Posso farvi una domanda?

P

ParallelMind

Guest
Perche`umanamente sentiamo questo bisogno di condividere quello che proviamo,quel che un opera d'arte ci trasmette,quel che un libro ci suscita nel cuore,quel che speriamo,quel che sognavamo,quel che diamo per scontato gli altri capiranno..perche`?
Io a volte leggo un libro e capisco che quel grande autore stava semplicemente esprimendosi,donando qualcosa,ma non viveva nell'attesa di un giudizio,gli andava di dire la sua sul mondo,sulla vita,tutto qui.
Noi oggi siamo un po`fissati,forse per colpa dei films a voler essere compresi,a voler condividere.
Penso che vivere alla lunga cosi`diventi una dipendenza e quindi una debolezza.
Chi sa di essere non ha bisogno del riconoscimento degli altri.
Forse alcuni grandi artisti come Jim Morrison questo l'avevano compreso.
 

ulysse

New member
la "condivisione" non deve essere vista solo nella sua accezione negativa, ma anche dal lato positivo, che prevede la diffusione.
Condividere è un gesto naturale, benevolo sopratutto che coinvolge le persone e le rende comunità, collettività, insieme. Chiaro che molto dipende da cosa si condivide, perché alcuni hanno la pessima abitudine di condividere anche il male o la violenza, ma comunque è parte integrante del sistema comunitario. E' poi il singolo individuo - il Jim Morrison della situazione - capire che ciò che viene condiviso, che deve valutare se è positivo o negativo e condividere con analisi e accuratezza se questa porta conseguenze o disequilibri.
Citando Morrison per esempio, oltre alla sua musica, la condivisione di certe sue "tendenze" sono state anche deleterie per molti giovani, eppure lui stesso le ha condivise.
 

pitchblack

New member
Perche`umanamente sentiamo questo bisogno di condividere quello che proviamo,quel che un opera d'arte ci trasmette,quel che un libro ci suscita nel cuore,quel che speriamo,quel che sognavamo,quel che diamo per scontato gli altri capiranno..perche`?
Io a volte leggo un libro e capisco che quel grande autore stava semplicemente esprimendosi,donando qualcosa,ma non viveva nell'attesa di un giudizio,gli andava di dire la sua sul mondo,sulla vita,tutto qui.
Noi oggi siamo un po`fissati,forse per colpa dei films a voler essere compresi,a voler condividere.
Penso che vivere alla lunga cosi`diventi una dipendenza e quindi una debolezza.

E perchè la voglia di condividere dovrebbe tramutarsi in dipendenza e poi in debolezza? L'esigenza di essere capiti e la propensione a con-dividere è una cosa sana. Si entra nel patologico quando si sceglie di affogare nella solitudine.

Chi sa di essere non ha bisogno del riconoscimento degli altri.

Delirante...
 
M

maredentro78

Guest
Non so Parallelmind ma penso che senza scambio,senza condivisione anche il più grande dei geni possa impoverirsi se non del suo sapere quantomeno umanamente.
 
P

ParallelMind

Guest

Dipende dai punti di vista.Leonardo Da Vinci difficilmente mentre era all'opera poteva essere soggetto alla critica della gente comune.Questo non sara`il caso di molti di noi qui,ma rimane il fatto che non bisogna vivere nella paura del giudizio o pregiudizio degli altri,quanto in base a quello che sentiamo dal proprio cuore.
Certo questo non tutti riescono ancora a farlo,vero pitchblack?o uno dei tuoi tanti nickname.

@Ulysse
condividere e`sano,e`bello,ma non si puo`vivere solo di questo.
Io credo che la vera meta nella vita di un uomo sia raggiungere il giusto equlibrio tra il donare(condivisione) e l'esprimersi migliorando con se stessi(crescita interiore).
E qui potremmo parlarne per delle ore,con tutte le filosofie,arti al mondo che trattano l'argomento.
 

