I libri che più ci rappresentano...

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Ciao a tutti!!! Come al solito apro un topic dopo che mi frulla in testa da diverse settimane... (ah, il tempo è sempre tiranno!!! :mrgreen:)

All'interno del Forum abbiamo diversi topic dedicati a una nostra personale "top list" che si differenzia per piccole cose... ci sono i libri con cui ci presentiamo, i libri secondo noi oggettivamente "migliori" e "peggiori" della letteratura, quelli che andrebbero letti almeno una volta nella vita, quelli che abbiamo trovato difficili o impossibili da leggere, ecc. ecc.

Vi propongo un ulteriore lista, un po' più "intima" (e spero che questa ragione non inibisca alcuni di voi a rispondere...) ovvero:
quali sono i libri che più vi rappresentano?
Mi spiego meglio: se ora come ora dovessi stilare una top list dei libri più belli che ho letto in tutta la mia vita, probabilmente sceglierei quelli che ritengo essere i "migliori", se non addirittura dei capolavori.. moltissimi libri di Dosto, Tolstoj, Proust, oppure il Don Chisciotte, il Rosso e il nero di Stendhal, ma anche Eco, Saramago... oppure sceglierei libri o autori che a me sono particolarmente cari, come Tiziano Terzani o Virginia Woolf.

Ma se dovessi esprimere me stessa attraverso un numero ristretto di titoli, quali sceglierei? Quali sono i libri che non solo mi sono piaciuti o mi hanno colpito perchè oggettivamente sono dei capolavori, ma che davvero sono riusciti a toccare le corde della mia anima? Attenzione: non parlo di libri che ci hanno semplicemente "commosso" o "coinvolto emotivamente", ma di libri nei quali davvero abbiamo riconosciuto noi stessi o una parte di noi stessi... Magari per il modo di scrivere dello scrittore, per la storia, per i caratteri dei protagonisti, o per il messaggio profondo del libro...
Libri che, messi insieme l'uno con l'altro, potrebbero persino (per quanto chiaramente sia una cosa impossibile da fare) disegnare un nostro ritratto da donare a chi non ci conosce...

Siccome è risaputo che in queste cose sono molto poco riservata (ahahahah!!), comincio io e stilo la piccola dei classifica dei libri nei quali - per un motivo o per l'altro - mi sono riconosciuta di più (e che non necessariamente sono i miei preferiti in assoluto)...

Preferisco scrivere i titoli senza commentarli (anche perchè ora come ora il tempo libero a mia disposizione è scaduto!!!), magari lo farò più in là... e lascio a voi la parola sperando che possiate rispondere in tanti!!!

- L'idiota di Dostoevskij (ma se l'è giocata molto con I fratelli Karamazov)
- Faust di Goethe
- Alla ricerca del tempo perduto di Proust (mi permetto di scrivere il titolo dell'intera opera, benchè stia leggendo solo il secondo volume...)
- indecisa fra due di Philip Roth, scelgo Pastorale Americana (l' "avversario" era Il teatro di Sabbath)
- Le correzioni di Franzen
- Il deserto dei tartari di Buzzati
- Le lacrime di Nietsche di Yalom
- Mrs. Dalloway della Woolf

(to be continued... spero!!!)
 

Grantenca

Well-known member
E' qualcosa di molto impegnativo che si richiede in questa discussione, ma non voglio sottrarmi e spero di essere sufficientemente sincero:
Fiesta di Hemigway;
Il deserto dei Tartari di Buzzati;
L'Airone di Bassani;
Buio a mezzogiorno di Arthur Koestler;
Il libro che però più mi ha segnato emotivamente e' un libro di cronaca-storia. "in quelle tenebre" di Gitta Sereny.
 

isola74

Lonely member
Memorie di una ragazza per bene , de Beauvoir
Il processo
, Kafka
Dell'amore e di altri demoni e Cent'anni di solitudine, Marquez
Arcodamore, De Carlo
...e ovviamente Il piccolo Prinicpe!
 

Jessamine

Well-known member
È molto difficile scegliere, perché serve una grande riflessione, che ora non credo di avere il tempo di fare, ma che prometto farò, perché è molto interessante.
Inizio però con quello che mi è balzato subito alla mente, senza che ci dovessi pensare troppo:
Che tu sia per me il il coltello, di Grossman
 

precious

New member
precious

Il deserto dei tartari e La casa degli spiriti sono i primi che mi vengono in mente:perenne attesa di qualcosa come nel deserto dei tartari,una certa dose di preveggenza e una di fatalismo come il personaggio di Clara della casa degli spiriti.
Aspiro a diventare saggia e felice di quello che ho come Precious Ramotswe,l'investigatrice del Botswuana creata da MacCall Smith,ma non credo che ci riuscirò mai.
Anche I tre moschettieri mi rappresenta:vivo l'amicizia come qualcosa di sacro e per questo mi sento D'Artagnan.Guarda caso ho tre amiche che potrebbero identificarsi in Athos,Porthos e Aramis.
 

Athana Lindia

Πάντα ρει
Bello questo topic :)

Sicuramente mi verranno in mente mille altri titoli, semmai li aggiungo. Per ora posso solo citare Un indovino mi disse (Terzani) e tutte le opere di Sofocle.
 

