Du Maurier, Daphne - Un bel mattino

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Poldrea, piccola località adagiata sulle coste della Cornovaglia, una mattinata qualsiasi, nel futuro prossimo.
Un incessante rumore di elicotteri in volo turba la quiete del luogo, di lì a poco un folto gruppo di soldati, di nazionalità incerta, comincia a risalire dalla spiaggia verso l’interno; segue uno sparo..
Questo è l’inizio della vicenda che vedrà coinvolti gli abitanti di casa Trevenal, ovvero l’anziana Mad, sua nipote Emma e i sei ragazzi adottati (Joe, Terry, Sam, Andy, Colin e Ben). Persino la vita dell’intera Gran Bretagna sarà sconvolta e forse modificata per sempre: uscita a pezzi dall’Unione Europea è, economicamente, in ginocchio e ha deciso di stringere un patto di collaborazione con gli Stati Uniti d’America; nasce l’USUK. Sembra però che sia più una sopraffazione che un patto di reciproco interesse ed il Regno Unito s’avvia a diventare un mero luogo di villeggiatura per gli alleati americani. Ma non per tutti i britannici i nuovi amici paiono un’ancora di salvataggio…

Era la prima volta che mi cimentavo con quest’autrice che tanti notevoli spunti ha donato alla cinematografia mondiale; il romanzo prescelto è una distopia, che definirei lieve, in cui è innestata la storia di una piccola comunità marinara.
La mia sensazione a termine lettura è di parziale delusione, come se avessi mangiato un krapfen, pregustando, morso dopo morso, il sapore della crema all’interno, scoprendo, infine, che la crema non c’è!
La lettura scorre piacevole e si ha la sensazione che qualcosa di determinante e sconvolgente debba accadere da un momento all’altro. Peccato che questo sentore continui ad aleggiare, sempre più distante, man mano s’avvicina la conclusione della vicenda; vicenda che si conclude in maniera piuttosto confusa e piatta.
Ho positivamente constatato una particolare cura nel delineare i tratti peculiari dei personaggi principali (specie Madam e Emma), in un modo tale che li rende incredibilmente realistici. Ciò mette in risalto le indubbie abilità dell’autrice, fine indagatrice dei comportamenti umani.
La Du Maurier conduce, sicura e ordinata, il lettore attraverso le pagine del romanzo, non indulge in fronzoli e non produce alcun episodio sorprendente; il finale, purtroppo, è deludente, troppo sbrigativo e non segue la regola aurea dello “show don’t tell”.
M’è parso che tutti gli avvenimenti raccontati siano stati ideati come puro pretesto per parlare d’altro: la libertà dell’individuo, il suo legittimo diritto di difendere, se necessario con la violenza, ciò che possiede (sia morale che materiale). A questo proposito non ho ben capito se e quanto la Du Maurier giustifichi l’omicidio; nel romanzo pare venga trattato come ovvia conseguenza all’esistenza di una minaccia, svuotato di qualsivoglia elemento etico – morale - religioso che prevede una punizione accompagnata ad un giusto rimorso di coscienza. La sua penna pare eccessivamente benevola, ma credo, e spero, sia stato fatto per accentuare lo stridente contrasto che ne risulta.
Altro elemento preminente è la vena anti militarista e in particolar modo, anti americana, che permea ogni pagina. E’ evidente che l’invasione del Vietnam da parte degli USA (il romanzo è scritto proprio in quel periodo), con la dimostrazione al mondo intero di cosa significasse il termine “sopraffazione”, sia stata fertile terreno cui attingere per il canovaccio del romanzo. Benché riconosca l’importanza dei messaggi sottesi, avrei preferito poggiassero su un impianto narrativo di maggior interesse e coinvolgimento. In definitiva una lettura sufficiente da cui si può tranquillamente prescindere.

VOTO 6
 

SALLY

New member
Ciao Des...ti riporto un'intervista che la Du Maurier fece negli anni 70'.
Attualmente la Du Maurier non s'interessa di letteratura contemporanea ma studia i grandi maestri del passato, fra cui predilige la Austen, Anthony Trollope e Stevenson e non tralascia occasione per manifestare la propria ostilità verso le costrizioni sociali dell'urbanesimo e della vita moderna, convinta, come ella stessa ha affermato, che "L'egoismo umano sia alla base della società moderna e che non si possono compiere passi verso la pace a meno che l'uomo non cessi di pensare e di lavorare per il successo e il profitto personale".
 

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Balivo di Averoigne
Ciao Des...ti riporto un'intervista che la Du Maurier fece negli anni 70'.
Attualmente la Du Maurier non s'interessa di letteratura contemporanea ma studia i grandi maestri del passato, fra cui predilige la Austen, Anthony Trollope e Stevenson e non tralascia occasione per manifestare la propria ostilità verso le costrizioni sociali dell'urbanesimo e della vita moderna, convinta, come ella stessa ha affermato, che "L'egoismo umano sia alla base della società moderna e che non si possono compiere passi verso la pace a meno che l'uomo non cessi di pensare e di lavorare per il successo e il profitto personale".

C'è anche un po' di questa modalità di pensiero che aleggia tra le pagine ed è incarnata dai due personaggi più anziani, Mad e Taffy :)
 
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