ulysse

New member
credo che invece si possa vivere solo di condivisione, o meglio si può vivere solo "donando". Come giustamente hai detto ci sono migliaia di teorie, filosofiche,morali, religiosi che ne studiano la possibilità e quindi potremmo perderci in questo, ma per rendere più semplice il concetto posso dirti che già chi vive nella sua semplicità quotidiana, amando le persone e cercando di essere libero da condizionamenti vari - moderni o vecchi - e che distribuisca un po' della sua libertà, rendendo magari le persone anche un pochino felici sia pure con un sorriso o un buongiorno, riesca a vivere una esistenza piena.
Questa soluzione, a mio parere, prevede anche il problema. L'altra faccia della medaglia insomma. Quanti di noi, sono felici? Quanti di noi riescono a condividere/donare e non essere presi per scemi o peggio per folli? Perché il ricevente la condivisione/donazione si sorprende se un signor X al mattino lo saluta con un "buongiorno"? Frase che dovrebbe essere rituale in una comunità?

Da amante del bosco Jungheriano, della misantropia e solitudine, per cui vi chiesi anche dei buoni libri che ne trattavano l'argomento, posso dirti che molto spesso ciò che mi spinge nel bosco, ad allontanarmi, a scomparire è l'incredulità degli altri quando semplicemente dico "buongiorno" al mattino. Dove dire buongiorno, metafora di ogni azione umana e semplice, rappresenta una sorpresa che purtroppo, oggi, nel frenetico mondo, non conoscono neanche più le donne, che io reputo più inclini a capire sfumature cerebrali diverse, che non magari i maschietti nella loro razionalità. Stiamo andando verso un mondo prettamente egoistico, e forse il bisogno di condividere potrebbe essere la sua salvezza. Spero.
 

Dory

Reef Member
L'essere umano e' un animale sociale.
La condivisione e' connaturata alla specie.
Io la vedo cosi', in modo scientifico.

C'e' questo libro, che ho comprato da poco ma ancora non ho letto, che si intitola Intelligenza sociale, che descrive quello che avviene, anche a livello neurologico, quando interagiamo con gli altri. E' un argomento che mi e' sempre interessato, forse perche' ho un comportamento che potrei definire "bipolare" con le persone: con alcune sono particolarmente spigliata, estroversa e divertente; con altre sono chiusa, taciturna e introversa.
Questo dipende dal modo di fare e dalla personalita' di chi ho intorno - che sia gente che gia' conosco o appena conosciuta non fa differenza - e anche dal mio grado di gradimento della persona.

A proposito di quello che dice Ulysse sul 'buongiorno', io mi trovo ora in un posto (sto facendo uno stage) dove spesso sentirsi dire buongiorno e' un fastidio, una distrazione dal proprio 'importantissimo' lavoro.
Io sono abituata a salutare sempre, mentre qui ho dovuto abituarmi a non dire buongiorno per non disturbare!
E c'e' un clima di lavoro pesante, opprimente, tutti sono sempre scocciati e stanchi, non c'e' una persona entusiasta. Forse queste persone pensano solo alla loro 'crescita interiore'. :mrgreen:
Ma magari, condividere un sorriso e un buongiorno al mattino puo' aiutare a sentirsi meglio per tutta la giornata.

A me una mattina e' successa una cosa strabiliante. Stavo andando al lavoro e lungo il marciapiede venivano verso di me una mamma con il figlioletto che poteva avere non piu' di cinque anni.
Quando mi sono passati accanto il bimbo mi ha guardato e mi ha fatto un sorriso meraviglioso. Beh, quel sorriso mi ha fatto sentire bene e felice per tutta la giornata e non lo dimentichero' mai.
Con cio' non voglio dire che uno sta bene solo quando qualcun altro gli sorride, ma piuttosto bisogna ribaltare la questione e non guardarla sempre dal punto di vista egocentrico: se IO sorrido
a qualcuno, potrei cambiargli la giornata!
 
Ultima modifica:

pitchblack

New member
Dipende dai punti di vista.[..],ma rimane il fatto che non bisogna vivere nella paura del giudizio o pregiudizio degli altri,quanto in base a quello che sentiamo dal proprio cuore.

