Ultimo autore che avete affrontato in letteratura italiana?

Dallolio

New member
Sovente mi capita di riflettere sugli autori di letteratura italiana svolti nel corso del triennio del liceo e ho sempre notato che, almeno nel mio caso, il programma era ampiamente sfasato rispetto alla contemporaneità, per ovvie ragioni di tempo che non metto in discussione; per intenderci, io ho fatto la quinta liceo nel 1999, tuttavia gli autori che ho affrontato arrivavano solo fino a metà del 1900... quali autori avete affrontato voi? Avete subito questo scollamento tra materia di studio e stato dell'arte della letteratura? In particolare io ho studiato:

1) Manzoni
2) Foscolo
3) Leopardi
4) Verga
5) Pascoli
6) D'Annunzio
7) Ungaretti
8) Quasimodo
9) Saba
10) Svevo
11) Pirandello
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
1) Manzoni
2) Foscolo
3) Leopardi
4) Verga
5) Pascoli
6) D'Annunzio
7) Ungaretti
8) Quasimodo
9) Saba
10) Svevo
11) Pirandello

Io la quinta liceo l'ho fatta l'anno scorso, e ho fatto solo quelli in grassetto. Poco, ma fatto davvero bene. Il mio prof era estremamente puntiglioso.
Secondo me il programma è troppo lungo e il tempo troppo poco. Bisognerebbe o iniziare a studiare la letteratura in seconda liceo o non so, trovare un'alternativa! :?
 

Holly Golightly

New member
Io mi sono diplomata nel 2008 e mi pare fosse Pasolini. Se non era Pasolini, era Corrado Alvaro. Ma a me andò bene, la maggior parte delle persone si ferma a Montale o poco oltre.

All'università, invece, il programma di letteratura italiana "contemporanea" arrivava fino agli anni '70, non che si sia andati molto oltre. Paradossalmente, quando a scelta ho fatto letteratura italiana per l'infanzia (che comprendeva tutto, non era un esame di letteratura contemporanea, ma andava dal 1861 a oggi), il programma arrivava fino alla Pitzorno :)
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
Io mi sono diplomata nel 2008 e mi pare fosse Pasolini. Se non era Pasolini, era Corrado Alvaro. Ma a me andò bene, la maggior parte delle persone si ferma a Montale o poco oltre.

All'università, invece, il programma di letteratura italiana "contemporanea" arrivava fino agli anni '70, non che si sia andati molto oltre. Paradossalmente, quando a scelta ho fatto letteratura italiana per l'infanzia (che comprendeva tutto, non era un esame di letteratura contemporanea, ma andava dal 1861 a oggi), il programma arrivava fino alla Pitzorno :)

Noooo, che bello! Da me non c'è! :W
 

LearnToKill

New member
Il programma di letteratura che ho fatto io alle superiori è a dir poco imbarazzante. Gli ultimi autori trattati sono stati Pirandello, Pasolini e Ungaretti. Piccolissimi accenni di Foscolo, Leopardi e Manzoni (questi ultimi due non li ho fatti all'ultimo anno ma, se non ricordo male, al quarto). Qualcosa in più di Verga e D'annunzio. Mai accennati Svevo, Montale, Saba, Quasimodo. Mi sono diplomata nel 2008 ai ragionieri, ma ciò non toglie che la professoressa, qualcosina in più (e meglio), avrebbe potuto anche farla.
 

Jessamine

Well-known member
Io mi sono diplomata tre anni fa, e decisamente il mio programma di letteratura dell'ultimo anno è stato vergognoso.
Abbiamo cominciato da Alfieri (giuro), e a malapena siamo arrivati a D'Annunzio.
Sì, insomma, la mia tesina di maturità era sul teatro dell'assurdo, e all'esame per chiedermi qualcosa che si collegasse al teatro e fosse in programma mi hanno chiesto Goldoni :boh:

Eh, ma la preparazione del liceo classico, nessuna scuola mai :MUCCA
 

Dallolio

New member
Accidenti, non immaginavo la situazione fosse così, pensavo di essere stato particolarmente svantaggiato dalla sorte... penso che almeno al liceo sarebbe opportuno fare come dice Ugly Betty, iniziando la letteratura in seconda... ricordo che al termine del liceo l'inappagamento per quello che avevo studiato mi motivò per leggere i "successivi" cioè Gadda, Pasolini, Malerba, Manganelli, Silone, Tozzi, Eco, Baricco, Bufalino... fui molto deluso quando all'università vidi che gli esami di letteratura italiana arrivavano a loro volta poco più in là che a Ungaretti.
Detto ciò invidio a morte Holly perchè un'esame solo di letteratura italiana dell'Infanzia mi sarebbe piaciuto moltissimo...
 

