Sondaggio 1° Concorso "Lettere d'amore"

Quale lettera d'amore preferisci?


  • Votanti
    18
  • Sondaggio terminato .

Minerva6

Monkey *MOD*
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I partecipanti a questo concorso sono (in ordine di iscrizione):

  1. Lauretta
  2. ayuthaya
  3. maclaus
  4. Ugly Betty
  5. Hotwireless
  6. bouvard


Di seguito posterò le loro lettere d'amore con il relativo pseudonimo e voi le potrete votare attraverso il sondaggio con modalità di voto singola (come per i concorsi precedenti con pochi partecipanti).

Vi invito a non scrivere nulla qui, ma potrete farlo nel successivo 3d che aprirò per il totoautore e i vostri i commenti.

Buona lettura e buona votazione :).
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Lettera di Dante

Cara Beatrice,
mi sono perduto per una selva oscura.
Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte
, NO!
Non voglio andare all’inferno! Ti prego, adorabile Beatrice, lasciati addomesticare. La mia sofferenza altrimenti sarebbe si forte, che ne uscirebbe un poema.
Che cosa vuol dire addomesticare? Lasciami fare una digressione. No, sta tranquilla, niente reminescenze virgiliane. Questo è vissuto due millenni dopo, si chiamava Antoine De Saint-Exupéry, e di complicato aveva solo il nome. Quello che scriveva era chiaro e fresco e dolce come le acque del Petrarca. Leggi un po’…

In quel momento apparve la lonza.
"Buon giorno", disse la lonza.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo..."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, "sei molto carino..."
"Sono una lonza", disse la lonza.
"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, “sono così triste..."
"Non posso giocare con te", disse la lonza, "non sono addomesticata".
"Ah! scusa", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
"Che cosa vuol dire <addomesticare>?"
"Non sei di queste parti, tu", disse la lonza, "che cosa cerchi?"
"Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
"Che cosa vuol dire <addomesticare>?"
"È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire <creare dei legami>..."
"Creare dei legami?"
"Certo", disse la lonza. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una lonza uguale a centomila lonze. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo".
"Comincio a capire" disse il piccolo principe. "C'è un fiore... credo che mi abbia addomesticato..."
"La mia vita è monotona.”, continuò la lonza, “Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano..."
La lonza tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
"Per favore... addomesticami", disse.
"Volentieri", disse il piccolo principe, "Che cosa bisogna fare?”
"Bisogna essere molto pazienti", rispose la lonza. "In principio tu ti sederai un pò lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino..."
Il piccolo principe ritornò l'indomani.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la lonza.
"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore...”
Così il piccolo principe addomesticò la lonza.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la lonza, "... piangerò".
"La colpa è tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."
"È vero", disse la lonza.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"È certo", disse la lonza.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la lonza, "il colore del grano".
Poi soggiunse:
"Và a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia lonza. Non era che una lonza uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
"Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa".
E ritornò dalla lonza.
"Addio", disse.
"Addio", disse la lonza. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripetè il piccolo principe, per ricordarselo.
"È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"È il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..."
"Io sono responsabile della mia rosa..." ripetè il piccolo principe per ricordarselo.


Mi piacerebbe, dolce Beatrice, che noi ci addomesticassimo. Mi piacerebbe essere un orso in primavera. “Allora, tu stai passeggiando da sola per i campi quando ad un tratto vedi arrivare nella tua direzione un orso adorabile dalla pelliccia vellutata e dagli occhi simpatici, che ti fa: 'senta signorina, non le andrebbe di rotolarsi un po' con me sull'erba?'. Tu e l'orsetto vi abbracciate e giocate a rotolare giù lungo il pendio tutto ricoperto di trifogli per ore e ore. Carino, no?” Mi piacerebbe ritrovare la dritta via, che ho perduto innamorandomi di te.
Assieme a te giungerei nel paradiso senza fare alcuna fatica.
Non lasciar che arrivi Virgilio, che poi mi porta in giro per due cantiche ed è davvero un inferno!
Ti aspetto.

