87° minigruppo - Oggi avrei preferito non incontrarmi di Herta Muller

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Spilla

Well-known member
Francesca ed io iniziamo domani a leggere questo libro, scritto dalla Muller (premio Nobel nel 2009) nel 2011.
Solo la copertina vale l'acquisto (o il prestito in biblioteca...)!!!

Qualcuno vuole unirsi?
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
ci fai vedere la copertina, Spilla? :)
 

francesca

Well-known member
eccomi pronta.
Per ora ho recuperato il libro in versione ebook, ma conto di passare presto in biblioteca.
Vorrei mettere la copertina, ma non so mica come si inseriscono le immagini!

Aspettiamo Spilla, magari lei è più abile di me

Francesca

p.s. ma come si mettono le immagini?
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Copertina libro

w1i8g.jpg


Io uso TinyPic per caricare le immagini.

Il titolo mi attira,peccato che ho già a casa tutti e 5 i libri per la sfida (anzi di più).
Buona lettura!
 

Spilla

Well-known member
Grazie, Minerva, nemmeno io so inserire le foto...

Bella, no, la copertina?

Oggi ho potuto leggere solo poche pagine, mi pare una scrittura intrigante ma occorre un po' di concentrazione, quella che mi è mancata per tutto il giorno.
Ci risentiamo domani.
 

Spilla

Well-known member
Ehi, Fra', ci sei?

Io sono a pagina 30, superato un momento di stupore ho capito che questo è uno di quei libri che non narrano, esprimono. Una volta entrati nell'ottica ci si lascia trascinare.
Mi sta piacendo molto il rapporto tra la protagonista e Paul.
 

francesca

Well-known member
Anch'io più o meno sono al tuo stesso punto.
Avevi mai letto niente della Muller? Io avevo letto Il paese delle prugne verdi (a quanto pare le prugne sono veramente qualcosa di caratteristico della romania, perchè anche in queste prime pagine sono citati gli alberi di prugne e l'acquavite che se ne ricava).
Già allora mi ero imbattuta nello stile quasi onirico della Muller, in cui, come hai detto tu, non viene raccontato qualcosa, ma
"espresso". Ne Il paese delle prugne verdi la lettura è anche più faticosa, la narrazione è una specie di nebbia indistinta da cui a volte emergono fatti riconoscibili, ma il più delle volte quello si avvertono solo sensazioni, che lasciano il dubbio su come sia veramente la realtà.
Per ora in Oggi avrei preferito non incontrarmi lo stile è più semplice e più comprensibile, anche se rimane quel senso di stordimento che provocano i periodi brevi, spesso slegati, come un flusso di pensieri che si affollano e tentano di sgorgare tutti insieme dal cuore
E' come se venisse raccontato un sogno.
Nella narrazione subito insieme alla protagonista si viene schiacciati dall'oppressione di queste convocazioni, come una malattia cronica che falsa tutta la vita. L'orrore di questi interrogatori aleggia in ogni frase.
Insieme al mistero che rimane a noi lettori sul perchè la protagonista sia bersaglio di un persecuzione simile: si avverte che c'è un motivo, che lei lo sa, c'è questa figura di Lilli che appare ogni tanto e si capisce che è legata a queste convocazioni.
Mi ha colpito molto la parte che in cui parla delle abitudini, dei gesti scaramantici dei giorni di interrogatorio, l'alzarsi dal letto mettendo il piede destro a terra per primo, la noce, il rituale per schiacciarla e mangiarla, la camicetta che cresce, la camicetta che aspetta (bella questa idea di dare un nome agli abiti), il rigirarsi il bottone di madreperla durante l'interrogatorio.
Si capisce che per sfuggire alla paura, al senso di provvisorietà che provocano queste convocazioni, in cui non sa mai se sarà arrestata, come andranno, quanto dureranno, la protagonista cerca di sentirsi in grado di controllare la realtà attraverso le abitudini, i gesti ripetitivi.
Ammette che sa che non servono a niente, che non hanno il potere di cambiare le cose, ma le servono per mantenere l'idea di poter essere padrona della propria vita. Tutto ciò rende in modo perfetto quello che deve essere la vita in un paese in cui c'è una dittatura.
E un po' mi ci sono ritrovata, naturalmente con i dovuti distinguo: anch'io utilizzo le abitudine, i gesti ripetitivi come un modo per mantenere ordine nella mia vita, come delle boe a cui aggrapparsi quando la corrente sembra portarmi via.

Libro stupendo per ora.
 

IreneElle

Member
Mi avete incuriosito, se ce la faccio, in corsa mi aggiungo anche io!

Posso?:)
 

Spilla

Well-known member
Mi avete incuriosito, se ce la faccio, in corsa mi aggiungo anche io!