Guarda se vogliamo parlare di grandi artisti, io più che una formichina come Jim Morrison, citerei Schumann oppure Dvorak, se vogliamo rimanere nella musica. Schumann è stato un romantico nel senso più pieno e pregnante del termine. Una delle sue sinfonie più famose, la "Renana", rappresenta la quintessenza dell'esaltazione dell'io, l'infinita commozione che infiamma l'uomo davanti alla natura. Ascoltare Schumann è come avere davanti il famoso quadro di Friedrich "Il viandante". Eppure rimase a lungo ignorato. Anzi molti riconoscimenti gli vennero volutamente negati, benchè il suo immenso talento fosse manifesto. Per il resto credo ti abbia risposto efficacemente Ulysse, con il quale, paradossalmente, non condivido niente. Non sono di certo un amante della solitudine e della speculazione: la vita preferisco viverla, invece che analizzarla in astratto. Però sottoscrivo il fatto che le donne sono meravigliose e spesso migliori di noi.
 
P

ParallelMind

Guest
ulysse; ha scritto:
Questa soluzione, a mio parere, prevede anche il problema. L'altra faccia della medaglia insomma. Quanti di noi, sono felici? Quanti di noi riescono a condividere/donare e non essere presi per scemi o peggio per folli? Perché il ricevente la condivisione/donazione si sorprende se un signor X al mattino lo saluta con un "buongiorno"? Frase che dovrebbe essere rituale in una comunità?

Da amante del bosco Jungheriano, della misantropia e solitudine, per cui vi chiesi anche dei buoni libri che ne trattavano l'argomento, posso dirti che molto spesso ciò che mi spinge nel bosco, ad allontanarmi, a scomparire è l'incredulità degli altri quando semplicemente dico "buongiorno" al mattino. Dove dire buongiorno, metafora di ogni azione umana e semplice, rappresenta una sorpresa che purtroppo, oggi, nel frenetico mondo, non conoscono neanche più le donne, che io reputo più inclini a capire sfumature cerebrali diverse, che non magari i maschietti nella loro razionalità. Stiamo andando verso un mondo prettamente egoistico, e forse il bisogno di condividere potrebbe essere la sua salvezza. Spero.

Ulysse,tutte cose giuste quelle che dici,e umanamente apprezzo tanto il discorso.
Ma io nel corso degli anni mi sono reso conto che il voler condividere un emozione,una bella frase o altro che in un momento ti vien voglia di far partecipe il mondo non puo`essere la fonte ultima della felicita`o della realizzazione interiore di una persona.
Questo per il semplice fatto che noi tutti viviamo stati d'animo mutevoli,in condizioni ed esigenze personali diverse e mutevoli anch'esse.Quindi qualsiasi sforzo in tal senso non e`che uno svendere se stessi in cambio di un illusione da se stessi,filtrata dalle aspettative sugli altri.
In definitiva sara`un opera buona,bella e giusta inseguire la condivisione ma di base,purtroppo siamo fondamentalmente troppo egoistici per realizzare davvero le nostre proiettive illusioni con azioni solidali.
Scusate il giro di parole,ma sono concetti abbastanza complessi.
 

Dory

Reef Member
Ulysse,tutte cose giuste quelle che dici,e umanamente apprezzo tanto il discorso.
Ma io nel corso degli anni mi sono reso conto che il voler condividere un emozione,una bella frase o altro che in un momento ti vien voglia di far partecipe il mondo non puo`essere la fonte ultima della felicita`o della realizzazione interiore di una persona.
Questo per il semplice fatto che noi tutti viviamo stati d'animo mutevoli,in condizioni ed esigenze personali diverse e mutevoli anch'esse.Quindi qualsiasi sforzo in tal senso non e`che uno svendere se stessi in cambio di un illusione da se stessi,filtrata dalle aspettative sugli altri.
In definitiva sara`un opera buona,bella e giusta inseguire la condivisione ma di base,purtroppo siamo fondamentalmente troppo egoistici per realizzare davvero le nostre proiettive illusioni con azioni solidali.
Scusate il giro di parole,ma sono concetti abbastanza complessi.

Quanto sto per dirti te lo dico con affetto Parallel, perche' ti capisco.
Io credo che cercare di auto-convircersi di bastare a se stessi e non aver bisogno degli altri sia una bugia bella e buona per non soffrire.
In una certa misura si puo' essere felici anche da soli, ma la gioia data dalla condivisione e' enormemente piu' piena e soddisfacente.
Questo per quello che dicevo nell'altro mio post, l'uomo sara' anche egoista, ma e' pur sempre un animale sociale, non si puo' sfuggire alla propria biologia!
 

ulysse

New member
beh se è vero che siamo egoisti che fai? Subisci l'egoismo altrui che molto spesso si trasforma in violenza , oppure contrasti l'egoismo condividendo/donando per poter evitare che l'egoismo sia parte integrante della società?

