Bresson, Robert - Il diario di un curato di campagna

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Tratto dal romanzo di Georges Bernanos che porta lo stesso titolo, è fedele alla trama del libro che racconta il lento spegnersi del giovane curato di Ambricourt, affetto da una grave malattia che i suoi parrocchiani scambiano per alcolismo. Il giovane parroco è un uomo di una forte spiritualità, disinteressato totalmente alle vicende terrene, cerca di aiutare in modo disinteressato le anime delle persone con cui viene in contatto ma non viene apprezzato da nessuno e spesso frainteso nei suoi intenti.

Opera che riesce a rendere ancora più profonda, se ce ne fosse stato bisogno, l'opera di Bernanos, in questo caso il cinema esalta il romanzo, lo rende eterno, così come il romanzo fa con il film. Bresson racconto l'animo umano attraverso le bellissime immagini e la precisione con cui sono girate. Lo scandire degli episodi con la rappresentazioni delle mani che scrivono il diario in bella calligrafia, che diventa sempre più complesso con continue cancellature man mano che si procede nella profondità delle cose fino ad essere quasi scarabocchio nelle fasi finali della malattia, sono il segno del grande cinema, di quello che può fare il cinema quando diventa arte. Grande opera, commovente, l'interpretazione di Claude Laydou quasi ai limiti dell'incarnazione.
 
G

giovaneholden

Guest
Uno dei grandi capolavori di Bresson,tratto dal grande romanzo di Bernanos,maestro nel cogliere le tensioni interiori e la difficoltà dell'apostolato e della vita in generale,come in altri due romanzi portati sullo schermo,Mouchette sempre da Bresson e soprattutto Sotto il sole di Satana di Pialat,affine per le tematiche. Grande cinema del passato,profondamente rigoroso.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
infatti non concede niente alla produzione o allo spettatore, qui c'è l'autore che ha qualcosa da raccontare e da mostrare attraverso il cinema, un tema così difficile sarebbe potuto risultare pesante o troppo intellettuale ed invece è una riflessione che ancor oggi, dopo 62 anni, è ancora stimolante ed attuale.
 
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