Posso?:)

Ovvio, Irene, ti aspettiamo. Tanto, come dice benissimo Francesca, la lettura è "densa" e non si riescono a leggere molte pagine tutte insieme: ci raggiungi facilmente.

Per rispondere a te, Francesca: no, non avevo mai letto la Muller e forse me l'aspettavo diversa, ma sono affascinata da questo stile di narrazione, anche se, ammetto, non riesco a riprendere la lettura se non sono in un momento di tranquillità, altrimenti rischio di non "entrare" nella vita e nei pensieri dell'innominata protagonista.
Anche io mi sono ritrovata un po' nella faccenda della camicetta: ne avevo una che dovevo per forza indossare a tutti gli esami universitari. E nemmeno mi piaceva tanto :?
Quando si è sotto pressione ci si aggrappa ai gesti scaramantici.
Ma la cosa che mi ha colpito di più è l'idea di "tenere a casa la felicità". Il rapporto con Paul non è un idillio romantico, non è fatto di batticuori o di magiche intese, ma è una realtà che serve a sopravvivere, essere insieme è "la felicità" da conservare a tutti i costi, e da lasciare a casa, come il burro nel frigorifero, per essere certi di avere qualcosa a cui tornare. Mi è sembrata un'idea geniale. Stasera, se riesco a stare sveglia, vedo di andare avanti un po'.
Cosa potrebbe essere successo a Lilli? Uccisa dai servizi segreti? sembrerebbe che le sia capitato qualcosa di orribile, comunque...
 

francesca

Well-known member
Sono a pagina 80 e devo dire che un bel po' di cose adesso sono molto più chiare: si sa come è morta Lilli, perchè la protagonista è convocata così spesso...
Visto che siamo solo io e te Spilla, per il momento non ti voglio anticipare niente.
Fammi sapere più o meno quando ci sei anche tu
 

Spilla

Well-known member
Eccomi!
In effetti nelle ultime pagine sono emerse parecchie informazioni, la vicenda si fa un poco più chiara. Si entra ancora di più nell'atmosfera asfittica che caratterizza l dittatura: possibile che per aver scritto ingenui bigliettini si venga torchiati dalle autorità? che i "Marcelli" siano talmente idealizzati (loro, o forse il mondo che rappresentano) da costituire un sogno, una meta? Questo passaggio sugli "italiani", che indirettamente ci riguarda, mi ha fatto sorridere e rabbrividire...Vado a leggere un po', così magari ti raggiungo!

Irene, allora ti unisci a noi?
 

francesca

Well-known member
Sono circa a pag 100.
Mi sembra che ci siano due temi fondamentali che sono riuscita ad individuare finora.
Uno è quello palese della ricerca della felicità: la protagonista in tutti i modi, con tenacia, determinazione, cerca di costruire la propria via alla felicità, non si vuol far portare via il suo diritto ad essere felice. E cerca una definizione realizzabile nella situazione in cui si trova.
Il secondo tema, meno evidente forse, ma forse anche più presente della ricerca della felicità, è il tema del tradimento. Tutti tradiscono: chi nel modo più tradizionale, Tata con la treccia penzoloni, il patrigno di Lilli, il primo suocero della protagonista che cerca di portarsela a letto mentre il figlio è militare, il vecchio ufficiale prima di conoscere Lilli. Chi in mille altri modi: Nelu che sicuramente è l'artefice del licenziamento della protagonista, tutti quei personaggi che girano intorno alla torre sghemba e in cui Paul e la protagonista vedono possibili delatori, il soldato alla frontiera che ha sparato a Lilli e all'ufficiale e così si è guadagnato una licenza, i colleghi di Paul a cui in fabbrica spariscono continuamente i vestiti.
E' una società che si basa sul tradimento, sul sospetto, su rapporti continuamente falsati dalla mancanza di libertà.
La stessa protagonista è vista come traditrice della patria per il suo desiderio di fuggire.
 

Spilla

Well-known member
Che bella lettura, Fra'! Io sono a pagina 70, sono un po' ferma perché ho poco tempo. Spero di recuperare nei prossimi giorni.
Pessimo il ruolo delle figure maschili, non trovi? le donne possono sedurre gli uomini per sfruttarli, non pare esista dialogo tra i sessi.
 

francesca

Well-known member
Io sono circa a pag 110.
In effetti hai ragione Spilla le figure maschili hanno tutte un pessimo ruolo, ma se ci pensi bene nemmeno quelle femminili sono così positive.
Le uniche due figure maschili che si salvano sono il nonno della protagonista e Paul.
Che è veramente innamorato perso della protagonista. L'autrice mette sulle sue labbra una delle più belle dichiariazioni di amore che abbia mai trovato in un libro.
Quando a proposito della bellezza di Lilli (che in tutt il ibro viene descritta come qualcosa che non poteva essere messa in discussione) dice una frase del tipo:
"ma che avrà mai avuto di così bello? L'unica cosa bella che aveva è che tu le volevi bene."
Scusa non la posso trascrivere esattamente ma non ho il libro sotto mano.
Appena posso la metto con precisione.