Sono d'accordo con te riguardo l'egoismo, l'individualità e forse anche una certa dose di cattiveria nell'applicarlo. Purtroppo i tempi moderni ci portano verso queste estremizzazioni dell'essere, ma altrettanto vero è che ci sono persone che condividendo azioni positive riescono a contrastare queste estremiste azioni umane.
E' una questione di scelta. Dive vuoi stare? Il fiume solo scorre in mezzo, ho sei su un lato o sull'altro dei suoi margini, altrimenti ti lasci trascinare e non sei più te stesso.
 
P

ParallelMind

Guest
beh se è vero che siamo egoisti che fai? Subisci l'egoismo altrui che molto spesso si trasforma in violenza , oppure contrasti l'egoismo condividendo/donando per poter evitare che l'egoismo sia parte integrante della società?

Sono d'accordo con te riguardo l'egoismo, l'individualità e forse anche una certa dose di cattiveria nell'applicarlo. Purtroppo i tempi moderni ci portano verso queste estremizzazioni dell'essere, ma altrettanto vero è che ci sono persone che condividendo azioni positive riescono a contrastare queste estremiste azioni umane.
E' una questione di scelta. Dive vuoi stare? Il fiume solo scorre in mezzo, ho sei su un lato o sull'altro dei suoi margini, altrimenti ti lasci trascinare e non sei più te stesso.

No Ulysse,io ho capito solo che non ha senso stare da una parte o l'altra del fiume.
Ha piu`senso scorrere in esso senza aggrapparsi per forza ai bordi inseguendo illusioni.
Il fiume siamo noi,il mondo e`ai due lati.Le persone puoi apprezzarle e salutarle anche dal fiume mentre scorri,ma non c'e`modo di aggrapparti ad esse.Tutto scorre,tutto cambia nel tempo.
A noi c'e`dato solo scegliere cosa fare del tempo che ci rimane su questa Terra,e io personalmente voglio vedere dove ha da condurmi il fiume(la vita)non le persone sulla riva o tutto cio`che vorrebbe fermare il viaggio.Bisogna sentirsi ed essere liberi,questo e`il punto senza nulla togliere al resto.
 

zanblue

Active member
......io ho capito solo che non ha senso stare da una parte o l'altra del fiume.
Ha piu`senso scorrere in esso senza aggrapparsi per forza ai bordi inseguendo illusioni.
.....Le persone puoi apprezzarle e salutarle anche dal fiume mentre scorri,ma non c'e`modo di aggrapparti ad esse.Tutto scorre,tutto cambia nel tempo
......io personalmente voglio vedere dove ha da condurmi il fiume(la vita) non le persone sulla riva o tutto cio`che vorrebbe fermare il viaggio.

Leggendo quello che hai scritto, si ha la netta sensazione che per te, la vita potrebbe essere vissuta felicemente senza la presenza degli altri.
Lo trovo sbagliato.Stare in esclusiva compagnia del nostro alter ego,evitando il confronto con chi ci sta intorno ci può solo trasformare in piccoli e arroganti dèspoti.
Non confrontandoci con gli altri, nessuno ci può dar torto, no? La nostra vita non ci tutelerà di più se ci limitiamo ad osservarla.La vita é partecipazione, confronto con la società,nel bene e nel male.Se ci anestetizziamo da tutto e da tutti, diventiamo solo gli " spettatori " della nostra esistenza e non i principali protagonisti.
Io almeno la penso così,ma è solo la mia microscopica opinione.
 

ulysse

New member
Ho compreso (almeno credo) il tuo pensiero @ParallelMind è possiamo anche essere d'accordo. La libertà è uno stato d'animo univoco e sopratutto universale, che è stato dato all'uomo senza chiedergli nulla in cambio. Ma proprio perché è stato dato all'uomo, anzi donato all'uomo è a suo tempo condiviso. Cioè ogni uomo ha la sua libertà. E se nel fiume che scorre ci sono più uomini che vogliono salutare le persone sulle sponde, inevitabilmente si finisce per scontrarsi o per voler salutare prima qualcuno,si arriva ad annientare la libertà reciprocamente.

