Nothomb, Amelie - Le Catilinarie

Denni

New member
"Una coppia di anziani coniugi , Emile e Juliette, decidono di ritirarsi in campagna per trascorrere gli ultimi anni della loro vita in una felice cornice bucolica. Ma i due vengono quotidianamente perseguitati da un vicino obeso e silenzioso, Palamede Bernardin, che tutti i pomeriggi va a trovarli invadendo, con la sua enorme mole, il loro salotto. Le cose si complicano ulteriormente quando a queste silenziose riunioni si unirà anche la moglie di Palamede, Bernadette, una creatura informe, totalmente inebetita dal grasso che l'avvolge. Fra l'ingombrante Palamede e la coppia di anziani coniugi si scatena una guerra senza parole. E' l'inizio della tragedia, con un finale carico di suspense. "

Primo libro che leggo della Nothomb, e ho avuto coma la sensazione di trovarmi davanti ad un romanzo che non è riuscito a diventare romanzo. Come se la Nothomb avesse costruito una casa che non si regge in piedi; l'idea era articolata ma non è riuscita a concretizzarsi pienamente. Ho trovato un pò irreale e fastidiosa l'opinione che il marito aveva della moglie, e anche le relative descrizioni. Descriverei "Le Catilinarie" un pò fragile , ma non brutto; è scorrevole e piacevole, forse un pò ripetitivo all'inizio, ma non eccessivamente. Per il resto alcune pagine le ho trovati interessanti, ho apprezzato il fatto che la scrittrice abbia deciso di fare dell'ingombrante figura di Palamede l'occasione per far capire ad Emilie, autorevole professore di latino, alcuni importanti lati di se stesso di cui non era a conoscenza. Se avesse insistito di più su questo punto e fosse andata più in profondità nella descrizione dei personaggi forse il romanzo mi sarebbe apparso meno debole. Ho avuto come la sensazione di trovarmi davanti a dei personaggi anch'essi poco intensi e profondi; la scrittrice non è andata in profondità e di conseguenza i suoi personaggi.Ma questa è una mia opinione ed impressione, forse era proprio l'intento della Nothomb quello di non addentrarsi troppo nelle profondità, riuscendo a disegnare una storia con pochi tratti.
Morale della favola vi consiglio comunque di leggerlo, è carino.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Il romanzo mi sembra essere la rappresentazione dell'impossibilità di un ritorno all'idilliaco amore infantile da parte di Emile e Juliette (che stanno insieme da bambini). Anche questa casa, mitica e isolata, in campagna e vicina alla riva di un fiume che segna il confine fisico e simbolico con i vicini Palamede e Bernadette, è davvero il luogo in cui riscoprire la pienezza della vita di coppia oppure è un sogno illusorio? Palamede mette in crisi le convinzioni radicate di Emile che nel corso della storia scopre lati inaspettati di se stesso e inconfessabili. Un romanzo che mi ha posto diversi interrogativi, quando c'è vera cortesia e quando invece dietro un'apparente cortesia si cela una commedia, prodotto di un'educazione ricevuta difficile da mettere in discussione? Una vita vissuta senza provare nessun tipo di desiderio è sopportabile? La soluzione finale scelta dal professore è il risultato dell'asfissia psichica provocata dalla massiccia presenza del medico. Il gas è l'elemento simbolico di Palamede, l'elemento irrespirabile del romanzo. La coppia Palamede e Bernadette sono il rovescio della coppia Emile e Juliette, il loro aspetto grottesco. Tuttavia alla fine ho disprezzato Emile e ho avuto compassione per Palamede. L'autrice utilizza l'ironia e l'assurdo per porre il lettore di fronte a se stesso, al suo lato più oscuro.
 

MonicaSo

Well-known member
Alla fine il personaggio che mi è piaciuto di più, che mi ha colpita e intenerita è stato Palamede... prigioniero della sua stessa vita, non sappiamo se scelta o subita.
I due coniugi, nella conoscenza con i vicini, crescono, finalmente... arrivano che sono due bambini egocentrici e alla fine sono adulti accudenti.
Quasi non mi sembra un romanzo alla Nothomb... non ho avuto la solita sensazione di dovermi stupire a ogni costo... in alcuni momenti ho provato ansia, poi rabbia, poi compassione... e alla fine posso dire che mi è piaciuto molto.
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Come gli altri libri della Nothomb, Le catilinarie tocca diversi temi, ma è una toccata e fuga, senza approfondire nulla in particolare.

Quello che però fra tutti risalta di più, per me, è il diritto a morire, anche se non viene chiaramente espresso. Il personaggio di Palamede è a volte comico, a volte ci suscita reazioni negative, poi verso la fine, mentre Emile inizia a capirlo di più, anche noi iniziamo a capirlo e a vederlo diversamente. È una persona complessa che ha perso il contatto con la vita, non sappiamo come e perché (come sempre l'autrice non si dilunga molto nei particolari, ed è un peccato), e che si ritrova rinchiuso in un'esistenza che non ha più alcun senso per lui. Ecco allora che l'arrivo di due nuovi vicini (dopo che tanti altri, negli anni, saranno fuggiti davanti alla sua stranezza) lo spinge a tentare per l'ennesima volta di provare a comunicare, a esistere, a dare un briciolo di senso alla sua vita, a riempire di qualcosa (fosse anche il disprezzo dei suoi vicini) il vuoto che ha dentro.
Certo, a posteriori Emile e la moglie si sarebbero comportati diversamente. Ma non li si può rimproverare per non aver capito, né si può rimproverare Palamede per non aver saputo essere migliore, spiegarsi di più.

Non mi è piaciuto invece il modo in cui ha descritto fisicamente Palamede e soprattutto la moglie. Penso che sia nel suo stile, ma mi ha un po' disturbato questa cosa, anche se le parole sono sempre in bocca ad Emile, quindi è un po' il suo punto di vista piuttosto che quello dell'autrice.
Interessante invece la riflessione finale di Emile sul fatto che arrivando in quella casa per la prima volta sapeva chi era, ma alla fine si trova costretto a dire: "Non so più niente di me stesso", e questo mi riporta all'inizio della storia:

Non sappiamo niente di noi. Ci crediamo abituati ad essere noi stessi. È il contrario. Più gli anni passano e meno capiamo chi sia la persona nel nome della quale agiamo e parliamo.
Anche qui sarebbe stato bello se l'autrice si fosse spesa un po' di più per chiarire il suo punto di vista, ma come sempre lei lancia le sue domande e sta a noi poi raccoglierle ed eventualmente provare a rispondere.
Come sempre i suoi romanzi sono brevi e concisi, e per quelli più surreali è un'ottima scelta, ma per quelli più realistici sarebbe bello poter capire meglio i personaggi e la loro storia, cosa li ha portati ad essere quello che sono, quali sono le loro motivazioni, e via dicendo.

Voto: 3,5 stelle su 5
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
"Le catilinarie" è il terzo romanzo che leggo di quest'autrice così stimolante, ma è anche quello che mi piaciuto meno. Perché? È presto detto: mi ha colpito, stupito, tramortito di meno! L'approfondimento psicologico c'è, è sottile, ma non è così pregnante come negli altri romanzi che ho letto. I personaggi sono interessanti, ma non così tanto… per non dire che a parte la povera Bernadette, non salverei nessuno. Nessuno è esente da colpe, leggerezze, difetti, pusillanimità. La Nothomb è sempre la Nothomb, questo ormai l'abbiamo appurato, però ho preferito altre sue storie.
 
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