Mazzantini, Margaret - Splendore

Wonderman83

New member
Non ho amato per niente questo libro che mi è stato regalato e che ho letto per mia curiosità. Non mi aspettavo un capolavoro dalla Mazzantini ma veramente mi sono trovato di fronte ad una storia interessante, che parte con i migliori presupposti, ma che poi si rivela un grande bluff. La scrittura è molto superficiale, non riesce a descrivere bene i personaggi che rimangono quasi evanescenti e indefiniti. L'Autrice infatti non riesce ad immedesimarsi nella psicologia di Guido, che è la voce narrante, nè tanto meno in quella di Costantino tanto che veramente si fa una grande fatica ad immaginarseli. Per il resto è tutto un ripetersi di luoghi comuni e banalità sull'omosessualità.
 

Marty Wilde

Outsider is better
Dopo aver letto Venuto al mondo, mi aspettavo un altro capolavoro.
Invece niente, giusto qualche emozione qua e là ma niente di speciale.
 

malafi

Well-known member
Il libro non mi è piaciuto (voto 2).
Secondo me ha tre difetti:
- il primo è insito nelle stile della Mazzantini (ma che in "Non ti muovere" che mi era piaciuto assai non avevo notato): una prosa troppo (ma davvero troppo) infarcita di similitudini e metafore. Anche 5 o 6 nella stessa pagina, a volte quasi una per periodo. Per carità, è brava, spesso sono centrate, ma il troppo stroppia. Sono figure da dosare con cura, anche in relazione al tema trattato
- è evanescente, si sofferma poco sui personaggi, li lascia e li riprende dopo anni senza caratterizzarli fino in fondo. Sarà una scelta narrativa, ma a me non è piaciuta
- tratta il tema dell'omosessualità (anzi bisessualità) dei protagonisti senza approfondirla e con un po' di luoghi comuni: o la considera così normale da non doverla approfondire (e in questo sarebbe anche comprensibile) o non l'ha approfondita lei stessa prima di scrivere il libero.

Insomma, è un libro che lascia un senso di incompiuto.
 

kati

New member
Deludente anche per me,interrotta la lettura un sacco di volte per noia...libro terminato piu' per senso del dovere che per piacere
 

Salvatore

New member
Peccato...

Peccato, un libro molto deludente: si è sempre in attesa di qualcosa, che possa esserci qualcosa oltre alla "distruzione" in tutti i sensi.
Che senso ha che una Brava scrittrice si avventuri nel mondo gay maschile?
Che ne sa, cosa ne capisce o può aver intuito delle vere vite dei gay che non vivono apertamente la loro sessualità.
Sembra comprendere un "dolore" di facciata un romanticismo marcio.
Non è questo che un grande scrittore, a mio avviso, dovrebbe saper trasmettere: forse dovrebbe far intuire percorsi (non intendo solo positivi) che siano diversi dalla mortale solitudine.
Ho trovato in altri forum schiere di ragazze innamorate da questo testo, la stessa libraia lo teneva stretto tra le braccia parlando sommessa e sognante... avrei fatto meglio a lasciarglielo tenere stretto: è un testo che rischia di deprimere in modo serio una persona con poche certezze. Mi verrebbe da dire che è un testo "pericoloso", che nel 2014 sui gay c'è molto di più da scrivere e sondare. Peccato.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Spoiler - dal miniGdL

