Galli, Giulio - Il reality della paura - Un thriller mozzafiato

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
Dieci concorrenti approdano su una splendida isola sperduta nell’arcipelago delle Bahamas per partecipare a un nuovo reality show, che promette di essere il più incredibile di sempre. Sembra tutto perfetto: un’occasione unica per dare una svolta alla propria esistenza.
I dieci iniziano a studiarsi fin quando una voce dà loro il benvenuto. Il tono è freddo e inquietante. Qualcosa non va: la paura comincia a serpeggiare tra i concorrenti. Il mattino dopo, la stessa Voce li informa che tra di loro c’è un infiltrato, un assassino professionista che ha il compito di eliminarli tutti, uno al giorno. L’unica speranza di salvezza consiste nell’individuare e ammazzare il killer che, abilissimo, inizia a colpire senza lasciare tracce. La paura si trasforma in puro terrore: scegliere gli alleati sbagliati significa morire, ma c’è qualcuno di cui fidarsi?
Un thriller mozzafiato che rimescola continuamente le carte e sfida le certezze del lettore fino all’ultima riga.


Nonostante la somiglianza con la regina del giallo e i suoi indiani, l’avevo preso perché l’idea mi aveva intrigato parecchio. E la lettura è stata piacevole fino alla scoperta dell’assassino (che io non avevo azzeccato). Sinceramente sul finale mi sono sentito un pochino preso in giro. Questo ricorso all’escamotage che ribalta tutto quello che si è letto fino a quel momento, mi urta il sistema nervoso. Per il resto, lettura scorrevole e idea molto carina.
 

smemorina

New member
A tratti l'ho trovato "ingenuo": la poliziotta che va ad indagare senza avvertire nessuno, i concorrenti che non trovano il modo per trovare il sicario (in fin dei conti è uno di loro 10, basta immobilizzare un paio di persone a turno e aspettare che non muoia nessuno...); ma per il resto l'ho trovato originale (l'autore stesso, attraverso uno dei suoi personaggi, cita agatha christie) e, se non proprio mozzafiato, almeno adrenalinico.
Boccio anch'io il finale: non c'era motivo di complicare le cose, l'isola e il reality erano sufficienti
 
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