Tuo Dante
 
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Minerva6

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Lettera di cucaio

Lettera all'Amore

Amore, sto scrivendoti per cercare di tradurre in lettera quello che non saprei mai dirti con le parole... Lo so, potrebbe sembrare banale scrivere una lettera d'amore all'Amore, ma certamente non lo è per me. "...in questa gran valle dove l'umana specie nasce, vive, muore, si riproduce, s'affanna e poi torna a morire, senza saper come né perché, io non distinguo che fortunati e sfortunati".
Fortunati coloro i quali sanno amare e sanno cos'è l'Amore.
L'Amore vero, allo stato puro, non inquinato da tutto quello che oggi la società ci offre; e sfortunati ritengo tutti coloro che non conoscono l'Amore e lo camuffano col sesso, l'ipocrisia e il menefreghismo.
Io sono un "fortunato".
Fortunato di commuovermi davanti ad un tramonto, di piangere quando un uomo soffre, di sorridere quando un bimbo gioca, di guardare negli occhi una donna e dirle "ti amo", e non importa se lei non mi ama, perchè se "amare è soffrire, non amare è morire" (Taine).
Si deve amare sempre e dovunque e comunque...
Trovare l'Amore significa trovare un'isola nell'oceano della solitudine, un'ancora a cui aggrapparsi nei momenti difficili; ma significa soprattutto dividere i momenti belli della vita, le sensazioni e le gioie di attimi regalati da piccole cose, da piccoli gesti che fanno capire quanto grande sia l'Amore, quanto grandi siamo noi che sappiamo chi sei, Amore...

cucaio
 

Minerva6

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Lettera di LSD

Ciò che è accaduto nelle nostre menti

È stata una sconvolgente esperienza psichedelica
Esplosione di violente tinte allucinanti
All’acido lisergico
Mentre noi si camminava nudi in punta di piedi
Sul cornicione dell’ultimo piano
Ululando alla luna piena il nostro io primitivo
Prima di gettarci in volo
Verso quel suolo che mai avremmo raggiunto

La slavina che in principio stacca di colpo
Tutto ciò che del panorama entra nel campo visivo
Come se il pittore del quadro
Facesse scivolare per intero
Il piano della sua creazione
Rispetto a quello dello sfondo preesistente
Dando la sensazione che il bianco
Adornato di rare conifere
Voglia denudare la grigia roccia sottostante
Ma repentinamente
Dopo questa prima fase irreale
Tutto inizia a disgregarsi
In una gigantesca nuvola di borotalco
Che ti lascia rapito in estatica ammirazione
Una distrazione ipnotica mortale
Perché in breve
Da sotto questa nuvola
Fuoriusciranno con violenza
Fiumi di materiale distruttivo
Vomitati come un fatale blob tutto avvolgente
Che travolgerà ogni cosa sul suo percorso
Allungando molteplici diramazioni
Similmente ai tentacoli di un gigantesco polpo
E lì comprendi in un terribile istante
Che proprio quell’adrenalinica esperienza massima di vita
Sarà anche la fine della stessa

L’eco indistinto
Dell’inconsolabile rassegnato abbaiare del fantasma di Laika …

Condannata a vagare in eterno
Per gli infiniti spazi siderali
Nell’attesa di quella sepoltura
Che mai riceverà …
Nel gelo dei milioni di gradi
Delle nucleari esplosioni
Di enormi stelle e supernove
E buchi neri
Come enormi vagine
Ove tutto nasce
E tutto finisce

… Che nella notte buia
Ti sveglia tenendoti compagnia
Nel buio altrettanto profondo della tua mente …
Popolata di strane creature
Ed indistinti luoghi
Che non sapresti spiegare …

Taglienti laser multicolorati
Incrociantisi ad intermittenza
dita di luce che masturbano il cielo
alla ricerca dei bombardieri nemici

Come in gigantesche discoteche
Cangianti ciuffi di fibre ottiche
Come ondeggiante flora marina
Amebe luminescenti come gelatinose meduse