Riporto qui alcuni stralci del commento nel GdL, non tutto perché ci sono troppi spoiler :)
A mio parere la scrittrice - al di là del fatto che le storie omosessuali non sono tutte così, ci mancherebbe, esistono storie omosessuali gioiose e vissute tranquillamente alla luce del sole (ci vuole, però, ancora oggi molto coraggio, perlomeno qui) – è molto brava, sia come linguaggio che come sensibilità, a scavare nel profondo dell’animo umano, e in questo libro è stata molto capace di immedesimarsi e di cogliere le varie sfaccettature dei protagonisti, persone in difficoltà, cresciute in un’epoca sbagliata per poter vivere serenamente il loro sentimento, intenso ma meno forte della paura, del senso di colpa e di inadeguatezza, del timore di dare “scandalo” o di deludere gli altri. E’ vero che non vi sono, apparentemente, grandi descrizioni psicologiche, ma le personalità dei due protagonisti – sempre secondo me – sono ben delineate attraverso il racconto, con semplicità ma in modo profondo. Nel momento in cui parla dei loro incontri - molto “fisici”, questo è vero, ma si intuisce che vi è un grande affetto e un forte sentimento (spesso irrazionale, non sempre basato su cose concrete), basta pensare alla sua durata e al suo alimentare se stesso pur senza vedere l’altra persona o averne notizie -, ma anche della loro vita l’uno senza l’altro, soprattutto di quella di Guido, essendo lui la voce narrante; quando racconta i suoi rapporti prima con la famiglia di origine, poi con Izumi e la bambina, poi all'università con Geena e gli allievi, quando descrive ogni momento della vita, se questo viene fatto con sensibilità e profondità per me è un ottimo modo di tratteggiare e di soffermarsi sui personaggi, e di raccontare la loro omosessualità così come l'autrice la immagina, talvolta prorompente, talvolta latente per via di eventi in quel momento predominanti rispetto ad essa.
Guido cresce completamente solo in mezzo a persone assenti e infelici; cresce con un amore sconfinato nei confronti di un essere problematico ed evanescente come la madre, un padre apparentemente indifferente e uno zio eccentrico e solitario. Costantino, più “fisico”, brusco, talvolta quasi rozzo e appartenente ad una famiglia semplice, rappresenta un’altra realtà, quella che Guido non ha mai conosciuto e che, forse inconsciamente, lo affascina.
In fin dei conti questo libro, secondo me, non è solo la storia di un amore gay ma è la storia di due solitudini, di due persone e dei loro mondi uniti e separati allo stesso tempo, è la storia di tante vite che si intrecciano a questi personaggi, di una spirale di infelicità che sembra avvolgere, quasi per forza di cose, chiunque prenda parte alla storia, escluso forse Giovanni, il figlio disabile di Costantino, che sembra non aver capito niente e aver capito tutto.
Dapprincipio sono rimasta contrariata dall’ultima parte, ho pensato che stonasse un po’, che ci fosse troppa carne al fuoco, e la penso così tuttora in parte, ma allo stesso tempo trovo che ogni cosa abbia un senso, e che abbia lo scopo di mettere in risalto la diversa reazione di Guido e Costantino. Non posso dire di più qui :mrgreen:

L’ultima cosa che volevo notare è che mi dispiace che si sottolinei il lato troglodita dell’Italia e in particolare del Sud, ma purtroppo qualcosa di vero c’è, anche se non è giusto generalizzare. Se la storia avesse avuto luogo sin dall'inizio a Londra forse sarebbe stata un’altra storia, e sarebbe stata credibile.
Ho letto vari commenti, anche qui, so di essere una voce fuori dal coro ma per me è davvero bello, è un libro ben scritto e che scuote dentro, che dispiace abbandonare anche se d’altro canto non si vede l’ora di finirlo.
 

isola74

Lonely member
copio dal GdL

Il libro mi è piaciuto. ..scritto in maniera molto scorrevole e con una storia interessante. ..
La storia d'amore mi ha appassionato e gli episodi di violenza mi hanno fatto star male. ..fino ad allora non avevo nemmeno pensato che fosse un amore "diverso "..ma la triste cronaca della realtà mi ha portato con i piedi per terra :-(
Però ritengo che verso la fine si sia un po' perso. Non mi è piaciuta molto la parte finale ambientata in comunità , con l'outing di Costantino che vuol far credere che tutta la storia con Guido era solo volontà di vendicarsi.
L'abuso dello zio è tremendo e - purtroppo - argomento quanto mai attuale e odioso, ma non so come si possa continuare in una cosa che ti fa tanto male solo per far male anche a un altro. Senza considerare che poi l'oggetto della vendetta era comunque innocente. ....
Sarò banalmente romantica. ..ma io penso che ci fosse amore davvero e che solo Guido sia riuscito ad accertarsi fino in fondo. ..seppure in ritardo.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Mi è piaciuto, ma mi ha lasciato un nonsocché di perplessità... Indubbiamente è ben scritto, stiamo parlando di una signora scrittrice, ma mi sembra infarinato di luoghi comuni... anche il rapporto tra Guido e Costantino, il modo in cui è trattato il tema dell'omosessualità in senso stretto non mi ha convinta fino in fondo... La storia, in ogni caso, è bella e vale la pena leggerlo. Il finale getta un'ombra di agghiacciante squallore su tutto il libro... la storia della comunità mi sembra una bella fregatura.
Voto: 3/5, accettabile ma non brillante.
 
V

Valentina992

Guest
Di Margaret Mazzantini ho letto: Non ti muovere, Venuto al Mondo, Splendore. Quest'ultimo non mi è dispiaciuto ma è stato quello che ho meno preferito dei tre. Stilisticamente la Mazzantini è una piacevole conferma, ergo adoro il suo modo di scrivere introspettivo, profondo e, perché no, con molte metafore; quello che non mi è piaciuto è stato lo sviluppo della storia. Almeno secondo me sarebbe stato più piacevole se i due protagonisti avessero continuato a vivere vicini, in modo da potersi meglio confrontare col contesto che li circonda; il fatto di separarli l'ho trovato una forzatura inutile per enfatizzare anche dove non ci vuole. In conclusione, è un buon libro ma c'è di meglio sia di scritto dalla Mazzantini e sia sul tema omosessualità (es. Beijing story di Tonghzi).
 
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