Zweig, Stefan - Mendel dei libri

bouvard

Well-known member
“Trentatrè anni prima, ragazzetto piccolo e ingobbito, con le guance ancora coperte di morbida lanugine nera e fitti riccioletti sulla fronte, era arrivato a Vienna per studiare da rabbino; ma ben presto aveva abbandonato quel severo Dio unico che era Yahveh per consacrarsi al rutilante e sfaccettato politeismo dei libri”.

Questo è Jacob Mendel, un uomo che nella vita ha una sola passione: i libri. Non gli interessa, però, leggerli, ma solo conoscere l’esistenza di ogni libro che viene stampato, sapere quante copie ne esistano, dove si trovano, in che stato sono, quanto costano, come reperirle. Insomma Mendel sarebbe un bibliotecario ideale. Ha una memoria prodigiosa e non esiste libro di cui lui non conosca l’esistenza. Perciò nel suo “ufficio”, il caffè Gluck di Vienna, riceve studiosi, appassionati, collezionisti, uomini le cui richieste presso tutti i bibliotecari “ufficiali” sono rimaste senza risposte e che in pochi minuti da lui la ricevono. Questo alimenta l’unico peccato di cui Mendel sembra soffrire: la vanità.
La passione di Mendel per i libri è una passione totalizzante, esclusiva, che lo assorbe completamente, tanto da farlo vivere fuori dal tempo e dalla realtà, infatti neppure si accorge che intorno a lui è scoppiata la prima guerra mondiale. Mendel continua, perciò, a scrivere le sue lettere per ricevere informazioni su libri ai suoi amici francesi ed inglesi, senza sapere che quegli amici adesso sono dei nemici e lui non dovrebbe avere alcun rapporto con loro.
Quest’uomo pacifico, tranquillo, che vive solo per i libri e non conosce alcun limite geografico, perché i libri non conoscono questi limiti, che non conosce la parola “nemico” perché nel suo mondo non c’è posto per una simile parola, quando si trova di fronte alle brutture che gli uomini sono capaci di compiere in guerra ne viene psicologicamente annientato.
Considerato che sono solo 53 pagine e che si trova facilmente anche in ebook, consiglio a tutti quelli che amano i libri di leggersi questo racconto, perché in fondo in Jacob Mendel c’è un po’ di tutti noi.
 
G

giovaneholden

Guest
Bellissimo questo racconto di Zweig. Mendel gran personaggio.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Conosco Zweig: è una meraviglia.
Ma non conoscevo Mendel: grazie, so già a chi regalarlo per poi scroccarglielo.
 

Monica

Active member
Ho appena terminato di leggerlo per la sfida "allarga orizzonti" e ne sono rimasta commossa.Con quanto amore e nostalgia Zweig parla di un mondo che le guerre del 900 hanno spazzato via.Sembra di vederlo,Jakob Mendel,questo piccolo uomo con una memoria prodigiosa,chino sul suo tavolo al caffè Gluk,immerso nel suo fantastico mondo dei libri:)

"Solo adesso(dice il protagonista),anch'io più in là con gli anni,capivo quale grande perdita sia la scomparsa di uomini simili.Innanzitutto perché l'unicità diventa ogni giorno più preziosa in questo nostro mondo che irrimediabilmente va facendosi sempre più uniforme.E poi perché grazie a lui mi ero avvicinato per la prima volta al grande mistero,cioè al fatto che,se mai nella nostra esistenza riusciamo ad attingere qualcosa di speciale ciò accade solo al prezzo di una particolare concentrazione"


Un libro che è una dichiarazione d'amore alla letteratura, attraverso Mendel, che con la sua incredibile memoria ,vuole mettere in salvo i libri dalla follia umana della guerra che di lì a poco avrebbe travolto anche lui.
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
Se devo essere sincera, questo libro non mi è piaciuto. :OO

Si merita la sufficienza solo perchè è scritto con una bella prosa. Per il resto mi ha lasciata un po' perplessa: è troppo corto, finisce subito, gli mancava qualcosa, probabilmente qualche pagina in più! Peccato!
 

ila78

Well-known member
Bello e infinitamente triste, bello perchè come ha scritto qualcuno più sopra in ognuno di noi c'è un po' di Mendel e triste perchè ti fa riflettere su quanto la guerra e tutti gli orrori che che ne conseguono si portino via in termini di "potenziale umano" e di genialità. Quanti Jacob Mendel hanno fatto fuori due guerre Mondiali? Non lo sapremo mai ma è tristissimo pensarci.
Splendido personaggio anche la custode dei bagni del caffé Gluck, persona "semplice" ma di un'umanità straordinaria.
E' il mio secondo approccio con Zweig che non mi ha delusa, proseguo con Amok. :wink:
 

Dwayne

New member
Interessante

Ne parlate tutti così bene, mi sa tanto che gli darò un occhiata.
 
