L'autrice di questo libro è nata in un villaggio sperduto della Cambogia. Non sa chi siano i suoi genitori naturali, non sa esattamente quando è nata. Come tantissimi altri bambini suoi conterranei, fu venduta dalla sua famiglia per qualche soldo ad un "nonno" che di nonno aveva solo il nome; nessun legame di parentela e nessun atteggiamento affettuoso che questa parola potrebbe richiamare alla mente. Un uomo brutale, che picchiava la "figlia adottiva" e la sfruttava all'inverosimile. Quando subì, ancora bambina, la prima di una lunga serie di violenze sessuali, ella capì che non avrebbe potuto parlare o lamentarsi: era la norma, era il destino di tutte le bambine e, più tardi, delle donne. Una volta cresciuta, il suo destino fu simile a quello di tante altre donne cambogiane che vivevano in povertà: il bordello. Clienti perversi e violenti, ancora violenze sessuali continue e di ogni genere, soprusi e sevizie inenarrabili da parte dei tenutari, destinati in particolare a lei, dotata di un carattere più reattivo della media.
Pian piano Somaly, diventata adulta, conosce alcune persone e vede la possibilità di lasciare quella vita, di trovare un lavoro e di stringere legami tra cui, in ultimo, quello con l'attuale pur scorbutico marito, che la sostiene in una lotta portata avanti con coraggio e determinazione. Non è facile, per le donne, lasciare l'attività di prostitute; anche fuori dal bordello non vi è altro che miseria, sfruttamenti, violenze di ogni genere e tuttora, leggendo il libro, si può constatare rabbrividendo che non è cambiato molto e che le famiglie, che spesso vivono nella povertà più nera, ancora oggi usano la pratica atroce di vendere i bambini al miglior offerente.
La forza di Somaly l'ha aiutata a volgere l'inferno in cui ha vissuto in speranza e ad aprire un'associazione no-profit -la AFESIP - un centro di accoglienza e di aiuto, prima in Cambogia e poi in Thailandia, Vietnam e Laos, dove trovano rifugio bambine vendute, donne schiavizzate, sfruttate e violentate: persone che solo chi, come lei, ha vissuto un dramma simile al loro può davvero comprendere. Non che sia facile, anzi: Somaly subisce continue minacce rivolte a sé e ai propri figli e, ogni giorno, mette a rischio la propria vita con la sua attività. Ma ha scelto di rischiare e di combattere.
Non si tratta di un romanzo, ma di una testimonianza, di fatti reali che debbono essere conosciuti. Da leggere per apprendere dalla voce di una vittima fatti spesso taciuti
o sentiti raccontare con il distacco che tristemente talvolta si riserva a ciò che non ci tocca direttamente.
Pian piano Somaly, diventata adulta, conosce alcune persone e vede la possibilità di lasciare quella vita, di trovare un lavoro e di stringere legami tra cui, in ultimo, quello con l'attuale pur scorbutico marito, che la sostiene in una lotta portata avanti con coraggio e determinazione. Non è facile, per le donne, lasciare l'attività di prostitute; anche fuori dal bordello non vi è altro che miseria, sfruttamenti, violenze di ogni genere e tuttora, leggendo il libro, si può constatare rabbrividendo che non è cambiato molto e che le famiglie, che spesso vivono nella povertà più nera, ancora oggi usano la pratica atroce di vendere i bambini al miglior offerente.
La forza di Somaly l'ha aiutata a volgere l'inferno in cui ha vissuto in speranza e ad aprire un'associazione no-profit -la AFESIP - un centro di accoglienza e di aiuto, prima in Cambogia e poi in Thailandia, Vietnam e Laos, dove trovano rifugio bambine vendute, donne schiavizzate, sfruttate e violentate: persone che solo chi, come lei, ha vissuto un dramma simile al loro può davvero comprendere. Non che sia facile, anzi: Somaly subisce continue minacce rivolte a sé e ai propri figli e, ogni giorno, mette a rischio la propria vita con la sua attività. Ma ha scelto di rischiare e di combattere.
Non si tratta di un romanzo, ma di una testimonianza, di fatti reali che debbono essere conosciuti. Da leggere per apprendere dalla voce di una vittima fatti spesso taciuti
o sentiti raccontare con il distacco che tristemente talvolta si riserva a ciò che non ci tocca direttamente.