Il discorso poi, quello della libertà a cui vuoi arrivare - almeno credo questo sia il tuo fine - è strettamente legato alla cultura del posto dove stai per richiederla. Cultura che è un insieme di fattori, - la religione, l'educazione ricevuta, il senso della comunità, la scuola ect ect, - insieme che crea appunto le due sponde del fiume e se si crea un "unicum" sotto il nome della libertà o mascherato da richiesta di libertà non solo, a mio giudizio, si togli valore alla libertà, ma si crea una forma estrema di anarchia che non valorizza l'uomo in quanto individuo pensante, ma valorizza una massa di anarchici, che comunque sono legati tra loro, e quindi non liberi veramente.
 
M

maredentro78

Guest
No Ulysse,io ho capito solo che non ha senso stare da una parte o l'altra del fiume.
Ha piu`senso scorrere in esso senza aggrapparsi per forza ai bordi inseguendo illusioni.
Il fiume siamo noi,il mondo e`ai due lati.Le persone puoi apprezzarle e salutarle anche dal fiume mentre scorri,ma non c'e`modo di aggrapparti ad esse.Tutto scorre,tutto cambia nel tempo.
A noi c'e`dato solo scegliere cosa fare del tempo che ci rimane su questa Terra,e io personalmente voglio vedere dove ha da condurmi il fiume(la vita)non le persone sulla riva o tutto cio`che vorrebbe fermare il viaggio.Bisogna sentirsi ed essere liberi,questo e`il punto senza nulla togliere al resto.

Hai mai pensato che sono proprio gli incontri con certe persone che ci permettono di stare in quel fiume e fare un pezzo di percorso con loro?senza dover limitare necessariamente la nostra libertà,la libertà è un fatto mentale,sono le scelte che facciamo,ma potresti perderti proprio la tua vita evitando le persone.Allora mi chiedo non è più paura di essere ferito/a,di aver contatti con loro, che una questione di libertà?
 
P

ParallelMind

Guest
Non riesco a rispondere singolarmente ad ognuno,anche perche`credo che ognuno di voi abbia espresso qualcosa di diverso che non aveva molto a che fare con quello che ho tentato di esprimere.
Per quanto valide argomentazioni e non dubito a ragion d'essere per voi.
Quello che tentavo di dire Ulysse sul discorso liberta`,e`che gia`la dipendenza da un altra persona e`vincolante quindi non si e`piu`liberi.E cosi`le nostre aspettative su tali persone diventano per loro un peso,un vincolo a loro volta.
Di conseguenza spesso i piu`dei rapporti di scambio e condivisione sono a lungo andare logoranti.
Ecco ad esempio perche`moglie e marito si tradiscono,e cosi`via mille esempi di rapporti ingessati.
La verita`anche se non tutti vogliono ammetterlo,e`che le persone insieme possono vivere pure dei momenti stupendi,condividere grandi emozioni,a volte sentimenti..ma tutto,tutto solo per un breve intenso istante di esistenza..per quel tratto di fiume che si e`stati bene assieme.
Tutto il resto sono illusioni,sono sovrastrutture,sono autoconvinzioni che tutto sia sano,bello ed eterno.
Beninteso io credo nel bene,credo nell'amore e i bei sentimenti,solo che ad oggi non credo piu`molto nell'uomo in quanto uomo,perche`siamo miserevoli e fallaci.Il punto e`riuscire ad ammetttere questo,ditemi,voi ci riuscite?
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ho letto solo oggi la domanda di Parallel, poi leggerò anche i post successivi, quindi se scriverò qualche ripetizione di altri utenti, sapete il perché.
In breve, io credo che il bisogno di condividere sia importante e utile per noi stessi e per la nostra cultura.
Non dobbiamo vergognarcene, né credere di essere deboli, perché non si tratta di inferiorità ma di qualcosa di innato in noi, non siamo degli eremiti e non possiamo stare sempre da soli, altrimenti secondo me si rischierebbe di impazzire...anche se da parte mia sono tendente all'introversione e spesso sto bene senza gli altri, per fortuna molte volte ho voglia di parlare, condividere e scambiare opinioni soprattutto su libri, poesie, film, serie tv, canzoni, opere d'arte, ecc. che mi sono piaciuti. Sia qui sia per telefono sia (quando mi si presenta la possibilità) faccia a faccia.
Non decido prima cosa fare, dipende dalle giornate, se ho voglia di relazioni sociali le cerco, se non ne ho voglia, mi basto io :wink:.
Poi il discorso in coppia è un'altra cosa...io mantengo sempre il mio animo da zitella pur convivendo da 15 anni :mrgreen:.

