della qualità dell'opera, ma anche, e soprattutto, nel modo di porsi davanti ad essa): quello che, da come ha scritto, sembra fare IreneElle è "leggere bene" :mrgreen:
 

Bacci

New member
Ma no, dai Bach, non ce l'hanno mica con te! :D ;)
L'unico che si assesta veramente su certe posizioni "estremiste" sono io :D
Ricorda che io sono quello che, tempo fa, scrisse "ognuno è ciò che legge" ;)
Ovvio che il tuo topic sia stato ideato nel rispetto delle posizioni, condivisibili o meno, degli altri..
Io resto della mia, c'è differenza tra "leggere bene" e "leggere male" (e non solo nel senso della qualità dell'opera, ma anche, e soprattutto, nel modo di porsi davanti ad essa): quello che, da come ha scritto, sembra fare IreneElle è "leggere bene" :mrgreen:

Ehi guarda che lo so, io cercavo di fare da paciere per tutti :D
 
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M

maredentro78

Guest
Io credo dipenda da come viviamo la lettura,come un esame come c'e stata inculcata a scuola e a quali obiettivi e fini ci poniamo e la lucidità e la consapevolezza di quello che stiamo leggendo e del perché!Io sono fermamente convinta che si possa leggere libri impegnativi continuando a migliorarsi come dice ayu,ma anche che la lettura possa essere un momento di svago e allontanamento dalla realtà,una cosa non esclude l'altra,ne sono certissima anzi una mente meno rigida e flessibile é una mente piu vivace e meno intrappolata in quello che penso sia lo snobismo intellettuale.La critica e l'approccio critico sono affascinanti ma un uso smoderato di questi ci intrappola facendoci perdere il senso dell'opera!come dice saggiamente hot il senso dell'opera appartiene solo all'autore,noi semplici mortali possiamo solo interpretare.Comunque Bacci le stesse domande che ti sei posto tu io lo feci con i film,e ho iniziato a sperimentare di piu e aiutarmi leggendo le recensioni di critici,ma anche li a volte un pubblico attento coglie di piu rispetto ad un critico accreditato.Se quello che t'interessa é approfondire troverai il modo ma non scordare di filtrare tutto con la tua testa e le tue emozioni,l'oggettività non esiste.....:mrgreen:
 

precious

New member
precious

Io credo dipenda da come viviamo la lettura,come un esame come c'e stata inculcata a scuola e a quali obiettivi e fini ci poniamo e la lucidità e la consapevolezza di quello che stiamo leggendo e del perché!Io sono fermamente convinta che si possa leggere libri impegnativi continuando a migliorarsi come dice ayu,ma anche che la lettura possa essere un momento di svago e allontanamento dalla realtà,una cosa non esclude l'altra,ne sono certissima anzi una mente meno rigida e flessibile é una mente piu vivace e meno intrappolata in quello che penso sia lo snobismo intellettuale.La critica e l'approccio critico sono affascinanti ma un uso smoderato di questi ci intrappola facendoci perdere il senso dell'opera!come dice saggiamente hot il senso dell'opera appartiene solo all'autore,noi semplici mortali possiamo solo interpretare.Comunque Bacci le stesse domande che ti sei posto tu io lo feci con i film,e ho iniziato a sperimentare di piu e aiutarmi leggendo le recensioni di critici,ma anche li a volte un pubblico attento coglie di piu rispetto ad un critico accreditato.Se quello che t'interessa é approfondire troverai il modo ma non scordare di filtrare tutto con la tua testa e le tue emozioni,l'oggettività non esiste.....:mrgreen:

La penso esattamente come te:vuoi mettere,ad esempio, leggere "L'infinito"di Leopardi come si fa la liceo,cercandoci dentro cose che forse lui neanche pensava e leggerlo stando su un'amaca una sera d'estate lasciando che le parole fluiscano direttamente al cuore senza il filtro dell'analisi critica?
 
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