Cocci

New member
Io ho avuto la fortuna di avere una brava professoressa di italiano gli ultimi 3 anni di liceo. Abbiamo studiato praticamente tutti gli autori citati da Dallolio eccetto Quasimodo (essendo io di Trieste poi abbiamo fatto un bell'approfondimento su Saba e Svevo), l'ultimo autore fatto un po' di corsa è stato Pasolini però mi ricordo che abbiamo letto anche qualche testo di De Andrè perchè la prof era una sua fan :) L'ultimo anno ci ha fatto leggere Le lettere di Iacopo Ortis, I Malavoglia, un'opera a scelta di Pirandello ( poi io ho fatto la tesina su Enrico IV) e ci ha fatto rileggere tutti i promessi sposi. (Un anno bello intenso)
Alla fine alla maturità è uscito in prima prova Ungaretti per altro una poesia sconosciuta di quelle minori:OO
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Non me lo ricordo più, sono passati troppi anni dalla mia maturità, era il 1994... sono quasi 20 :paura:.

Ma sono sicura che tra gli ultimi Saba e Quasimodo non li ho studiati, mentre Ungaretti e Montale sì.
 

pitchblack

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Sovente mi capita di riflettere sugli autori di letteratura italiana svolti nel corso del triennio del liceo e ho sempre notato che, almeno nel mio caso, il programma era ampiamente sfasato rispetto alla contemporaneità, per ovvie ragioni di tempo che non metto in discussione; per intenderci, io ho fatto la quinta liceo nel 1999, tuttavia gli autori che ho affrontato arrivavano solo fino a metà del 1900... quali autori avete affrontato voi? Avete subito questo scollamento tra materia di studio e stato dell'arte della letteratura? In particolare io ho studiato:

1) Manzoni
2) Foscolo
3) Leopardi
4) Verga
5) Pascoli
6) D'Annunzio
7) Ungaretti
8) Quasimodo
9) Saba
10) Svevo
11) Pirandello

Quelli elencati li ho studiati. Stupisce che vengano tralasciati scrittori di livello europeo come Tozzi, Calvino o Montale, quest'ultimo di ben maggiore importanza rispetto a Quasimodo o Saba.
 

Claus

New member
Io ho studiato in un itis (indirizzo informatica) e quindi la letteratura era presente solo come pro forma :mrgreen:. L'abbiamo trattata superficialmente con una professoressa tanto appassionata quanto incompetente :mrgreen:

Detto questo bisognerebbe chiedere a chi sceglie i vari autori quali criteri utilizza e che tipo di formazione ha in mente per lo studente. Tanto per parlare potrei ipotizzare che si scelgono autori più "classici" perché già storicizzati e di più facile analisi, rispetto ad autori contemporanei che possono ancora dare adito a critiche contrastanti perché trattano di argomenti attuali.
 
da "Corriere del Mezzogiorno"

Detto questo bisognerebbe chiedere a chi sceglie i vari autori quali criteri utilizza e che tipo di formazione ha in mente per lo studente.

Rivoluzione silenziosa della riforma Gelmini:
i grandi del XX secolo scompaiono dalle lezioni


«Ognuno sta solo sul cuor della terra/ trafitto da un raggio di sole/ ed è subito sera». Li avete riconosciuti? Ma certo. E come si potrebbero dimenticare i versi del siciliano Salvatore Quasimodo, uno dei padri dell'ermetismo, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1959? A rileggerle oggi quelle parole malinconiche ancora emozionano. Per non parlare di Uomo del mio tempo. «Sei ancora quello della pietra e della fionda uomo del mio tempo…», e così via. Capolavori in versi celebrati in tutte le antologie letterarie del Novecento, ad esempio da critici e storici della letteratura del calibro diNatalino Sapegno, tanto per limitarci a un nome soltanto. Eppure Quasimodo (e non solo lui) è scomparso definitivamente insieme a una pattuglia dei principali poeti e scrittori meridionali del Novecento dai programmi scolastici dei licei italiani e degli istituti superiori in genere. Intellettuali del calibro di Sciascia, Vittorini o Silone diventeranno illustri sconosciuti per gli studenti della generazione 2.0 Impossibile? No, vero, verissimo.

IL DOCUMENTO - La decisione è stata presa nel silenzio generale, e messa nero su bianco, nel 2010 da una commissione di esperti nominata dal ministro dell'Istruzione di allora Maristella Gelmini. Il documento ministeriale, partorito nei giorni della riforma, (ancora disponibile sul sito del Ministero dell'Istruzione) appare a tratti ancor più ermetico dei versi di Quasimodo. Ve ne proponiamo solo il titolo per intero: «Indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento concernenti le attività e gli insegnamenti compresi nei piani degli studi previsti per i percorsi liceali di cui all'articolo 10, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89, in relazione all'articolo 2, commi 1 e 3, del medesimo regolamento». In pratica sono le linee guida destinate ai docenti per il cosiddetto «curricolo»: serve a definire i fondamentali degli insegnamenti che il Miur (il Ministero dell'istruzione dell'Università e della ricerca scientifica) ritiene strategici per gli studenti delle scuole superiori.