Meri

Viôt di viodi
Jane Eyre. Bronte
Cave Canem. Comastri Montanari
Gabriela Garofano e cannella. Amado
Nel ritmo del piacere. Amore morte e Duran Duran. Taylor
 

darida

Well-known member
Il Ventre di Parigi di Zola
Cargo di Simenon
Il quinto figlio della Lessing
la Milano della quadrilogia di Scerbanenco e anche per me Il Deserto dei Tartari di Buzzati -siamo in molti in attesa a quanto pare :wink:
e altri, sicuramente molti altri, questa e' una specie di risposta secca
non sono tra i preferiti in assoluto,ma quelli che per motivi noti e per altri oscuri :mrgreen: hanno toccato quella corda in piu' :wink:
 

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Mmmm, mica una domandina da poco.. Per come la intendo io, direi anche piuttosto personale :D Ti metterò quelli che mi rappresentano meglio, ma non ti specificherò per quale motivo, se non che i protagonisti presentano determinati aspetti che mi sono affini, mentre per i conigli, chi mi conosce bene sa perchè.. :D :)

"L'educazione sentimentale" di Flaubert
"Oblomov" di Goncarov
"A rebours" ("Controcorrente") di Huysmans
"Un eroe del nostro tempo" di Lermontov
"I figli di Matusalemme" di Heinlein
"La collina dei conigli" di Adams
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Colgo al volo la frase di Des (sì... hai capito benissimo! è molto personale come cosa!!!) e alzo la posta: chi di voi vuole spiegare in due righe il perchè delle sue scelte (o almeno di alcune)?
Lo farei io per prima, ma oggi è una giornata nera e temo che nn avrò il tempo di respirare!!!
 

Meri

Viôt di viodi
Il libro di Taylor perchè parla degli anni '80, quelli che ho vissuto completamente immersa.
 

bouvard

Well-known member
Rispondo, ma senza spiegare il perché di questi libri :mrgreen:

- L'isola di Arturo, E. Morante
- Il mulino sulla Floss, G. Eliot
- Il castello, F. Kafka
- Diario d'Irlanda, H. Boll
- L'airone, G. Bassani
- Fahrenheit 451, R. Bradbury
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ce ne sono tanti,ma al momento,così d'istinto,me ne viene in mente solo uno e non serve spiegare il perché,sta già nel titolo:
Il libro dell'inquietudine di Pessoa.

Per gli altri ci rifletterò su e ripasserò.
 

fabiog

New member
In questo momento me ne vengono in mente tre :
- IT per il ricordo delle fasi della crescita, le estati con gli amici e quelle amicizie che si credono eterne
- Delitto e Castigo perchè il " fascino " dell'omicidio e soprattutto di quello che si può provare dopo , il tormento della discesa fino al fondo e il conseguente riscatto è una cosa che mi ha sempre affascinato
- IL conte di Montecristo perchè trovo Edmond Dantes un uomo che si potrebbe desiderare di essere
 

SALLY

New member
La vagabonda di Colette e Il purosangue di Lawrence

Mi sono ritrovata ed ho avuto un'enorme empatia per la protagonista di " La vagabonda" perché abbiamo fatto le stesse scelte nella vita, senza conoscersi :mrgreen: per certe persone è molto più faticosa la condivisione che la solitudine...come dice Gaber : I soli hanno l'orgoglio di bastare a se stessi!
" Il purosangue" idem...la protagonista ad un certo punto della sua vita ha scelto la sua vita, s'è lasciata alle spalle un mondo frivolo, fatto di niente...ha abbandonato tutti, tranne il cavallo ( scelta ampiamente condivisa).:mrgreen: :wink:
 

zanblue

Active member
Direi

" Lettera al padre" di Kafka - per lo stesso gelo con cui ricordo i rapporti di famiglia.

" Uno,nessuno e centomila" di Pirandello. Perchè spesso, mi ritrovavo a tentare di dissolvere e diluire il mio Io , come faceva Vitangelo,il personaggio principale del libro_Ora sono guarita.:mrgreen:
 
Ultima modifica:
Mmh una domanda direi personale...:D

Senza pensarci troppo, dico:

I misteri di Udolpho di Ann Radcliffe
Laggiù, nell'abisso di Huysmans
Cime Tempestose di Emily Brontë
L'angelo di fuoco di Brjusov
Paura di sognare di Carroll
Veronika decide di morire di Paulo Coelho
Una stagione all'inferno di Rimbaud
Zorro, L'inizio della leggenda di Allende
1984 di Orwell
Il velo dissolto di Eliot
Demian di Hesse
La collina dei conigli di Adams

:HIPP
 

Cold Deep

Vukodlak Mod
Uno fra i tanti libri che mi potrebbero rappresentare è "Tre cavalli" di Erri De Luca, un libricino che mi lasciò avvinto dalla sua storia, dai suoi significati, dal suo lessico e mi rinfrancò in un momento non molto bello.

Strano sapersi perduti tutti i giorni e non dirsi mai addio.
 

Yamanaka

Space's Skeleton
Bel topic, che mi costringe a sfogliare fra le pagine della memoria... :)

Ora come ora direi:

-Dellamorte Dellamore di Tiziano Sclavi per la mia adolescenza romantica e malinconico-tormentata.

-Il Demone di Lermontov per l'intensità e le mille contraddizioni e difficoltà del sentimento.

-I fratelli Karamazov di Dostoevskij per il domandarsi radicale metafisico.

-Lo straniero di Camus per la lotta, dai toni ambigui e difficili, contro il nichilismo.

-La casa delle belle addormentate di Kawabata per la bellezza e l'amarezza della malinconia estetica.

-Memorie dall'aldilà di Machado de Assis per l'avventura e l'ironia, anche amara, del percorso esistenziale e della ricerca.

E infine non un'opera di narrativa, cioè

-Così parlo Zarathustra di Nietzsche per avermi definitivamente spinto lungo la strada della filosofia, sopratutto quella aperta all'indagine dell'irrazionale.
 
Alto