Fitzgerald, Francis Scott - Tenera è la notte

Grantenca

Well-known member
Ho riletto in questi giorni questo libro che, in età giovanile, mi aveva molto colpito. Il tempo è un giudice molto severo. Appare evidente, nella narrazione, una enfatizzazione degli effetti dell'alcool che forse appesantisce qualche pagina (però era il tempo del proibizionismo e questo si riscontra in altri autori americani del tempo) come appare abbastanza esplicito qualche atteggiamento razzista sia per il colore della pelle che della classe sociale (penso abbastanza comune nelle classi elevate del tempo.) Ho avuto inoltre la sensazione di un qualche autocompiacimento dell'autore ( esercizio di bravura) del suo affascinante stile di scrittura quasi che volesse stupire il lettore con lo stile oltre che con la sostanza dei fatti (anche se stile e contenuto in letteratura forse formano un'unica cosa). Dall'altra parte c'è la folgorante, grandiosa descrizione dei personaggi principali del libro e del paesaggio e contesto nel quale operano. I coniugi Diver, lui Dick, medico, quasi scienziato, bella presenza, che affascina chiunque in virtù di una personalità, tatto e intelligenza fuori dal comune; lei Nicole, miliardaria malata di nervi a seguito di un trauma adolescenziale patito in famiglia, di un portamento e di una bellezza unica, che seppur malata, è riuscita ad affascinare un uomo che poteva conquistare in quegli anni qualsiasi donna. I Diver sembra abbiano inventato le vacanze al mare sulla costa azzurra, e tutti quelli che si muovono nel loro entourage in quei giorni di ozio, sole, bagni, grandi e raffinate feste, si rendono conto che nulla si può paragonare a quello che succede con i Diver, al clima da loro inventato, segnatamente da Dick, e nel quale tutti si sentono privilegiati e partecipi di un mondo unico. Di ciò si accorge anche Rosemarie, una giovane attrice di successo, che pur proviene dal mondo dorato del cinema, che si innamora follemente di Dick ed è comunque affascinata dalla bellezza di Nicole. C'è poi il percorso evolutivo dei personaggi, descritto con grande perizia, la progressiva guarigione di Nicole, il contemporaneo esaurimento delle risorse di Dick, la consapevolezza del suo ruolo di Rosemarie. Tutto molto bello. Certo Fitzgerald non è autore che descrive la gente comune, i suoi personaggi hanno sempre qualità e difetti fuori dalla normalità e penso che con questo libro volesse firmare il proprio capolavoro (probabilmente non riuscendovi) dal momento che ne ha scritto cinque versioni. Però penso che sia un libro da leggere e sarei curioso di sentire qualche parere in merito.
 
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alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Avevo 18-19 anni quando lo lessi, ricordo solo tanta confusione, un'immensa tristezza e soprattutto di essere rimasta impressionata dalla storia di Nicole.
Mi hai fatto venire il desiderio di rileggerlo con maggiore consapevolezza.
 

harry.haller

New member
grandissimo romanzo!
anche se dalla trama non sembrerebbe cosi avvincente dico solo che una volta iniziato lo finii la sera stessa!
Non penso nemmeno che sia il primo o il secondo miglior romanzo di Fitzgerald,perchè secondo me inferiore a Il grande Gatsby e Belli e Dannati,anche se non di molto,ma comunque è un appassionante racconto della vita di una fragile coppia di americani,instabile e inerme di fronte allo scenario decadente proposto dall'autore.
Di fatto l'ambientazione è la stessa dei suoi altri romanzi;cambia forse leggermente la dinamica e l'attenzione maggiore che l'autore dedica al rapporto di coppia e ai traumi del passato sull' uomo medio americano dei suoi tempi.
In definitiva scritto e svolto sontuosamente(non ci si poteva aspettare altro da Fitzgerald).
Forse un altro lettore,meno appassionato di me a Fitzgerald potrebbe trovarlo poco scorrevole.
Voto:8 1/2
harry haller
 