I «SOLITI» CLASSICI - Nelle indicazioni «imprescindibili» per la letteratura del quinto anno gli esperti ministeriali si mantengono sul classico e nel periodo tra Ottocento e Novecento inseriscono Pascoli, D'Annunzio, Verga e Pirandello, autori giustamente definiti «non eludibili». Ma la sorpresa arriva al XX secolo. Qui chiarisce il papello ministeriale «il percorso della poesia, che esordirà con le esperienze decisive di Ungaretti, Saba e Montale, contemplerà un'adeguata conoscenza di testi scelti tra quelli di autori della lirica coeva e successiva (per esempio Rebora, Campana, Luzi, Sereni, Caproni, Zanzotto, …). Il percorso della narrativa, dalla stagione neorealistica ad oggi, comprenderà letture da autori significativi come Gadda, Fenoglio, Calvino, Primo Levi e potrà essere integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello…)». Stop. Nient'altro. E il povero Quasimodo? Dimenticato, forse. Ma, insieme al premio Nobel, l'oblio ministeriale ha mietuto - come dicevamo - altre vittime illustri: il salernitano Alfonso Gatto (A mio padre: «Se mi tornassi questa sera accanto, lungo la via dove scende l'ombra…»); oppure il materano Rocco Scotellaro («È fatto giorno, siamo entrati in giuoco anche noi, con i panni e le scarpe e le facce che avevamo»). E che dire poi in letteratura delle assenze del siciliano Leonardo Sciascia, dell'abruzzese Ignazio Silone, del potentino Leonardo Sinisgalli, del siracusano Elio Vittorini (ma anche del torinese Carlo Levi). Tutti «minori»non degni dell'attenzione ministeriale?

«COMPLOTTO» NORDISTA? - È indignato Pino Aprile, scrittore meridionalista, autore del fortunato «Terroni». Nel recente libro «Giù al Sud» ha dedicato un intero capitolo alla vicenda. Per lui non ci sono dubbi: «Su 17 poeti o scrittori del XX secolo, escludendo Verga e Pirandello assegnati all'Ottocento, non c'è un solo meridionale. C'è stato un netto rifiuto della cultura del Sud. Gli autori meridionali saranno confinati a realtà regionali, mentre la letteratura vera, quella che conta, sarà quella dell'Italia del Nord, vincente ed europea». Ma è davvero possibile credere a un complotto nordista tra i banchi di scuola, o le nuove indicazioni non sono, più banalmente, il risultato del grande dibattito che da anni divide i critici sulla letteratura del Novecento? Visto però che a pensar male qualche volta ci s'azzecca, c'è chi ha avanzato una richiesta ufficiale di «correzione», con un esposto all'attuale ministro Francesco Profumo. Ma anche al Capo dello Stato e ai presidenti di Camera e Senato. Semplicissima la richiesta: «Integrare le indicazioni didattiche con i nomi di Quasimodo, Gatto, Scotellaro e di altri intellettuali del nostro Sud e di regioni del Centro Italia poco rappresentate». L'appello arriva dal «Centro di documentazione della poesia del Sud» di Nusco, in Irpinia, dove ieri si è tenuto un convegno proprio sulla questione con la partecipazione di Aprile. Paolo Saggese, uno dei prof che (insieme con Alfonso Nannariello, Alessandro Di Napoli, Franca Molinaro, Peppino Iuliano) anima l'associazione, spiega di non voler alimentare «polemiche o battaglie di retroguardia. O, peggio ancora, una contrapposizioni Nord-Sud».

L'APPELLO - Al contrario l'appello, lanciato anche a tutte le scuole italiane, vuol essere un manifesto per l'unità culturale del Paese. «Perché — argomenta Saggese — una cultura nazionale veramente unitaria deve dare agli studenti la visione completa degli autori, includendo quelli del Sud. Invece con la Gelmini — aggiunge — è stata introdotta, non sappiamo quanto volontariamente, una visione decisamente nordista che tiene fuori almeno 15 regioni». Al ministro Profumo quindi l'ardua decisione. Ritroveremo Quasimodo tra gli autori del Novecento ritenuti «fondamentali» per gli studenti? Oppure, afflitti, dovremo condividere il suo Lamento per il Sud: «Ho dimenticato il mare, la grave conchiglia soffiata dai pastori siciliani, le cantilene dei carri lungo le strade (…) nell'aria dei verdi altipiani per le terre e i fiumi della Lombardia…Più nessuno mi porterà nel Sud….»

Roberto Russo
 
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