bouvard
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Questo libro fa parte della Trilogia di Danzica e narra la storia di Joachim Mahlke, un ragazzino diverso dagli altri, non solo per la sua forte Fede nella Vergine (ma non in Dio), quanto soprattutto perché dotato di un particolare fisico che gli attira gli sguardi di tutti: un pomo d'Adamo, tanto grosso da sembrare un vispo ed agitato topo. Come già nel primo libro della Trilogia - Il tamburo di latta - anche in questo libro, Grass esprime le sue idee soprattutto tramite simboli. Il gatto, del titolo, rappresenta, infatti, la società, ed il suo tentativo di afferrare il topo (pomo d'Adamo) rappresenta il tentativo della massa di assimilare, fagocitare e annullare ogni elemento di diversità. Io penso che dietro la figura del gatto non si debba vedere genericamente la società, ma, specificatamente, la "società nazista" ed il suo tentativo di "annientare" l'individualità e a maggior ragione la diversità.
Forse proprio per sottolineare una sorta di legame, o di "continuazione" ideale con Il tamburo di latta, anche in questo libro compaiono simboli già presenti in quello, ad esempio le cipolle, che torneranno anche in altri libri di Grass, nonché un bambino che suona ossessivamente un tamburo di latta.
Il finale, devo dire, mi ha lasciata alquanto perplessa.
Forse proprio per sottolineare una sorta di legame, o di "continuazione" ideale con Il tamburo di latta, anche in questo libro compaiono simboli già presenti in quello, ad esempio le cipolle, che torneranno anche in altri libri di Grass, nonché un bambino che suona ossessivamente un tamburo di latta.
Il finale, devo dire, mi ha lasciata alquanto perplessa.
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