Grey, S.L. - Il manichino

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
Dan è un ragazzo inquieto e poco socievole che lavora in uno squallido, enorme centro commerciale. Odia il suo lavoro. Rhoda è una giovane freak nera, sfregiata da una cicatrice che tutti guardano con orrore, e ha qualcosa in comune con Dan: odia la propria vita. Un giorno Rhoda, per procurarsi la cocaina, trascina al centro commerciale il bambino a cui fa da baby sitter ma, in un momento di disattenzione, il ragazzino sparisce e lei va nel panico. Poi vede Dan e lo costringe ad aiutarla. Mentre esplorano corridoi illuminati dai neon sulle tracce del piccolo, inquietanti SMS li attirano nelle viscere dell’edificio, dove sono accatastati mucchi di vecchi manichini e dal soffitto gocciola uno strano liquame. Tentando di fuggire da quel macabro spettacolo, si rendono conto di essere rimasti invischiati in un allucinante gioco a quiz gestito da qualcuno che rimane sempre nell’ombra e che dall’ombra osserva e ascolta ogni loro minimo gesto, ogni sillaba, ogni brivido d’orrore. Inseguiti da esseri informi, precipitano in un inquietante e mostruoso mondo parallelo, dove i commessi sono incatenati ai banconi, dove nessuno è normale, dove l’universo intero sembra popolato da manichini e freak che ai tavolini del bar si cibano di poltiglie sanguinolente. Riusciranno mai Dan e Rhoda a ritornare alla loro realtà? A sfuggire alla mente mostruosa che li vuole persi per sempre nei labirinti infernali dell’enorme, disumano centro commerciale?


Libro su cui sono molto combattuto, la prima definizione che mi viene in mente è "mattissimo". L'idea di base sarebbe davvero buona - finire in un centro commerciale parallelo, in una dimensione altra rispetto alla nostra, popolato da stranezze, freak fulminati e impiegati "prosciugati" di qualsiasi forza di volontà e libertà decisionale - ma la realizzazione, ahimè, lascia a desiderare.
Anzitutto il linguaggio con cui è scritto: ok che l'intenzione è quella di rendere la parlata slang di due giovani (una "ragazzaccia" e un anonimo commesso), però il ricorso alle parolacce e la scurrilità gratuita qui superano di gran lunga un livello accettabile. E' pur sempre un romanzo, un filtro letterario è d'uopo.
Per quanto riguarda la trama, ho trovato adrenalinica la parte in cui finiscono nelle viscere del centro commerciale: le sensazioni asfittiche di claustrofobia, o di essere braccati e di non farcela a uscire dall'ascensore, dai tunnel, dal condotto sott'acqua, sono rese bene e mettono ansia nel lettore.
La seconda parte, invece, quando arrivano all'altro "mall", l'ho trovata più debole, meno frizzante e ansiogena. Boccio infine l'ultima parte in cui sono a casa della madre e pian piano si fa strada dentro di loro il desiderio di "tornare". Qui gli autori strizzano l'occhio a Lost (We gotta go back, Kate... We gotta go back!) ed è tutt'altro che una trovata originale.
Do 3 stelline per compensare questo squilibrio: 4 stelle la parte della fuga/via di scampo, 2 stelle la seconda e la terza.
Curiosità: il titolo in italiano non c'azzecca niente. I manichini compaiono in una manciata di pagine e non sono affatto protagonisti della storia. Il cuore pulsante e protagonista indiscusso in realtà è il centro commerciale, e infatti il titolo originale è "The mall".
 

Dallolio

New member
Germano mi hai demotivato... se mi dici che la seconda parte è peggiore della prima questo libro lo butto all'istante... lo trovo volgare ed eccessivo, con i due protagonisti peggiori di tutta la letteratura mondiale... proseguo o no, cosa mi consigli? Sono a un terzo...
 

Dallolio

New member
Ma non è solo L.S. Grey l'autore? Comunque va bene, faccio il sacrificio! Non oso imaginare quale trovata ci sia dietro al "mostro" che stava sott i manichini e che li insegue... è un peccato però che un'idea tutto sommato non scadente sia stata realizzata in modo così poco convincente...
 

Dallolio

New member
Spoiler. Capitoli 14 e 15.

Il libro è molto migliorato e si è fatto maggiormente interessante, i due protagonisti sono talmente incantati da non aver ancora compreso di non essere usciti dal gioco, nonostante gli evidenti segnali che ci sono (come le insegna diventate improvvisamente demenziali). Alcuni elementi del gioco sono affascinanti nella loro demenza onirica (come la vecchia a quattro zampe o i film con gli attori ormai anziani e sdentati), tuttavia il brodo è già troppo allungato. Io penso che il soggetto di questo romanzo, in mano al King dei tempi d'oro sarebbe diventato terrorizzante...
Voto parziale: 6 -
 

Dallolio

New member
Conclusione - spoiler.

Romanzo a metà tra l'horror e il demenziale, ha una trama che avrebbe meritato ben altri narratori... confermo le mie osservazioni precedenti e la presentazione di Germano... come voto avrebbe potuto aspirare anche a un 7, ma lo stile è troppo rozzo e i personaggi troppo poco approfonditi e analizzati.
Voto: 6 -
 
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