Vila-Matas, Enrique - Bartleby e compagnia

Zanna

Re Shulgi di Ur
Un impiegato metà Pessoa e metà Kafka scrive un diario fatto di note a piè di pagina a commento di un testo fantasma. Con piglio pacato e una raffinata stringatezza stilistica va a caccia di "bartleby", esseri che ospitano dentro di sé una profonda negazione del mondo e prendono il nome del famoso scrivano di Melville che preferiva non fare e non parlare. I bartleby finiscono per non scrivere nulla pur avendo tutto il talento necessario, oppure, se esordiscono, rinunciano presto alla scrittura. Un libro ironico ma anche incantato dal sortilegio della parola.


Un piccolo capolavoro, ma piccolo solo per il numero di pagine contenuto.
Vila-Matas si diverte a cercare e a narrare aneddoti sulle vite di scrittori mai nati e su scrittori che a un certo momento della loro vita hanno deciso (o non hanno potuto) esercitare più il loro mestiere. Vediamo così il precocissimo Rimbaud che a 19 anni termina già la sua opera poetica e fugge in Africa, troviamo Guy De Maupassant che in preda a deliri di onnipotenza non scrisse più nulla perché si considerava immortale, e raggiungiamo lo scrittore messicano Juan Rulfo, che dopo il suo capolavoro Pedro Paramo cadde in un silenzio letterario senza fine e alla domanda sul perché non scrivesse più rispondeva a tutti "E' morto mio zio Celerino, era lui che mi raccontava quelle storie".
Un libro di un grande romanziere che è prima di tutto un eccezionale lettore, capace di districarsi agilmente tra centinaia di citazioni e squarci di vita dove i protagonisti si chiamano Kafka, Musil, Menville, Henry Roth, Pynchon, London e molti altri ancora.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Ho letto il nome di Pessoa e mi si è accesa la curiosità...hai mica letto Il libro dell'inquietudine? Sapresti dirmi se c'è attinenza? Grazie!
 

Zanna

Re Shulgi di Ur
Si, lo ho letto qualche anno fa, e Pessoa è un altro scrittore a cui Vila-Matas fa riferimento mentre si preoccupa di scovare autori affetti dalla sindrome di Bartleby :wink:
 
G

giovaneholden

Guest
Splendido libro,come tutti quelli di Vila-Matas,riesce con un nulla a tessere riferimenti di grande vastità culturale,in questo mi ricorda il grandissimo Sebald.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
L'ho finito qualche giorno fa.
Diverso da come me l'aspettavo (avrei voluto un po' più di Pessoa :ad:), ma molto interessante, soprattutto perché mi ha fatto conoscere e approfondire diversi autori che in futuro leggerò o continuerò a leggere.
Mi sono anche divertita a cercare in rete i nomi degli sconosciuti.

Queste riportate di seguito sono solo alcune delle citazioni che mi hanno più colpita:

Le parole non hanno assolutamente alcuna possibilità di esprimere nulla. Nel momento in cui iniziamo a tradurre i nostri pensieri in parole e frasi, va tutto in malora. (Melville)

Abbiamo tutti dentro un libro, forse un grande libro, che però nel tumulto della nostra vita interiore raramente emerge oppure lo fa così in fretta che non ci dà il tempo di arpionarlo. (Ribeyro)

Ho scritto il mio romanzo solo per recuperare logori ricordi che brillavano soavemente nella mia memoria.
(Henry Roth...quindi sono 3 i Roth)
 
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