Il film narra il rientro di Primo Levi dopo la liberazione di Auschwitz da parte dell'Armata rossa vicenda che era stata narrata nell'opera omonima. Le peripezie che Levi e i suoi compagni hanno dovuto subire per poter rientrare in patria sono notevoli, dovendosi affidare all'organizzazione russa molto provata dalla guerra e dovendo sopravvivere dopo una prova così terribile come quella dei campi di concentramento.
Il film che ha tratto Rosi da La tregua è molto lontano dallo spirito del libro, scarno e senza retorica. Rosi ne fa un film che sta a mezzo tra la commedia all'italiana con i suoi regionalismi e una fiction tv, ben lontano dai film di denuncia che il regista napoletano può annoverare tra i suoi capolavori. E' l'ultimo film di Rosi e forse deve troppi tributi alla produzione, in primis la scelta di far interpretare Primo Levi a Turturro, che recita come imbambolato per tutto il film. La mia critica è dovuta soprattutto al pensiero di quello che avrebbe potuto fare Rosi nei suoi tempi migliori.
Il film che ha tratto Rosi da La tregua è molto lontano dallo spirito del libro, scarno e senza retorica. Rosi ne fa un film che sta a mezzo tra la commedia all'italiana con i suoi regionalismi e una fiction tv, ben lontano dai film di denuncia che il regista napoletano può annoverare tra i suoi capolavori. E' l'ultimo film di Rosi e forse deve troppi tributi alla produzione, in primis la scelta di far interpretare Primo Levi a Turturro, che recita come imbambolato per tutto il film. La mia critica è dovuta soprattutto al pensiero di quello che avrebbe potuto fare Rosi nei suoi tempi migliori.