Jessamine

Well-known member
Prima di cominciare a parlare di questo romanzo nello specifico, credo di dover fare una premessa. Una premessa che forse risulterà vagamente delirante e in un certo senso forse estremamente supponente, non lo so, ma mi è necessario parlare anche di questo prima di poter proseguire oltre. Probabilmente prima di lanciarmi in affermazioni del genere dovrei fermarmi e provare a leggere anche altro di Fitzgerald, perché un solo romanzo e un racconto lungo quale è The Great Gatsby (un capolavoro, d'accordo, ma pur sempre un racconto lungo) non sono certo una conoscenza esaustiva di un autore. Si tratta probabilmente di un'intuizione, qualcosa di non del tutto razionale, qualcosa forse simile a ciò che ci spinge a lasciarci impressionare ed affascinare da alcune persone che a malapena conosciamo, ma quando leggo Fitzgerald, a prescindere dalla trama e dai personaggi, sento una sorta di attrazione quasi viscerale. Forse è qualcosa nello stile, nella ricercatezza non ostentata di ogni singolo termine, nel fluire elegantissimo delle frasi, o forse, più probabilmente, si tratta di una sorta di tonalità emotiva che permea proprio la scrittura di Fitzgerald. Mi sembra quasi che ci sia una comunione di sentire che mi fa sentire chiamata in causa in prima persona. Insomma, sono particolarmente sensibile a Fitzgerald, quasi leggendolo avvertissi una voce, delle tonalità, degli accenti particolari che alle mie orecchie, a prescindere dalle parole che pronunciano, acquisiscono una sovrabbondanza di significato.
Dunque leggere Fitzgerald è per me un'esperienza che si discosta un pochino dal mero lasciarmi trascinare in una vicenda, ha qualche connotato in più, è un'esperienza del tutto intima che supera e si allarga oltre le emozioni date dal puro romanzo.
Credo che Tender is the night sia un romanzo estremamente teatrale: teatrale in un modo tutto particolare, teatrale come quando lo sguardo dell'attore incontra quello di uno spettatore e da questo incontro, da questo sentirsi dell'attore riconosciuto nella sua natura, egli stesso si renda conto di essere null'altro se non finzione. E' dunque un romanzo che parla di finzione e realtà, dove l'attenzione è posta tutta allo scarto inquietante che rende così labile e ambigua la differenza fra i due stati.
Ci sono autori che inevitabilmente fanno di un solo elemento, di un tema declinato nei più diversi modi il tratto portante di tutta la loro produzione: a me sembra che la decadenza, lo sgretolarsi di una superficie luminosissima in un pozzo tetro sia un po' il leitmotiv delle opere di Fitzgerald, nonché della sua stessa vita. Non è difficile vedere dietro lo splendido Dick, bellissimo e sicuro di sé, della sua vita e del suo talento lo stesso Scott, pronto a lasciarsi travolgere dalla sfavillante apparenza della sua vita per ricadere in un baratro di angoscia, solitudine e alcool. E come non vedere nella malattia mentale di Nicole un riferimento alla schizofrenia di Zelda? E le origini economicamente modeste di lui, l'agiatezza della famiglia di lei...insomma, Fitzgerald credo sia stato estremamente esplicito.
Forse è proprio questo continuo riferirsi al labile confine tra ciò che è e ciò che non è, tra realtà e apparenza, finzione e naturalezza, vita e letteratura a fare la forza di questo romanzo. Un romanzo che in apertura si presenta come incentrato sulla bella e giovane Rosmery Hyot, nascente astro del cinema che si lascia incantare dal fascino dapprima dell'intera famiglia Diver, poi in particolare da quello maturo e irresistibile di Dick, per poi scivolare indietro nel tempo, e mostrare gli elementi più complessi del rapporto dei due coniugi. E quando il lettore si è finalmente persuaso della debolezza di Nicole, della forza e della personalità di Dick, ecco che tutto inizia a cambiare di nuovo, i rapporti si logorano, gli equilibri di forze mutano, e mentre Nicole acquisisce fiducia e forza nella sua mente, Dick inizia a scivolare nell'angoscia così nota allo stesso Fitzgerald.
Mi è quasi parso si stesse parlando di un Gatsby dilatato (alcune scene, come quella in cui Jay comunica a Tom che sua moglie non lo ama più sono riportate in maniera quasi identica), eppure qui troviamo una maggiore ampiezza, più attenzione per il logorarsi di rapporti familiari e interpersonali. Forse proprio in questa ampiezza sta anche una leggera debolezza che in Gatsby io non ho avvertito, perché vengono introdotte situazioni e personaggi potenzialmente interessantissimi, che però in qualche modo vengono lasciate cadere in un vago stereotipo (il rapporto di Rosmary con sua madre, il personaggio di Baby Warren, la minuscola apparizione del padre di Nicole, personaggio scomodo e potenzialmente pericolosissimo per l'equilibrio del romanzo, introdotto e fatto sparire in poche pagine senza che il suo ritorno smuova di molto le acque...).
In definitiva però lo ritengo comunque un grandissimo romanzo, capace di parlare di malinconia e angoscia attraverso feste, bellezza e ricchezza.
 