Un'altra cosa che mi ha colpito è la solitudine dei personaggi. A parte legami parentali non sembrano avere amici, anche lo stesso rapporto fra Lilli e la protagonista non si capisce quanto fosse profondo, quanta complicità ci fosse fra loro. Ma forse è proprio la dittatura che ti impedisce di creare legami sereni di amicizia, che infiltra il sospetto ovunque.

Francesca
 

Spilla

Well-known member
Sono a pagina 90.
Concordo con te, la dittatura trasforma i rapporti, li snatura, nessuna comunicazione pare più essere autentica, si vive in una sorta di tutti contro tutti, massacrante.
Mi ha fatto tenerezza la frase in cui la protagonista dice di aver osservato il cielo pensando che è lo stesso che si vede in Italia. L'Italia come un posto dove è bello vivere. E noi stiamo sempre a lamentarci...

Continuo ad avere la sensazione che non sia "amore" in senso romantico, quello che lega la narratrice a Paul, ma una sensazione di solidità, come se lui le desse la garanzia della propria permanenza, della propria fedeltà al patto che hanno stretto.
 

francesca

Well-known member
Via via che si va avanti con la lettura e la vita della protagonista si delinea si capisce quanto di corrotto ci sia anche in lei.
Quanto non si faccia scrupolo di usare lei stessa le persone per cercare una via di uscita dall'oppressione di una vita senza libertà.
Nella ricerca della quella che lei chiama la sua "felicità rovesciata". Non si può essere felici nella società in cui si è trovata a vivere e allora ognuno cerca la propria strada per non rinunciare; e lei si inventa questa "felicità rovesciata", fatta di qualcosa di indefiinibile, di un ballo con Paul, in cui poi però la realtà ritorna subito ad opprimere gesti e sentimenti, fatta di una corsa in moto, piacere a cui deve rinunciare quando Paul ha quell'incidente sospetto.
E il regime è ovunque e li bracca, li insegue, restringe sempre più lo spazio di una vita normale.
E nessuno ne rimane incolume, ognuno si corrompe e fatica a mentenere i propri sentimenti migliori.

La potenza di questo libro sta in come le cose si disvelano piano piano, e portano il lettore a sentire dentro di sè gli ingranaggi che distruggono l'umanità dei personaggi.

E' una lettura che macina il cuore.
 

francesca

Well-known member
Sono a circa pag. 150 è incontrato la parte sicuramente più straziante di tutto il libro: il racconto della deportazione dei nonni della protagonista.
L'ho letto ieri sera e le parole del nonno, a metà fra la cruda realtà e l'incubo, mi continuano a pesare sul cuore.
Fra l'altro non sapevo niente della deportazione nella pianura di Baragan ad opera del regime rumeno nel 1951. Ho trovato questo link che spiega benissimo come sono andate le cose:
Le Siberie dietro casa > Cultura Romena > Home
Non so nemmeno immaginare come la protagonista abbia potuto condividere anni di vita con il suocero dopo un racconto del genere.
 

IreneElle

Member
Ciao ragazze! Mi aggiungo in corsa, ieri ho letto più o meno le prime 30 pagine. Non avevo letto nulla di questa autrice e devo dire che mi ha colpito favorevolmente il suo stile ed il modo con cui racconta una storia (personale e storica).
Sono d'accordo con le vostre puntuali osservazioni e credo che dato l'uso del flusso di coscienza bisogna prestare molta attenzione a ciò che dice (anche se alcune cose sembrano messe lì, buttate e poi non riprese), ad esempio Lilli credo che sia un personaggio che, accennato velocemente nelle prime pagine, uscirà in un secondo tempo.
Ho notato come ricorra spesso il bianco (bottoni madreperlacei, cavallo bianco, denti bianchi, neve ecc) e mi piacerebbe approfondire i due sogni che fa inizialmente (c'è della simbologia sottesa sicuramente, ma che non so cogliere).
Inoltre mi fa specie come una donna affronti in un modo (che non sarebbe stato il mio) il rapporto con questi interrogatori e il rapporto con il secondo marito e il suo vizio di bere.
Mi sembra in realtà che il suo rapporto con lui sia più un rapporto di sostegno che d'amore, un'ancora a cui aggrapparsi in un clima di terrore (vedesi la sua incapacità di dormire sola nonostante Paul dorma sul divano nella stanza accanto). I gesti scaramantici raccontano di un bisogno di abitudini e di routin, la necessità di sentirsi, anche se per breve e per piccole cose, padrona di una vita che invece dipende dalla dittatura!
 
Stato
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