Cuarón, Alfonso - Gravity

Lin89

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TRAMA
La dottoressa Ryan Stone è al suo primo viaggio nello spazio. E' affiancata nella missione da Matt Kowalsky, veterano al comando della sua ultima missione prima di andare in pensione. Dovrebbe essere una missione di ordinaria amministrazione, ma qualcosa va storto, la navicella esplode e loro due sono gli unici supersisti in mezzo all'infinito...

Chi non ha mai sognato da bambino di fare l'astronauta? Vedere le stelle, la terra dall'alto, il sole, galleggiare nel vuoto...
Se da bambini, invece, ci avessero mostrato il vero lavoro di un astronauta, i sogni sparirebbero all'istante.
Perchè questo film, più o meno, mostra proprio questo. Insieme a Ryan e Matt ci siamo anche noi che ci muoviamo insieme a loro, volteggiamo infinite volte, cercando punti di riferimento, appigli, galleggiamo, urtiamo infinite volte contro portelloni e oggetti vari, evitiamo detriti che viaggiano alla velocità di un proiettile. Ed è inevitabile immedesimarsi coi personaggi, perchè a volte guardiamo proprio ciò che stanno guardando loro, sentiamo il loro respiro sempre più in affanno, perchè nel frattempo l'ossigeno sta per finire e il panico invece continua a salire. Di fronte si ha il vuoto, si ha l'infinito.

Ma in mezzo a tutti i pericoli e gli ostacoli, si vedono cose magnifiche, come un'aurora o gli immensi spazi della terra vista dallo spazio. Tutto contemporaneamente, perchè la vita è piena di meraviglie e orrori.

E' un film che celebra la storia dell'uomo e la sua grandezza, i suoi successi tecnologici e fisici. E pare che lo faccia a ritroso, dal presente al passato, dall'ultima scoperta tecnologica alla semplice uscita dall'acqua e la conquista della posizione eretta.

E' anche un film che parla di morte e rinascita, di solitudine, di lasciar andare il passato per camminare e continuare a vivere nel presente senza dimenticarlo, di capire e essere consapevole che nella vita non ci possono essere certezze, di "non mollare ora" (come sembra urlare la locandina del film) perchè un appiglio lo si trova sempre, anche all'ultimo secondo. E' un inno alla vita, coi suoi pro e i suoi contro.

Riesce a prendere lo spettatore e a trascinarlo fino alla fine col fiato sospeso, con pochi attimi di pausa, che però servono per introiettarsi nei personaggi, per far percepire cosa provano.

Meraviglia, sorpresa, panico, paura, solitudine, silenzio, sofferenza psicologica, sofferenza fisica, confusione, nausea, stanchezza, rassegnazione, coraggio, speranza, consapevolezza e tanto altro provano i nostri protagonisti e noi insieme a loro, come se anche noi fossimo astronauti.

L'uso della macchina da presa è eccezionale. Il 3D ci sta magnificamente (SPOILER: a un certo punto, vedrete dei detriti venirvi addosso a grande velocità e cercherete di evitarli istintivamente :mrgreen:).

Andatelo a vedere al cinema, i 10,50 euro meglio spesi da un po' di tempo a questa parte.
 
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darida

Well-known member
mi è piaciuto molto,e ho sofferto per guardarlo :boh: (adattamento alla visione 3D) ma non rimpiango gli 11,50 :?? eurini spesi, tuttavia:

Devo riconoscere che la storia è praticamente inesistente. Ma non mi è mancata. I dialoghi, per quanto sul filo del gigionesco, li ho trovati adatti a stemperare l'ansia per le peripezie della Bullock. Per quanto mi riguarda ero dispostissima a guardare anche un film muto, le immagini parlavano da sole.
Non ho trovato particolari incongruenze nella storia, ebbene sì, se c'erano me le sono bevute tutte :mrgreen:
Ultimo appunto, se un bel giorno dovessero riuscire ad abbinare una sceneggiatura credibile a questi straordinari effetti speciali, non ci rimarrà piu nulla da scoprire (?):wink:
 

ayla

+Dreamer+ Member
Dalla notte degli Oscar, Gravity è tornato a casa con le tasche mediamente piene, vincitore di ben 7 premi Oscar, tutti tecnici:
Migliore regia (Alfonso Cuarón), Miglior fotografia (Emmanuel Lubezki), Migliori effetti speciali (Tim Webber, Chris Lawrence, David Shirk e Neil Corbould), Migliore montaggio (Alfonso Cuarón, Mark Sanger), Miglior sonoro (Glenn Freemantle), Miglior montaggio sonoro (Skip Lievsay, Niv Adiri, Christopher Benstead, Chris Munro), Miglior colonna sonora (Steven Price).

Parto subito dicendo che Gravity mi è piaciuto e non sono un'amante del genere, motivo per cui ho aspettato così tanto per vederlo:mrgreen:. (Ed è la dimostrazione che per fare un buon film non bisogna necessariamente farlo durare due ore o, se va male, di più:mrgreen:).
E' un film che ha fatto centro perché, secondo me, è riuscito quanto si era prefissato. Coinvolge lo spettatore fin da subito, lo emoziona, lo affascina, ci sono momenti, immagini veramente suggestive, il modo in cui è stato reso lo spazio, la gravità, è splendido, ci fa sentire un tutt'uno con la protagonista, avvertiamo la sua paura che cresce minuto dopo minuto, sentiamo il suo dolore, percepiamo la sua confusione, le sue incertezze, il pericolo che si annidia dovunque, la tensione che sale...alla fine, ti ritrovi lì con lei a sperare nel miracolo, in un'insperata via d'uscita.
Il finale, come la scena iniziale, l'ho trovato veramente bello e ben fatto, sembra una seconda nascita, l'uomo che rinasce dall'acqua, più forte, più consapevole, pronto a camminare da solo sulle sue gambe verso la luce, verso il futuro.
Strepitosa la Bullock, anzi, spaziale, ma io sono di parte, l'adoro!:mrgreen:
 

Dory

Reef Member
Anch'io!

Non amo il genere.
L'ho visto per caso.
Adoro Sandra Bullock.
Ho avuto una paura cosmica!
Mi è piaciuto.

Un film che ha una capacità di coinvolgimento emotivo fortissima.
Talmente forte che ti tiene sull'attenti anche se non 'succede nulla', nel senso che la trama si adatterebbe ad un cortometraggio, e invece il film dura poco più di un'ora e mezza. In effetti è una piccola durata per un film, ma dilatata quanto basta per far temere e tremare.

L'interpretazione che ho dato io al film e che celebra il valore della vita: qualunque cosa possa succedere dentro, accanto e fuori di noi, finché è possibile, bisogna lottare per preservarla.
 
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elisa

Motherator
Membro dello Staff
Film perfetto dal punto di vista tecnico, molto spettacolare ma senza quella profondità che forse avrebbe scaldato un po' gli animi. La Bullock è brava, paradossalmente in maniera eccessiva. Un grande spettacolo, un po' monocorde e scontato ma indubbiamente di valore. Dispiace rendersi conto di quanto l'uomo abbia inquinato anche lo spazio.
 
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