92° Minigruppo - Non si fruga nella polvere di William Faulkner

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francesca

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Eccoci con Bouvard per iniziare questa avventura.
Ho iniziato le prime pagine ieri, belle dense da subito, solito senso di lieve smarrimento che si prova quando si inizia un nuovo libro, come entrare in un mondo completamente nuovo e doversi un po' ambientare.
Con Faulkner poi lo smarrimento è anche un po' più che lieve, perchè lo stile non aiuta per niente, non è "accogliente".
Naturalmente chiunque voglia unirsi a noi è il benvenuto.

Francesca
 

ayuthaya

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uh, che bello, Faulkner! che voglia di unirmi!!! è vero che oggi o al massimo domani finirò il libro che sto leggendo, ma è anche vero che dovrei reperirlo e che mi fa un po' strano decidere di leggere un libro dall'oggi al domani... Non so, ci penso! ma coma mai fra tutti i Faulkner prooprio questo? non lo conosco...
 

francesca

Well-known member
ayuthaya, io sono una lettrice di passo tranquillo :MUCCA quindi anche se inizi fra qualche giorno ce la puoi fare benissimo a tenere il ritmo... almeno con me.
Invece per quanto riguarda la scelta proprio di "Non si fruga nella polvere", lo sai che non mi ricordo come siamo addivinute a questo titolo?
Io ho letto "Palme selvagge" per la sfida dei premi Nobel, che pur non entusiasmandomi mi aveva colpito in modo particolare.
Così mi sono unita al minigruppo per Mentre morivo, che mi ha folgorata ed in quell'occasione mi pare che Bouvard ha tirato fuori "Non si fruga nella polvere".
Eravamo rimaste d'accordo di darsi un pizzico quando eravamo pronte per la lettura ed è arrivato quel momento.

Ayuthaya non perdere questa grande occasione di lettura, su :wink:

Francesca
 

ayuthaya

Moderator
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ahahah, ma sai che quasi quasi mi hai convinto? peccato solo che in biblio non c'è... vorrà dire che passerò più tardi a comprarlo! a casa ho già L'urlo e il furore, comprato ma nn ancora letto dopo essere rimasta folgorata (come te) da Mentre morivo...
Allora mi sa che sarò dei vostri... :wink:
 

bouvard

Well-known member
Così, però, non vale in cinque minuti avete già scoperto la "colpevole" della scelta del titolo :mrgreen: Ebbene sì, mi assumo totalmente le mie responsabilità :mrgreen:. Tempo fa spulciando tra i titoli delle opere di Faulkner mi sono imbattuta in questo, mi ha incuriosita ed avendo letto qualcosa della trama ho deciso che valeva la pena leggerlo :)
Io sto leggendo un'edizione Medusa Mondadori del 1965 :paura:, più vecchia persino di me! :mrgreen: Il romanzo è preceduto da una lunghissima introduzione di Fernanda Pivano, ma l'ho saltata per non correre il rischio di leggere qualcosa che potrebbe rovinarmi la sorpresa della lettura :)
Ayu sei in tempo per unirti a noi, io ho letto solo poche pagine e confesso di aver riletto già alcune righe :mrgreen: perché, a differenza di altri romanzi, in cui Faulkner presentava i personaggi solo per nome senza dirci chi fossero, in questo, almeno nelle prime pagine, usa pochissimo i nomi, perciò un personaggio ci viene presentata semplicemente come "lui", un altro è "il ragazzo di Edmonds":? ... insomma un libro in perfetto stile "Faulkner" :mrgreen:
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
uh, che bello, Faulkner! che voglia di unirmi!!! è vero che oggi o al massimo domani finirò il libro che sto leggendo, ma è anche vero che dovrei reperirlo e che mi fa un po' strano decidere di leggere un libro dall'oggi al domani... Non so, ci penso! ma coma mai fra tutti i Faulkner prooprio questo? non lo conosco...

