Ray, Nicholas - Il diritto di uccidere

elisa

Motherator
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Dixon Steele è uno sceneggiatore di Hollywood che è da un po' che non riesce a produrre una buona sceneggiatura. Sia per crisi di creatività sia per il suo carattere, impulsivo e reattivo, che lo porta spesso ad atti violenti e inconsulti. Una sera per farsi raccontare un romanzo che dovrebbe sceneggiare si porta a casa una guardarobiera del locale che frequenta abitualmente e che l'ha appena letto. La ragazza viene trovata morte ammazzata il giorno dopo e tutte i sospetti portano a lui. La sua vicina di casa testimonia a suo favore e così tra di loro inizia una relazione che potrebbe avere ottimi sviluppi. Ma...

Il ma è d'obbligo quando si tratta di un dramma a sfondo giallo perché alla fine si scoprirà chi ha ucciso la povera ragazza. Ma il film ruota tutto sulla domanda: il carattere violento di Dixon può spingersi fino a commettere un omicidio? Il tema è molto attuale, quello degli uomini che non accettano di essere contraddetti o di essere lasciati e che diventano violenti, in maniera improvvisa e che poi si pentono ma sono spinti ancora a gesti violenti nei confronti delle loro compagne. a volte fino ad ucciderle. Il protagonista è un affascinante Bogart, che ha quel distacco sufficiente per essere credibile nei panni dell'uomo che non si controlla e che passa dall'estrema generosità a comportamenti aggressivi e una straordinaria Gloria Grahame che riesce ad esprimere una recitazione molto raffinata e che gioca sulle emozioni. Un ottimo film.
 

Susan

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In a lonely place

Preferisco di gran lunga il titolo originale a quello italiano:“In a lonely place”, in un posto solitario, perché la solitudine è il tema chiave di questo film.
La scena iniziale ricorda Taxi Driver: vediamo gli occhi di Humphrey Bogart riflessi nello specchietto della sua auto, mentre guida nella notte.
Il personaggio che interpreta, Dixon Steele, è un geniale scrittore che scrive sceneggiature per film hollywoodiani, i cui modi bruschi e spesso violenti, assieme ad un'ostentata sfiducia nell'umanità, fanno allontanare tutti; son pochi quelli che malgrado tutto sono disposti a stargli accanto, e queste poche persone a cui permette di avvicinarglisi hanno il privilegio di conoscere un lato diverso di lui, il suo lato “umano”, e lo amano per questo.

Una ragazza viene uccisa all'inizio del film, e Steele è uno dei due sospettati, ma il fatto è poco più di un pretesto narrativo per farlo incontrare con Laurel Grey (Gloria Grahame, splendida performance anche da parte sua), la bella vicina di casa che gli fornisce un alibi.
Dix e Lauren sono due cinici, un uomo e una donna dallo spirito indomito, di grande intelligenza, e forse per questo soli e rassegnati a non trovare qualcuno all'altezza, finché non lo trovano l'uno nell'altra.
L'idillio però comincia presto a incrinarsi: Dix è sempre più convinto e innamorato, mentre Laurel è sempre più dubbiosa e spaventata dagli accessi d'ira di lui. Al suo spirito libero non piace avere paura: comincia a dubitare di poter vivere con un uomo con un carattere simile, sebbene lo ami sinceramente... Ora mette anche in dubbio che sia realmente innocente dell'omicidio della ragazza...
“I was born when she kissed me, I died when she left me, I lived a few weeks while she loved me”,
sono battute che Dix pensa di inserire nella sua sceneggiatura, ma si riferiscono a lui stesso, il quale forse presagisce che la felicità finalmente trovata non è destinata a durare.

Ho trovato questo film sublime per la sua capacità di scavare nelle menti dei protagonisti e di mostrare allo spettatore l'evoluzione dei loro pensieri e sentimenti.
Fin da subito percepiamo che i due sono condannati a vedere fallire il loro tentativo di essere felici, e ciò conferisce a tutta la loro storia una malinconica bellezza.
Li vediamo sperare e gioire, e soffriamo con loro quando inevitabilmente, in un toccante finale, tornano alle rispettive solitudini.

 
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