Gary, Romain - La vita davanti a sé

white89

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Questo libro ci trasporta nella vita delle banlieu dove seguiamo le vicissitudini di Momo', un bambino che vive in un ricovero per figli di prostitute e ci racconta in prima persona le proprie vicissitudini. La storia e' forte ma, vista con gli occhi di Momo' si copre di un velo di ironia e grazie a personaggi bellissimi strappa più' di un sorriso. Nel complesso ho amato questo libro perché è vero, per la capacità dell'autore di trattare temi difficili come il degrado e l'emarginazione in modo molto sincero.
 
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giovaneholden

Guest
Iniziato oggi,devo dire che dalle prime pagine sembra un grandissimo libro,da proporre in un prossimo Gdl :MUCCA
 
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giovaneholden

Guest
Concluso oggi,si tratta di un libro veramente bellissimo. Scritto in modo ineccepibile,come se veramente il narratore fosse un ragazzino,una storia emozionante e tenera. Consigliato a tutti. Ecco sinossi e breve commento da wiki La vita davanti a sé - Wikipedia
 

qweedy

Well-known member
Un libro straordinario scritto nel 1975, precursore della realtà multietnica delle banlieu, protagonista Momò, ragazzo arabo figlio di nessuno, allevato da un’ex prostituta ebrea insieme con altri bambini, altrimenti destinati ad essere affidati ai servizi sociali. L’epoca in cui si svolge la storia è quella del secondo dopoguerra e il luogo è Parigi. È già una Parigi multietnica, popolata da una folla di diseredati. Vista attraverso gli occhi di un bambino, anche la realtà più tragica diventa ironica, e commuove la generosità e la solidarietà con cui ognuno soccorre l'altro nei momenti più critici.
Un romanzo che ha giustamente ottenuto il premio Goncourt e dal quale è stato tratto un film per la regia di Moshé Mizrahi che vinse l’Oscar nel 1978.

Dopo Educazione europea e Cane bianco, Romain Gary si conferma a mio parere un autore eccellente.
 
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estersable88

dreamer member
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Momò è un ragazzino cresciuto come arabo e musulmano da una vecchia prostituta ebrea, Madame Rosa, nella banlieu di Belleville a Parigi. Non si sa con certezza quanti anni abbia, né chi siano i suoi genitori. Privato delle sue radici, Momò diventa tutt'uno con il quartiere in cui vive, si identifica con la pluralità di culture che lo contraddistingue riuscendo a suo modo ad assumere una sua identità. Ed è inevitabile che, negli anni della crescita, Momò si affezioni in modo viscerale a colei che l'ha cresciuto, la bislacca e folcroristica Madame Rosa, la cui salute però è ormai compromessa. Anche quando scoprirà di più sulle sue origini Momò resterà legato alla donna, al quartiere, ai suoi abitanti, nonostante si crucci pensando al futuro e sappia che la sua unica opportunità di salvezza sarebbe farsi adottare. La vita davanti a sé è, come il suo autore, un libro singolare che rappresenta il cambiamento di una città, di un Paese, di una cultura scossa eppure aperta alla convivenza di mille diversità. Di cosa parla questo libro? Me lo sono chiesto più volte durante la lettura: parla delle periferie e dell'arrabattarsi continuamente per vivere; parla della convivenza fra religioni; parla di una realtà come ce ne sono tante, squallida eppure capace di unione e solidarietà; parla della necessità di affetto e buoni sentimenti, del bisogno di legami e punti di riferimento che non ha età, né sesso, né religione né condizione sociale. Non credo di essere entrata completamente in sintonia con Gary, però questo libro mi è piaciuto, lo consiglio e ne apprezzo i risvolti sociali, culturali e psicologici.
 
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