Credere nell'essere umano poi non è certo facile al giorno d'oggi, fidarsi totalmente di qualcuno forse è un'utopia (io spesso non mi fido neppure di me stessa :paura:), forse non era facile neppure in passato, ma almeno non c'erano tutte le paure che oggi impediscono di essere sereni con se stessi e con gli altri. Però bisogna cercare di mantenere aperta la porta del cuore, altrimenti l'aridità rischia di sopraffarci.
 
P

ParallelMind

Guest
Credere nell'essere umano poi non è certo facile al giorno d'oggi, fidarsi totalmente di qualcuno forse è un'utopia (io spesso non mi fido neppure di me stessa :paura:), forse non era facile neppure in passato, ma almeno non c'erano tutte le paure che oggi impediscono di essere sereni con se stessi e con gli altri. Però bisogna cercare di mantenere aperta la porta del cuore, altrimenti l'aridità rischia di sopraffarci.

Minerva il punto non e`il socializzare o fidarsi di qualcuno,in un modo o nell'altro per nostra natura finiremo per farlo sempre comunque.Quello che io metto seriamente in discussione e`..ma quello che io condivido,che esprimo frega veramente a qualcuno?o meglio come fanno persone diverse completamente da me a capire quel che cerco di trasmettere e apprezzarne di volta in volta il valore.
Io lo dico sulla base di miei tanti tentativi e fallimenti,magari non sara`cosi`per tutti.
Pero`continuo a pensare che il nostro bisogno di esprimerci sia assai maggiore dell'esigenza nostra personale di comprendere e apprezzare quel che ci donano gli altri.
E qui si torna alla base del mio discorso iniziale: cos'e`piu`saggio tra il condividere senza aspettative,e il voler avere certezze che il messaggio sia arrivato a qualcuno.
Io se penso ad uno scrittore che scrive un grande romanzo,o un artista che dipinge un capolavoro,non vedo in loro alcuna fame di successo,bensi`voglia di lasciare qualcosa di stupendo come eredita`al mondo.E qui per me sorgono i dubbi,per quanto io stesso apprezzo gli sforzi che voi tutti fate qui sul forum di condividere pensieri,stati d'animo e quant'altro di bello,ma non molto lontano da un evanescente illusione,dal bisogno di appartenenza ad un contesto.
E cosi`ogni giorno nelle vite di ognuno mille sforzi per inseguire cose al di la`della portata dell'uomo moderno.
 

ulysse

New member
Minerva il punto non e`il socializzare o fidarsi di qualcuno,in un modo o nell'altro per nostra natura finiremo per farlo sempre comunque.Quello che io metto seriamente in discussione e`..ma quello che io condivido,che esprimo frega veramente a qualcuno?o meglio come fanno persone diverse completamente da me a capire quel che cerco di trasmettere e apprezzarne di volta in volta il valore.
Io lo dico sulla base di miei tanti tentativi e fallimenti,magari non sara`cosi`per tutti.
Pero`continuo a pensare che il nostro bisogno di esprimerci sia assai maggiore dell'esigenza nostra personale di comprendere e apprezzare quel che ci donano gli altri.
E qui si torna alla base del mio discorso iniziale: cos'e`piu`saggio tra il condividere senza aspettative,e il voler avere certezze che il messaggio sia arrivato a qualcuno.
Io se penso ad uno scrittore che scrive un grande romanzo,o un artista che dipinge un capolavoro,non vedo in loro alcuna fame di successo,bensi`voglia di lasciare qualcosa di stupendo come eredita`al mondo.E qui per me sorgono i dubbi,per quanto io stesso apprezzo gli sforzi che voi tutti fate qui sul forum di condividere pensieri,stati d'animo e quant'altro di bello,ma non molto lontano da un evanescente illusione,dal bisogno di appartenenza ad un contesto.
E cosi`ogni giorno nelle vite di ognuno mille sforzi per inseguire cose al di la`della portata dell'uomo moderno.

