Jessamine
Well-known member
Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande, basato sulle ricerche condotte negli anni '20 da Evans-Pritchard in Africa, è un'opera fondamentale in ambito etnografico e un classico dell'antropologia culturale e sociale. Combinando la pratica etnografica con elaborate riflessioni teoriche, il testo ha stimolato il dibattito anche al di fuori dei confini disciplinari e costituisce un punto di riferimento per chiunque si occupi di credenze sulla stregoneria e, più in generale, di problemi relativi alla razionalità in culture diverse dalla nostra.
Le concezioni della stregoneria e della magia, nonché le pratiche oracolari e divinatorie degli Azande - un insieme di popolazioni di lingua sudanese stanziate fra il Sudan e il Congo attuali -, sono presentate come un complesso strutturato, coerente e logicamente necessario, non riducibili alla dicotomia vero/falso. A partire da quest'opera il pensiero cosiddetto "primitivo" non sarà più analizzabile secondo la sua presunta natura pre-razionale o pre-logica, ma in relazione alla società che lo esprime.
Credo che questo sia uno dei pochi testi studiati per un esame che non hanno rappresentato per nulla un peso, ma anzi, quasi un piacere.
A mio parere, chiunqe dovrebbe leggere un libro di antropologia, e non solamente per venire a conoscenza di realtà diverse, usi e costumi che possono o meno suscitare il nostro interesse, ma perché credo che il rendersi conto di come l'uomo, nonostante categorie di pensiero, schemi narrativi e ideologie completamente diversi, sia sostanzialmente lo stesso essere. E non importa che giustifichi una disgrazia con la sfortuna, il caso, una coincidenza o l'opera di stregoneria di un vicino invidioso, perché passioni e modi di fare sono gli stessi, nonostante possano incanalarsi in modi d'essere quasi opposti.
Le concezioni della stregoneria e della magia, nonché le pratiche oracolari e divinatorie degli Azande - un insieme di popolazioni di lingua sudanese stanziate fra il Sudan e il Congo attuali -, sono presentate come un complesso strutturato, coerente e logicamente necessario, non riducibili alla dicotomia vero/falso. A partire da quest'opera il pensiero cosiddetto "primitivo" non sarà più analizzabile secondo la sua presunta natura pre-razionale o pre-logica, ma in relazione alla società che lo esprime.
Credo che questo sia uno dei pochi testi studiati per un esame che non hanno rappresentato per nulla un peso, ma anzi, quasi un piacere.
A mio parere, chiunqe dovrebbe leggere un libro di antropologia, e non solamente per venire a conoscenza di realtà diverse, usi e costumi che possono o meno suscitare il nostro interesse, ma perché credo che il rendersi conto di come l'uomo, nonostante categorie di pensiero, schemi narrativi e ideologie completamente diversi, sia sostanzialmente lo stesso essere. E non importa che giustifichi una disgrazia con la sfortuna, il caso, una coincidenza o l'opera di stregoneria di un vicino invidioso, perché passioni e modi di fare sono gli stessi, nonostante possano incanalarsi in modi d'essere quasi opposti.