Nemmeno io ne avevo mai sentito parlare... Dopo L'urlo e il furore e Mentre morivo, folgorata da entrambi, incuriosita lo metto in cima alla mia lista di desideri ma per ora non ce la faccio a leggerlo...vi seguirò con molta curiosità! :D (così poi per dimenticarmi i dettagli dovrò aspettare qualche mese prima di leggerlo :mrgreen:) Buona lettura
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
mi spiace tanto, ragazze... non potrò essere dei vostri! sono passata dalla libreria e non ce l'hanno (nè pensano di poterlo ordinare perchè pare che l'ultima ristampa sia vecchiotta), e in nessuna delle due biblioteche da cui mi fornisco neppure... Io poi sono un po' fissata e nn mi piace stare senza leggere nulla, per cui stamattina ho inziato Le braci, di Màrai... Buon proseguimento, e sono certa che prima o poi lo leggerò anch'io!!!! :HIPP
 

bouvard

Well-known member
sono passata dalla libreria e non ce l'hanno (nè pensano di poterlo ordinare perchè pare che l'ultima ristampa sia vecchiotta), e in nessuna delle due biblioteche da cui mi fornisco neppure...

Mi dispiace che non ti unisci a noi ... comunque se in futuro vorrai leggerlo, se ne trovano diverse copie (con prezzi molto diversi :paura:) su comprovendolibri.

Alcuni punti mi hanno riportato alla mente Il buio oltre la siepe, almeno il film perché il libro non l'ho letto. Comunque considerato che Faulkner ha scritto questo libro dodici anni prima della Lee, al limite sarà stata la Lee ad essere influenzata da Faulkner e non il contrario :).
 

bouvard

Well-known member
La lettura procede "abbastanza" bene. Trattandosi di Faulkner "abbastanza" significa che alcune parti le rileggo solo due o tre volte :mrgreen:, in effetti a costringermi ad una rilettura è la parsimonia con cui Faulkner usa il punto, alcune frasi sono, infatti, lunghissime perciò tocca tornare indietro per ricordarsi qual'era il soggetto.
Eppure anche questo libro, nonostante le difficoltà, come gli altri ti tiene legato alle sue pagine, perché Faulkner non ti dice tutto dall'inizio e chiaramente, ma ti lascia intuire delle cose, spingendoti a continuare a leggere per capire se quello che hai intuito è quello che lui ha voluto dire. Così il rapporto tra il ragazzino bianco e l'uomo di colore, perno del libro, è un rapporto che si chiarisce man mano che si legge ...
 

francesca

Well-known member
Ecco Bouvard, speriamo: perchè ho finito il I capitolo, si capisce che in quel primo incontro è successo qualcosa che legherà il ragazzo bianco a Lucas, ma ovviamente, come dici tu, "trattandosi di Faulkner" non si capisce fino in fondo cosa. C'è stata questa scena con i soldi, ma difficile capire cosa può essere scaturito da quel momento.
QUesto è il III libro che leggo di Faulkner, l'inizio spiazzante come al solito, ma in modo diverso dagli altri.
Anch'io ho un'edizione vecchissima con prefazione della Pivano che come te ho evitato di leggere.
Magari la leggiamo una volta finito il libro, sono sicura che sarà piena di spunti di riflessioni che sarà interessante condividere a fine lettura.
 

bouvard

Well-known member
Inizio III capitolo

Hai ragione questo libro ci propone un Faulkner diverso, infatti sia in L'urlo e il furore, sia in Requiem per una monaca (due dei libri di Faulkner che ho letto), la possibilità di "salvezza", di redenzione era affidata o riposta da Faulkner in una donna di colore, in questo libro, invece, è un ragazzino bianco che cerca di salvare un uomo di colore.

L'idea che mi sono fatta io è che Charles (il ragazzino bianco) è condizionato nel suo rapporto con Lucas (l'uomo di colore) da quella che è l'educazione che ha ricevuto e dalla mentalità comune della gente fra cui cresce. Non sta bene, infatti, che un uomo bianco (adulto o ragazzo non fa differenza) abbia un "debito" di qualsiasi natura - materiale o morale - con un uomo di colore, perciò non appena Charles si accorge di essersi messo in questa condizione, non trova altro modo di uscirne che offrire all'uomo dei soldi, in modo da pagare il "debito". Il problema è che ha contratto il "debito" con l'uomo di colore sbagliato, perché Lucas è un uomo molto orgoglioso, un "nero che non si comporta e non vuole comportarsi da nero". Non solo non accetta i soldi, neppure quando gli vengono buttati a terra, ma glieli fa raccogliere da due ragazzini di colore. All'"offesa" di non accettare i soldi si aggiunge quella di farglieli restituire. Questo da inizio ad un rapporto controverso. Secondo me, dietro la vergogna da un lato, e la testardaggine dell'altro si nasconde, comunque, un rispetto reciproco ...
 