Tronco strisciante
In una profonda giungla aracnidea
Che improvvisamente prende vita
Anaconda che ti abbraccia
Come una madre che vuole proteggere
La propria creatura
Togliendole quella vita appena donata
Esplosione temporalesca improvvisa
Che annuncia lo scroscio
Distruttivo vitale
Con la tremenda ramificazione luminosa
Che per un attimo
Ricorda che cielo e terra sono uniti
E l’energia proviene dall’alto
Accecante nel buio
Fluorescente come radiografia tridimensionale
Di circolazione sanguinea
Percorsa dal liquido di contrasto radioattivo
Vene e vasi capillari come formazioni coralline
Nel silenzio vivo degli oceani
Venature clorofilliane di gigantesche foglie
Pronte a digerire vivo chiunque
Vi giunga in contatto …

Ciò che è accaduto nelle nostre menti:
lo chiamano amore!

LSD
 

Minerva6

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Lettera di P.

... che poi ancora non ho capito se ti ho amato oppure no.
Dicono che amare vuol dire essere liberi... e io invece ti ho voluto in modo morboso, ossessivo. Dicono che amare vuol dire mantenere le promesse... e tutte le promesse che ti ho fatto le ho puntualmente infrante. Dicono che amare vuol dire rispettare, non oltrepassare i limiti... e davanti a te i miei limiti sono sempre crollati. Tutti, uno dopo l'altro. Dicono che amare vuol dire capire quand'è il momento di lasciare andare... e ogni volta che sei andato via mi sono aggrappata a te con tutte le mie forze, fino allo sfinimento... Mordendoti e graffiandoti ho cercato di trattenerti, e quando ti sei strappato a forza, mi sono rimasti addosso brandelli di te.
E se non ti ho amato, cos'era allora? Tu lo sai? Un sogno, una follia... un delirio, come quelli della febbre, quelli che dovrebbero dissolversi quando si guarisce. Una cosa che non conoscevo e che non capiterà più, con nessun altro... Bello o brutto, giusto o sbagliato, vero o inventato che fosse, quello che è stato resterà sempre. E tu lo sai... lo sai, vero? Non basterà il nostro silenzio per metterlo a tacere, non basterà il tempo a renderlo innocuo... quando meno ce lo aspetteremo il ricordo tornerà, ci strapperá da quello che stiamo facendo, e sarà ogni volta come tutte le altre: assurdo. "Farsesco, illogico e incomprensibile". Indecente. Ma cos'altro era, allora, se non amore? Cosa c'è di più malsano, di più indecente dell'amore?
Terribile e meraviglioso virus dal quale non guarirò mai. Ti ho perso mille volte, e ogni volta che ti perdevo - lì, nella vita reale - tu ti radicavi sempre più profondamente dentro di me. Come il mio meglio e il mio peggio, come ciò che non sapevo di essere...
Ti voglio, ti voglio da morire... ti voglio in modo irrecuperabile. Potrei scriverti mille altre cose, ma che a servirebbe? Non sono sempre le stesse? Non le sai già tutte? Non abbiamo fatto altro che vomitarci parole... Tutto ciò che poteva esserci fra di noi lo abbiamo temuto, ostacolato, impedito. Solo delle parole non abbiamo mai avuto paura... e sbagliavamo. Quanto sbagliavamo! Le parole erano l'unica cosa di cui avremmo dovuto avere veramente paura... E ora che l'ho finalmente capito, il silenzio è l'ultimo regalo che posso ancora farti.
E quando fra tanto, tantissimo tempo, questo silenzio ti fará sorgere il dubbio che io ti abbia dimenticato, che tutto sia tornato come prima... sappi fin d'ora che non sarà così - e come potrebbe? me lo spieghi, tu, come potrebbe? - e che forse, semplicemente, avrò iniziato ad amarti. A mantenere le promesse, a rispettarti, a lasciarti andare via.
Dovunque tu sia ora... ciao, amore mio.


