Inizio cap.VI, pag.60 - possibili spoiler!
Devo dire che sono sorpresa... Da quel poco che ricordo del "vero" Giobbe (dovrei rileggere il libro, lo farò in questi giorni), si trattava di una persona fortemente timorata di Dio, che confida in Lui nonostante le sventure che si abbattono sulla sua famiglia... Il Giobbe di Roth, invece, non riesco ancora a definirlo bene (e questo chiaramente è tutto di guadagnato dal punto di vista letterario!)... la sua fede e quella della famiglia rasenta la superstizione (come nell'episodio di Deborah e la figlia in Chiesa), o per meglio dire - più che fondarsi su una reale fiducia in Dio, nel suo progetto - sfiora la rassegnazione di fronte alla sua incomprensibile e volte apparentemente crudele volontà. Le cose diventano interessanti... in che posizione si colloca Roth (mi affascina sempre cercare di scovare l'uomo dietro il suo libro...)? dove andremo a parare?
Oltretutto lo stesso "carattere" di Giobbe-Mendel (e di sua moglie) mi sembra tutt'altro che remissivo... molto forte la scena in cui sembra "sfogare" le sue frustrazioni colpendo ripetutamente e violentemente i suoi due figli maggiori. Molto forte e ben definita anche la figura di Deborah, che non si sottomette alla volontà del marito (nè a quella di Dio) senza combattere fino alla fine e dire comunque la sua. Sublime la parte in cui Roth descrive l'effetto dell'avanzare degli anni nel rapporto fra i due: un "rinnovato matrimonio, questa volta con la bruttezza, con l'amarezza..." Il tempo che passa li ha sì resi più vicini, ma in modo molesto, quasi ostile, proprio come una "malattia" alla quale si è "uniti giorno e notte".
Un'altra cosa che mi ha colpito è che, per la famiglia Mendel (e a quanto pare per tutti gli ebrei), il servizio di leva è considerata una "sciagura" al pari della malattia del figlio minore ("Io non so di che cosa (Dio) ci punisce, prima con la malattia di Menuchim e ora coi figlioli sani."): la ragione è da cercarsi nella loro fede, o nel contesto socio-politico in cui vivono? Molto interessanti gli spunti.
E il parallelo al libro di Giobbe originale (ovvero quello delle Sacre Scritture) sarà, per me, un arricchimento in più...