bouvard

Well-known member
Capitolo III

Lucas è stato accusato di aver ucciso un bianco proprio nell'unico posto in cui mai un uomo di colore dovrebbe incorrere in una simile accusa. Nel Quarto Distretto, infatti, la famiglia del morto, soprattutto se, come in questo caso, il morto è un bianco ed il presunto assassino è un uomo di colore, non da alla giustizia il tempo di accertare i fatti, perché per essa la giustizia coincide con l'onore è questo è sempre un affare della famiglia del morto. Il Quarto Distretto è un posto in cui "il solo straniero che potesse entrare con impunità era Dio e anche Lui soltanto di giorno e di domenica".
Charles è l'unica persona a cui Lucas può chiedere aiuto, proprio, forse, a causa di quel loro rapporto mai risolto e mai chiarito ...
 
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francesca

Well-known member
Sono anch'io al capitolo III, e ho anch'io la tua stessa edizione, Medusa 1965...
possiamo anche far riferimento alle pagine mi sa!!!
Eccoci dunque entrati nel vivo.
Faticosissima lettura, i periodi sono lunghissimi, più volte devo rileggerli, con incisi che non finiscono mai, a volta perdo il soggetto del discorso principale, a volte perdo il verbo, il più delle volte il senso del tutto :)

La rigidità della suddivisione ruoli bianchi-negri (in tutto il libro si parla solo di "negri"), mi sembra il punto cruciale di tutto il libro.
Lucas ha una colpa che viene ancora prima dall'aver ucciso il bianco, viene dal non essersi mai comportato da "negro".
Anzi forse in questo suo omicidio per la prima volta si avvicina ad un comportamento atteso, ma anche in questo caso sembra non aver rispettato quello che è il ruolo che la società ha cucito per lui, ma che lui non ha mai indossato: sì ha ucciso un bianco, ma uno di quelle famiglie che mai dovrebbero essere toccate, sparandogli alla schiena, nel luogo in cui mai un negro dovrebbe nemmeno pensare di sfiorare un bianco, in più anche il giorno non va bene, proprio di sabato.
Charles è diventato suo malgrado l'anello di congiunzione nella divisione bianchi-negri nella società in cui vive, Lucas gli ha fatto un favore e non gli ha dato modo di "pagarglielo" come sarebbe tato conveniente, creando un legame diverso, che non è più quello fra la razza superiore e dominante e la razza inferiore dominata, ma un legame alla pari.
Ed ecco che arriva il momento in cui da questa parità che si è creata anche nel corso degli anni in cui Charles ha vissuto questo ricordo come una catena che rende lui schiavo, quando pensava ormai di essere libero, Lucas si rivolge nuovamente a lui da pari, chiedendogli: di' a tuo zio che lo voglio vedere.

Mirabile la frase di Charles quando viene a sapere che è morta la moglie di Lucas: non occorre non essere negri per soffrire
Penso ci sia racchiuso tutto quello il senso del libro.
Come è mirabile la descrizione degli odori nella casa di Lucas quando Charles viene in qualche modo soccorso da lui e la moglie.

Francesca
 

bouvard

Well-known member
Fino al capitolo V

Bella e precisa la tua analisi :D, io in questi giorni non ho potuto postare niente, ma sono andata avanti con la lettura e preso appunti sulle cose da riportare, perciò li posto tutti di seguito :)

"Se c'è qualcosa fuori dall'ordinario che va fatto senza indugio, non perdere tempo con gli uomini; gli uomini lavorano secondo quelle che lo zio chiama le regole e le leggi. Cerca le donne e i bambini; loro lavorano secondo le circostanze".Ecco spiegata in poche parole la ragione per cui Lucas si è rivolto a Charles per chiedergli aiuto, gli uomini hanno un modo di pensare logico e rigoroso che non ammette eccezioni, le donne pensano, invece, soprattutto per eccezioni e quasi mai tengono conto solo della ragione, per loro la ragione viene solo dopo i sentimenti e le circostanze. Gli uomini se son convinti di qualcosa difficilmente accettano un punto di vista diverso dal loro, le donne, al contrario, difficilmente partono da un partito preso.