PS Un poeta cantava "è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati"... per caso lo conosci? Credo di sì.


P.
 

Minerva6

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Lettera di LunaStorta

Ricordo ancora il giorno in cui ci siamo incontrati, sono passati tanti anni, eppure mi sembra sia stato solo ieri. Ti ho cercato ed aspettato a lungo, pazientemente, senza mai dubitare di riuscire a trovarti un giorno, senza mai volermi accontentare, perché tu eri il solo che desiderassi e volessi. Non mi sono mai scoraggiata, neppure quando tutti mi dicevano che uno così, con tutte quelle qualità, non esisteva. Io, invece, nel mio animo ero sicura che da qualche parte tu esistessi e stessi aspettando proprio me, la persona di cui completare i gesti, trasformare le fantasie in realtà, da cui farsi capire senza bisogno di inutili manuali d'istruzione.
Quella mattina, in cui ci siamo incontrati, io ero uscita in fretta da casa, in tuta e senza truccarmi, dovevo solo arrivare al negozio di elettrodomestici in fondo alla via, non era necessario mi truccassi o facessi bella. Ma, a quanto pare, la vita si diverte a darci quello che abbiamo cercato per anni, proprio nell'unico giorno della nostra vita in cui non lo cerchiamo.
Tu eri lì. Nel negozio. Perfetto. Esattamente come ti avevo sempre immaginato. Per un attimo il cuore ha perso un battito. Non poteva essere, non potevo incontrarti proprio quel giorno in cui ero tutta in disordine, in cui non ti cercavo ed in cui non ti avevo dedicato neppure un sospiro. Ed invece tu eri lì. Stavi in disparte dagli altri, non con arroganza, quanto piuttosto con la sicurezza di chi è consapevole delle proprie capacità e non ha bisogno di metterle in mostra. Slanciato, sinuoso, un look curato, ma non appariscente, nessun fronzolo, niente fuori posto, anche volendo, emozionata com'ero, non sarei riuscita a trovarti alcun difetto ed io, sempre così pignola, in quel momento neppure volevo trovartene. Per fortuna, con la coda dell'occhio, ho colto in tempo il movimento di quell'ochetta bionda che ti stava mangiando con gli occhi. Adesso, dopo tutti questi anni passati insieme, posso anche confessartelo, l'ho urtata apposta, ma non potevo perderti, proprio quando finalmente ti avevo trovato, dopo tutti quegli anni passati ad aspettarti, non potevo lasciarti a qualcuna che non ti meritava.
Devi ammetterlo, abbiamo vissuto una bella vita insieme. Quante gioie e soddisfazioni abbiamo diviso, certo c'è stata anche qualche arrabbiatura e qualche incomprensione, qualche piccolo disastro, ma per fortuna insieme siamo sempre riusciti a rimediare. Ormai non sei più quello di tanti anni fa, gli acciacchi dell'età hanno colpito anche te, ma io mi sono talmente affezionata anche a quelli, da non notarli più. Questa lettera è per ringraziarti, temo di non averlo mai fatto, per la tua disponibilità in tutti questi anni, per il tuo essere sempre presente quando ne avevo bisogno, mi hai sempre aiutato nei momenti difficili, ringraziarti per la tua umiltà nel lasciare che attribuissero solo a me le lodi e i complimenti per i lavori fatti, invece, insieme, ringraziarti per la pazienza nel sopportare le mie idee innovative che spesso finivano in enormi pasticci, e i miei repentini cambi di programma, voglio ringraziarti perché devo ammetterlo, mio caro, sei stato il miglior frullatore che io abbia mai avuto e non potrei mai desiderarne un altro.

