Riccarelli, Ugo - L'amore graffia il mondo

malafi

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È come se portasse il destino nel nome, Signorina: suo padre, capostazione in un piccolo paese di provincia, l'ha chiamata così ispirandosi al soprannome di una locomotiva di straordinaria eleganza. E creare eleganza, grazia, bellezza è il suo talento. Un giorno dal treno sbuca un omino con gli occhi a mandorla e, con pochi semplici gesti, crea un vestitino di carta per la sua bambola. L'omino scompare, ma le lascia un dono, un dono che lei scoprirà di possedere solo quando una sarta assisterà a una delle sue creazioni. Potrebbe essere l'atto di nascita di una grande stilista, ma ci sono il fascismo, la povertà e gli scontri in famiglia, le responsabilità, i divieti e poi la guerra... e Signorina poco a poco rinuncia a parti di se stessa, a desideri e aspirazioni, soffocando anche la propria femminilità, con una generosità istintiva e assoluta. E quando infine anche lei, quasi all'improvviso, si scopre donna e conosce l'amore, il sogno dura comunque troppo poco, sopraffatto da nuovi doveri e nuove fatiche, e dalla prova più difficile: un figlio nato troppo presto e nato malato, costretto a "succhiare aria" intorno a sé come un ciclista in salita. Nonostante i binari della ferrovia siano ormai lontani e la giovinezza lasci il posto a una maturità venata di nostalgia, ancora una volta Signorina sfodera il suo coraggio e la sua determinazione al bene e lotta per far nascere suo figlio una seconda volta, forte e capace di respirare da solo. Solo alla fine, nell'attimo esatto in cui la lotta cede il passo alla quiete, quel figlio nato due volte si renderà conto che l'amore coraggioso, quello di una donna e di una madre come Signorina, porta nel suo stesso corpo le ferite e i graffi del tempo... L'amore graffia il mondo è il ritratto appassionante di una donna più forte delle proprie fragilità e del vento della storia: una figura indimenticabile, unica, eppure sorella delle tante donne che ogni giorno come guerriere silenziose rinunciano a se stesse per abnegazione e per amore. Ma - come Il dolore perfetto, con cui Riccarelli ha vinto il premio Strega nel 2004 - questo romanzo è anche la saga di una grande famiglia, con una galleria di personaggi severi o meschini, inermi o tenaci che rimangono incisi nella memoria perché appartengono a un tempo perduto. È la storia dell'amore più assoluto e viscerale, quello tra madre e figlio, e della speranza più visionaria. Ed è la celebrazione della forza dell'immaginazione: quella di una donna capace di trarre un abito dalle pieghe di un foglio di carta, perché bastano pochi semplici gesti per vestire di bellezza il mondo.

Premio Campiello 2013 postumo (l'autore era morto poco più di un mese prima) questo libro ripropone il Riccarelli di Un Dolore Perfetto (dico questo senza aver letto quest'ultimo, anche se lo farò a breve).
E' un libro intenso, quasi opprimente nel suo incedere, e la prosa di Riccarelli mi sembra ben assecondare questo stato d'animo che pervade il libro.
E' allo stesso un romanzo di formazione della protagonista e di narrazione di una saga familiare dagli anni del fascismo ad un dopoguerra che si spinge, nelle sue parti finali in anni imprecisati che potrebbero essere intorno agli '80/90.
- Tratteggia bene la società italiana in un paesotto di provincia, soprattutto negli anni immediatamente precedenti ed immediatamente successivi alla 2° guerra mondiale.
- E', come ho letto altrove, un "monumento alle donne" che, attraverso le proprie rinunce ed il proprio amore, sconfiggono e superano le difficoltà (ma a che prezzo ....)
- E' soprattutto la sublimazione dell'amore materno, il sentimento più forte, vero e disinteressato che esista al mondo

Insomma ha tutti gli elementi per essere un bel libro (4/5 il mio voto): va solo superata la fatica iniziale per entrare in questa narrazione "pesante", a tratti lenta, pervasa di rimpianti, ma che sa scatenare forti emozioni.
 

Minerva6

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Ho apprezzato molto Il dolore perfetto (te lo consiglio), perciò ho messo questo in lista desideri :wink:.
 
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