Valuzza Baguette

New member
Premetto che questo é stato il primo romanzo che ho letto di Fitzgerald,e mi ripropongo di leggere il più blasonato Grande Gatsby,di questo autore mi è piaciuta particolarmente la padronanza di linguaggio,la capacità di trasmettere forti emozioni(a tratti ho trovato questo libro addirittura angosciante),stupenda la contrapposizione della figura di Dick Diver,calcolatore,fascinoso e improbabile salvatore a quella di Nicole,fragile ma tutt'altro che delicata.

voto 8
 

bonadext

Ananke
"Tenera è la notte" è un romanzo maturo, psicologico, mai banale, che affronta un dramma esistenziale quale la fine di un amore con la conseguente disintegrazione di un matrimonio.
Il grande pregio di questo romanzo è seguire il lento “perdersi” del protagonista Dick, la sua decadenza spirituale viene logorata nel tempo fino a dissolversi, come in un'opera tragica la “grandezza” dell'eroe finisce con lo scomparire fino a spezzarci il cuore.

La storia è ricca di riferimenti autobiografici e temi cari allo scrittore, ma al di là della storia la grande abilità di Fitzgerald è quella di cogliere l'essenza di un continente, il sapore di un periodo, la fragranza di una notte.

La prosa è “alta” e raffinata, e credo che questo romanzo sia il capolavoro di Fitzgerald, sicuramente l'ho trovato superiore a “Il grande Gatsby”.

Voto 5
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Ci risiamo! Ho appena finito di leggere quello che tutti definiscono un “capolavoro” ed ecco che mi ritrovo a non essere d’accordo! Che fare? Lascio a voi l’ardua sentenza… per il momento vi dico che in “tenera è la notte” Fitzgerald racconta la storia di Dick e Nicole, lui uno psichiatra che scrive trattati scientifici ed ha il dono di affascinare la gente con i suoi modi gentili; lei ricchissima e mentalmente disturbata a causa di un trauma infantile. I due sono sposati e, all’apertura del romanzo, si trovano in Costa Azzurra, nella loro casa sempre affollata, circondati da altri americani dalle origini più disparate: alto borghesi, omosessuali, neri ed anche un’attrice, Rosemary, che per buona parte del libro sarà croce e delizia del nostro dottor Diver. La famiglia Diver e tutta la compagnia in generale trascorre le vacanze fra cene, giornate in spiaggia e chiacchere varie, fino al momento in cui, per una ragione poco chiara, si arriva ad un duello. A questo punto una serie di eventi concatenati porta Nicole Diver ad un collasso nervoso che rende necessario spiegare chi è e di cosa soffre. Così comincia un lungo flash back che ci riporta al 1917, in una clinica di Zurigo, in cui una bellissima, giovane ed ingenua Nicole incontra per caso il dottor Diver in partenza per la guerra. Da qui il racconto prosegue fino a ritornare nel presente (anni 20): l’autore ci mostra come Dick stia cambiando in peggio, come la sua maschera stia per cadere precipitosamente e come Nicole, invece di aiutarlo ne approfitta.
Questa, in sintesi, la storia narrata in questo romanzo, una storia che parla di follia, amore, dipendenza e devozione al denaro. Visti gli argomenti trattati, il libro aveva tutti i presupposti per piacermi, ma purtroppo proprio non riesco ad abituarmi alla scrittura di Fitzgerald: come mi era già capitato ne “il grande Gazby”, trovo che le trame siano interessanti, ma siano trattate con troppa lentezza e poca incisività, caratteristiche che rendono lo stile piatto e poco scorrevole. L’inizio del libro, poi, non invoglia alla lettura, le cose migliorano quando si parla del passato di Nicole, ma è dura arrivare alla fine. Il tema della follia, a mio modesto parere, è trattato in modo molto più incisivo e pregnante in altri romanzi. Buono, tuttavia, il quadro dipinto da Fitzgerald sul contesto sociale dei Diver e dei loro amici, morbosamente attaccati al denaro, snob ed elitari.
Non si può dire che questo libro sia brutto, anzi, tutt'altro! E’ interessante e mai banale, solo che personalmente, non mi ha entusiasmato, perciò lo consiglio con più di una perplessità!
 
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