Nemirovsky, Irene - Il vino della solitudine

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"Il vino della solitudine" è il più autobiografico e il più personale dei romanzi di Irène Némirovsky: la quale, pochi giorni prima di essere arrestata, stilando l'elenco delle sue opere sul retro del quaderno di "Suite francese", accanto a questo titolo scriveva: "Di Irène Némirovsky per Irène Némirovsky". Il libro narra l'infelice rapporto tra una madre e una figlia, ma mentre nel precedente "Jezabel", la protagonista assoluta era una madre, qui la figura materna, assente e lontana, è in secondo piano, e la voce narrante del libro è quella di una figlia, Hélène, che detesta la madre con tutta se stessa, e aspetta il momento giusto per vendicarsi della sua freddezza. Ma questo momento arriverà insieme al tempo della trasformazione della ragazza in donna: che quando scopre in sé un germe della crudeltà materna, decide di voler gustare qualcosa di molto più inebriante della vendetta.


Nonostante l'abbia letto molto lentamente per i miei standard e nonostante non sia di certo il libro migliore dell'autrice, trovo che sia comunque molto delicato. Pienamente autobiografico, fa trasparire tutto ciò (o quasi) che la Nemirovski ha vissuto. Tra le righe si percepisce proprio la sofferenza, la mancanza di affetto, la solitudine di una bambina/ragazza cresciuta in una casa fredda, vuota, abitata da due genitori assenti ed egoisti dove "avarizia" è la parola d'ordine. Una bambina/ragazza che come unica guida e fonte d'affetto ha avuto solamente l'educatrice, Rose. Come sempre, la prosa della Némirovsky è delicata ma diretta. Con poche semplici parole fa capire i sentimenti più oscuri. Si ritrova anche qui il tema della vendetta e del disprezzo verso una madre assente, superficiale, ipocrita e cieca nei confronti della sua unica figlia. Non bastrebbero mille a parole a descrivere il ribrezzo che ho provato verso il suo personaggio. Ben delineati sono i caratteri e la psicologia dei personaggi. Come sempre, le descrizioni degli ambienti e delle situazioni sono impeccabili. La fine è stata a dir poco liberatoria, mi ha lasciato il sorriso sulle labbra! Sicuramente un buon libro, molto profondo e, dato il tema trattato, anche doloroso! Assolutamente consigliato!

Voto 4/5.

[Ho modificato il titolo, dato che non venivano riconosciuti gli accenti sulle e]
 
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