Una immagine di poche righe che spiega perfettamente di che tipo di società stiamo parlando è quella di Aleck Sander (il ragazzo di colore) lasciato a mangiare da solo in cucina, mentre gli altri mangiano in sala. Hanno passato tutta la notte insieme, gomito a gomito a dissotterrare un cadavere, hanno apprezzato le capacità di questo ragazzo che gli ha salvato la vita, eppure di farlo mangiare con loro proprio non se ne parla :W (lo sceriffo lo aveva pensato apparecchiando per 5, ma è rimasto solo un pensiero).
 

bouvard

Well-known member
Altra immagine strepitosa che, secondo me, rappresenta il Sud meglio di mille parole:
A proteggere Lucas da un possibile linciaggio lo sceriffo ha messo Will Legate, un famoso cacciatore, un uomo che ha ucciso, in vita sua, più cervi e conigli di quanto possa ricordare, l'uomo non ha bisogno neppure di tenere il fucile in mano, per scoraggiare eventuali attaccabrighe è sufficiente che stia seduto su una sedia a dondolo, davanti alla prigione a leggere i suoi fumetti con il fucile a fianco. Il mattino successivo, allo stesso posto, sulla stessa sedia non c'è più Legate, ma Miss Habersham, una donna bianca di settant'anni, invece di leggere fumetti rammenda calze e roba vecchia, non ha a fianco alcun fucile, eppure l'effetto è lo stesso, nessun uomo bianco del Sud si azzarderebbe a farle del male o ad entrare con la forza nella prigione. Il Quarto Distretto è un posto violento, in cui la giustizia è quella che ognuno si fa da solo, ma è anche un posto in cui le donne esercitano un grande potere sugli uomini.
 
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bouvard

Well-known member
Spoiler!!!

Attenzione: Se qualcuno ha intenzione di leggere in futuro questo libro è meglio che non legga questo commento :mrgreen:

Mi sono persa per quanto riguarda il "giallo" :mrgreen: Vinson Gowrie ha un socio, che lo imbroglia, con cui commercia legname. Vinson viene ucciso e della sua morte viene accusato Lucas, che però scopriamo subito essere stato accusato solo perché la sua pelle è del colore sbagliato e perché lui non è sottomesso come gli altri negri.
Perciò io avevo pensato, la cosa più semplice di questo mondo :mrgreen:, Vinson è stato ucciso dal suo socio. Ma quando la nostra sgangherata banda di "tombaroli" apre la bara, sorpresa delle sorprese, si scopre che dentro non c'è Vinson :paura::paura:
Allora a questo punto ho pensato: Vinson ha ucciso il suo socio, facendo credere di essere lui il morto, insomma la vittima non è la vittima, ma l'assassino :paura:, il discorso mi filava, fino a quando Faulkner non se n'è venuto fuori con l'affermazione che chiunque avesse ucciso Vinson aveva dovuto uccidere poi qualcun altro da mettere nella sua tomba vuota per poter stare tranquillo :? :? :?
Perché? :? :? :?
Vinson è stato ucciso e tutti sanno che è stato ucciso, allora perché mettere qualcun altro nella sua tomba? :? Perché quest'altro aveva assistito, non volendo all'omicidio? Ok, questo giustifica il fatto che abbiano dovuto ucciderlo, ma perché nasconderlo nella tomba di un altro morto e dover riesumare questo e nasconderlo da un'altra parte? :? Tanto valeva far stare il primo morto nella sua tomba e nascondere il secondo :?

Speriamo che Faulkner si decida a chiarire qualcosa :? Ad esempio anche perché Miss Habersham si sia trovata a far parte di questa banda di "tombaroli" :mrgreen:
 
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bouvard

Well-known member
Buovard
io sono indietro, ancora devo finire il III capitolo.
Quindi per ora non ho letto i tuoi nuovi commenti.

Ok, vado avanti nella lettura, ma posterò i commenti solo sulle parti in cui sei arrivata anche tu, così avrò modo anch'io di riprendere alcune parti che ho capito fino ad un certo punto (per non dire che quello che ho capito è giusto la punta dell'iceberg :mrgreen:), perché questo, tra tutti i libri di Faulkner che ho letto, mi sembra decisamente quello più "politico" .... :?
 
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