Tua LunaStorta
 

Minerva6

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Lettera di Seli

Ciao,
lo so che è strano che io ti scriva così in questo modo. Non l’ho mai fatto, non credo sia nemmeno il modo migliore per dirti certe cose, anzi, queste cose. Ho una paura tremenda e continuo a rimandare, ma non si può più rimandare. Perché le cose a breve cambieranno lo sappiamo entrambi e io voglio essere in pace con me stessa ed essere sicura di non averti nascosto nulla anche al costo di perderti. Perché è questo che succederà. Voglio dirti che nonostante ci siano state incomprensioni, nonostante ci siamo presi, mollati e ripresi per duecento mila volte, nonostante le nostre vite abbiano sempre preso strade diverse e nessuno dei due ha mai avuto il coraggio di prendersi il tempo per capire qualcosa in più di noi, io oggi sono qua a dirti, in un momento in cui non c’è più niente da fare, perché siamo così distanti che più di così non si può, che mi manchi. Mi manchi terribilmente, e non credevo fosse possibile. Ho sempre pensato che saresti stato solo di passaggio non prendendo mai in considerazione la possibilità di riflettere su quello che provavo per te, perché tu per me sei sempre e solo stato un problema, una persona che ha solo portato scompiglio e confusione. Una persona che mi ha fatto del male, che è riuscita a farmi sentire mille lame dentro lo stomaco, e due minuti dopo farmi sentire in cielo, camminare a 10 metri da terra e stare bene.
Ed ora dove siamo. Io per la mia strada e tu per la tua, ancorati l’uno all’altra perché io non riesco a liberarmi di te e sono certa che in queste parole tu un po’ ti rivedi. E per quanto la distanza sia sempre più ampia, guarda bene perché quel filo ai tuoi piedi, sì, proprio quello, quel filo rosso, porta dritto a me. Io non me le sogno le cose, so come stavamo io e te, so che cosa abbiamo passato, so quanto tempo ci siamo dedicati, dicendoci anche quanto importanti eravamo l’uno per l’altra, ma mai e poi mai avrei pensato di dire questo. Io ti amo. Tu mi hai strappato via il cuore, crudele, e ce l’hai li con te. Io ti amo e mi rendo conto che la cosa che non ha funzionato è che ci siamo sempre ritrovati quando uno dei due era in una situazione tale da non poter condividere nulla di più di quello che ci siamo presi nel tempo.
Io non lo so perché te lo sto dicendo adesso. Forse perché penso in questo modo di liberarmi di te, forse perché così uno dei due troverà il modo di non tornare più. E ti sto chiedendo questo; io ti amo, e non tornare più. Ti chiedo di prenderti questa responsabilità di lasciarmi andare, di lasciarmi ricominciare da capo, da sola. Ti sono sempre stata accanto, ti sono stata vicina nei momenti peggiori della tua vita, ti sono stata amica, confidente, un’ascoltatrice silenziosa, una che ti ha detto di stare attento. Sono la persona che più ti conosce al mondo, non nascondiamolo. E forse questo mio allontanarti è una speranza vana di liberarmi di te. Ma fammi provare, ti prego.
Ti amo, e vattene perché io proprio non ce la faccio a mandarti via.

Seli.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Qualcuno mi ha fatto notare che, avendo chiesto di non scrivere qui, il sondaggio potrebbe passare inosservato per mancanza di aggiornamento quotidiano...allora vi ricorderò tutti i giorni (fino a domenica) di votare :mrgreen:.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
-3 giorni

Anche oggi voglio ricordarvi che potete votare questo sondaggio fino a domenica...:MUCCA.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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P. è la vincitrice :YY ! L'autrice della lettera è ayuthaya.

-Dante è Ugly Betty

-cucaio è maclaus

-LSD è Hotwireless

-LunaStorta è bouvard

-Seli è Lauretta
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Grazie mille.. onoratissima di qst vittoria!!!! :mrgreen: il resto dei commenti nel totoautore... :mrgreen:
Ps come una sciocca ho aspettato l'ultimo per votard e nn ci sono più riuscita! Il mio voto sarebbe andato a Seli con qst comnento"due sono le cose: o l'ho scritta io o l'ha scritta la mia alter ego su qst forum..." :mrgreen:
Complimenti a tutti!!!
 
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