Già ti si potrebbe rispondere che, rispondendo alle tue domande, a qualcuno frega!!!:D
Il solo fatto che alcune persone, sconosciute - io per lo meno non ti conosco ne conosco gli altri - ti stanno rispondendo e condividono con te il pensiero che tu stesso hai condiviso chiedendo, frega veramente a diverse persone. Legate fra loro da cosa? Da un forum, virtuale, una piazza cibernetica, che li tiene uniti con al centro il tuo pensiero da analizzare.

Comunque sia, credo che questo tuo pensiero debba essere sezionato ed analizzato meglio. Anche per arricchire la discussione, a mio giudizio se esprimi con chiarezza uno dei tanti punti a cui cerchi spiegazione, potremmo dare più risposte, condividere più idee, e magari trovare anche soluzioni diverse.

Io sono tutt'orecchi, anche se sarebbe più logico, visto lo strumento dire.........sono tutt'occhi pronto a leggerti!
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Minerva il punto non e`il socializzare o fidarsi di qualcuno,in un modo o nell'altro per nostra natura finiremo per farlo sempre comunque.Quello che io metto seriamente in discussione e`..ma quello che io condivido,che esprimo frega veramente a qualcuno?o meglio come fanno persone diverse completamente da me a capire quel che cerco di trasmettere e apprezzarne di volta in volta il valore.
Io lo dico sulla base di miei tanti tentativi e fallimenti,magari non sara`cosi`per tutti.
Pero`continuo a pensare che il nostro bisogno di esprimerci sia assai maggiore dell'esigenza nostra personale di comprendere e apprezzare quel che ci donano gli altri.
E qui si torna alla base del mio discorso iniziale: cos'e`piu`saggio tra il condividere senza aspettative,e il voler avere certezze che il messaggio sia arrivato a qualcuno.

Io se penso ad uno scrittore che scrive un grande romanzo,o un artista che dipinge un capolavoro,non vedo in loro alcuna fame di successo,bensi`voglia di lasciare qualcosa di stupendo come eredita`al mondo.E qui per me sorgono i dubbi,per quanto io stesso apprezzo gli sforzi che voi tutti fate qui sul forum di condividere pensieri,stati d'animo e quant'altro di bello,ma non molto lontano da un evanescente illusione,dal bisogno di appartenenza ad un contesto.
E cosi`ogni giorno nelle vite di ognuno mille sforzi per inseguire cose al di la`della portata dell'uomo moderno.

Innanzitutto dipende sempre dalle persone con cui ci si rapporta...se sono completamente diverse da noi, non sarà facile intendersi, ma alla fine non credo che poi ne valga molto la pena condividere se si è così diversi :??.
Se invece le persone con cui si discute sono sulla nostra stessa lunghezza d'onda e hanno i nostri stessi interessi, quasi sicuramente lo scambio sarà reciproco e si potrà trasmettere il valore che un'opera letteraria (ad es.) ha saputo suscitare in noi, recependo anche quello che il nostro interlocutore ci saprà trasmettere a sua volta.
E' normale che una persona voglia essere abbastanza certa di aver saputo trasmettere il proprio messaggio, ma credo che poi debba anche avere l'umiltà e la pazienza di recepire quello altrui, altrimenti a senso unico non otterrà mai nulla, a meno che non sia davvero famoso e quindi non abbia bisogno di particolari aspettative (anche se io penso che uno scrittore, un pittore o un cantante quando crea qualcosa lo fa anche per condividere ciò che sente con i fruitori della sua opera, indipendentemente dal successo che potrebbe non raggiungere mai).
Posso chiederti come mai fai questi paragoni ? Non ti basta essere apprezzato nel tuo piccolo? Forse vorresti emergere in qualche campo (mi sembra che a te piaccia scrivere poesie), ma hai paura di non riuscire ad essere compreso e di essere criticato? Fregatene e provaci lo stesso, se senti che questa è la tua strada :wink:. Ma se non è così, non riesco a capire bene l'origine dei tuoi dubbi :?.
 
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