Pedicini, Valentina - Dal Profondo

El_tipo

Surrealistic member
Vi presento in questa recensione il film che ha vinto come "miglior documentario" il Festival Internazionale del Film di Roma 2013.

Un film duro, difficile, lento e claustrofobico, girato nelle caverne dell'unica miniera di carbon fossile rimasta in funzione in Italia, a 500 metri di profondità nel bacino carbonifero del Sulcis, in Sardegna. Immagini di trivelle meccaniche condite da suoni assordanti, la monotonia dei martelli pneumatici, il nero dei visi della polvere, la protesta nelle occupazioni e la storia di una donna. Patrizia è l'unica donna che lavora in miniera, e ci lavora come ci lavorava il padre e il nonno, in amore e armonia con un ambiente che è tipicamente maschile. Queste le parole della regista:

"Dal profondo, come i miei lavori precedenti nasce dal desiderio di raccontare figure femminili straordinarie in universi solitamente abitati e raccontati dagli uomini. Patrizia con la sua vicenda personale e familiare è presto diventata per me modello della storia mineraria declinata al femminile, storia fino ad ora mai narrata. Il fascino per il luogo misterioso in cui la storia si svolge, il sottosuolo, ha fatto si che il "nuovo punto di vista” si estendesse anche alla parte visiva e narrativa facendo del contrasto, dell'opposizione la cifra stilistica del progetto. Patrizia, unico anello di congiunzione tra l’esterno e l’interno. Il tempo e la memoria si muovono in sottofondo nel film; la chiusura imminente della miniera rischia di cancellare per sempre un luogo straordinario e le storie di coloro che lo hanno abitato. Un film "in the dark", girato prevalentemente nel buio della miniera nel tentativo di condurre lo spettatore a sentire la nostalgia della luce, del sole, dell'aria proprio come di nostalgia vivono e sentono i minatori".
Valentina Pedicini
 
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