Zampaglione, Federico - Tulpa. Perdizioni mortali

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Lisa è una rampante manager che lavora in un'azienda finanziaria (il cui capo è Michele Placido); la sua vita parrebbe come quella di chiunque, se non per il fatto che la ragazza, calata la notte, frequenta un esclusivo club privato, denominato Tulpa, entro il quale, tramite l'assunzione di una bevanda "corretta" dal proprietario (una sorta di sciamano saggio), puo' sfogare tutti i propri istinti sessuali. Casualmente Lisa legge su un giornale della brutale uccisione di tre persone; sono proprio quelle con cui lei ha avuto i suoi ultimi rapporti carnali al Tulpa...

Ed eccomi a visionare il nuovo lavoro di Zampaglione, ultimo appassionato alfiere dell'horror italico. Dopo la buona prova offerta con "Shadow", m'aspettavo molto e le premesse parevano gustose: soggetto del leggendario Dardano Sacchetti (come "chi è"? :D), struttura che ricordava i thrilling argentiani e l'implicita promessa di efferati omicidi.
Il risultato finale è un "gialletto" che omaggia, ampiamente, Argento e Bava (del quale sono riprese certe tonalità di colore), oltre a lambire territori già frequentati da Lenzi e Martino. Benché sia quasi palpabile l'entusiasmo con cui Zampaglione ha messo in scena i vari omicidi, che non mancano di originalità e crudezza (quello della giostra non è male), ciò di cui la pellicola difetta è la confezione generale. La storia su cui si sviluppa la trama "diurna", in cui viene accennata una blanda critica all'Italia dei mezzocci e mezzibusti, è scadente; ha la qualità di una soap - opera, priva di mordente e ritmo. La sciatteria è acuita dalle prestazioni di Placido (sotto la sufficienza) e di un'imbarazzante Claudia Gerini. Zampaglione vede bene di non lesinare sulle inquadrature di nudo della moglie, la quale ci viene spudoratamente offerta per diversi minuti, sebbene non richiesta (anche se qualche incallito onanista sarà pur contento), nelle sue prestazioni "orgiastiche".
Assente il senso di ansietà che la situazione antecedente gli omicidi dovrebbe instillare. Quantunque certe inquadrature siano gradevolemente ricercate, altre risultano traballanti e stranamente poco a fuoco (non credo sia un effetto voluto, ma un problema da imputarsi all'imperizia di qualche componente della troupe) . Il difetto più grosso sta nei momenti degli ammazzamenti: tutti di notte, in un buio quasi totale! Le vittime sembrano amare ficcarsi in luoghi senza alcun tipo di illuminazione, persino in casa loro, dove non accendono manco le luci interne! Quindi lo spettatore non puo' essere del tutto soddisfatto, poichè vede male quel che dovrebbe essere il punto di forza di film come questo. Girato a Roma che viene esibita col contagocce, c'è solo una magnifica ripresa dell'EUR. Un paio di situazioni non hanno uno svolgimento logico (Zampaglione ha bisogno di affinare la sua abilità di sceneggiatore). La conclusione giunge recando con sé almeno una nota lieta: la sorprendente rivelazione dell'identità del killer. Ottima, così come in "Shadow", la prova di Nuot Arquint. E' un deciso passo indietro rispetto all'opera precedente, però è un tentativo volenteroso e dignitoso. Si puo' vedere senza attendersi troppo. Sulfureo...

VOTO 6 (di incoraggiamento)
 

ayla

+Dreamer+ Member
Uhm, non m'invogli a vederlo ma un tentativo stasera lo faccio ugualmente, poi ripasseró:mrgreen:
 

ayla

+Dreamer+ Member
Direi che Des ha già detto tutto e bene, senza tralasciare nulla ma nel voto è stato fin troppo generoso, secondo me.:mrgreen: Io sono per l'insufficienza, senza se e senza ma.
Preciso, però, che lo faccio a malincuore. A malincuore perché l'impegno del regista si vede (sul cast sorvolo), perché è un omaggio sentito e voluto fortemente, perché Zampaglione ha provato a resuscitare, a dare un barlume di vita e a portare al cinema un genere morto e sepolto, ma tutto nostro, per molti sconosciuto, da altri semplicemente snobbato.
Quindi sì, mi dispiace bocciarlo, anche perché in Shadow mi aveva convinta, ma questo Tulpa è la brutta copia di una buona idea, ha più difetti che pregi...aspettiamo il prossimo!
 
Alto