Ultima modifica di un moderatore:

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Ne parlate tutti così bene, mi sa tanto che gli darò un occhiata. Dalla mia invece recentemente ho trovato un ebook di racconti molto interessante; il libro lo trovate su Amazon kindle store dovete scrivere Racconti l'autore è Francesco Capozzi costa 3.99 Euro. Dategli un occhio l'autore è emergente e chissà se riuscirà a sorprenderci :)

ti avverto di non usare più i post per promozioni di altri libri, sono costretta a cancellare il post per la parte promozionale
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Racconto, assurto alla dignità di romanzo breve per motivi editoriali, anche il formato è minimo, mentre lo leggi pensi quanto sia piccolo quel libriccino che parla di una persona che conosce la pubblicazione di tutti i libri del mondo, un computer ante littteram, un Pico della Mirandola, forse una persona affetta da Sindrome da Asperger. Io non amo particolarmente la scrittura degli autori della mitteleuropa, forse perché faccio parte di questo mondo e lo comparo a volte ad una sorte di accettazione del proprio stato "particulare" da rasentare il fatalismo. Lo scrittore austriaco ha una bellissima prosa, attento al particolare, maniacale come il suo personaggio. Mendel pottrebbe essere uno dei tantissimi anziani colti a dismisura che popolano questa ia terra, ma soli, per volere loro e non del destino, perché talmente presi da se stessi e dalle proprie passioni da dimenticarsi che esistono gli altri.
 

Spilla

Well-known member
Racconto bellissimo, molto curato nella scrittura, evocativo e struggente.
Tuttavia un po' sono d'accordo con Betty: sembra uno stralcio, più che un testo compiuto; se avessi avuto in mano il libro (anziché l'ereader...) me lo sarei rigirato tra le emani per cercare il seguito :?
Zweig è un nuovo incontro per me, una conoscenza che sono felicissima d'aver fatto. Chi scrive così, merita di essere letto :)
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Bouvard ci ha aperto la strada per conoscere questo indimenticabile personaggio che resterà nel cuore di noi amanti dei libri... lo abbiamo invidiato con affetto per la sua memoria e abbiamo sofferto con lui per la tragica fine che la guerra gli riserverà. Infatti nonostante lui si sia isolato in un mondo a parte, fatto solo di libri, non riesce ad evitare che il destino lo travolga e lo renda una pedina manipolabile da chi non ha il rispetto per il suo prossimo.
Ho sentito molto vicina la parte inziale sulla memoria e sui ricordi del personaggio che rievoca la storia di Mendel.
La sua brevità a me non è dispiaciuta affatto, lo stile intenso con cui è narrato mi è bastato :wink:.
 

Jessamine

Well-known member
Una piccolissima perla. È una definizione banale, d'accordo, ma non saprei come altro definire questo brevissimo racconto.
Non avevo mai letto Zweig, e credo non avrei potuto iniziare a farlo con un'opera migliore: è il racconto perfetto per restare completamente affascinati da un nuovo autore. La scrittura di Zweig è estremamente fluida e ricca, coinvolge tanto da far dimenticare la parola scritta e dipingere nella mente del lettore immagini vividissime. Mi sono veramente bastate pochissime righe per ritrovarmi a fissare incuriosita il tavolino di marmo del Caffé Gluck, rapita dal ricordo del protagonista e dalla figura di Mendel. Sicuramente Mendel, piccolo rigattiere di Vienna, con la sua straordinaria memoria per tutto ciò che rguarda i libri e il suo modo di leggere assoluto, totale, dondolando davanti alle pagine dei libri, entrerà nel cuore di qualsiasi appassionato lettore. Ma accanto alla simpatia per questo buffo omino che conosce a memoria il catalogo di qualsiasi libreria e biblioteca si fa strada una tenerezza per la sua ingenuità che si fa via via struggente mano a mano che la Storia si apre un varco nella vita di Mendel.
Sul finire, il racconto della "signora della Toilette" non può che stringere un nodo nella gola del lettore.
Un racconto particolarissimo, un protagonista particolarissimo, maniacale, con qualche tratto che, chissà, sembra quasi ricordare l'autismo, ma che finisce per emozionare immensamente.
 

Nefertari

Active member
Una piccolissima perla. È una definizione banale, d'accordo, ma non saprei come altro definire questo brevissimo racconto.
Non avevo mai letto Zweig, e credo non avrei potuto iniziare a farlo con un'opera migliore: è il racconto perfetto per restare completamente affascinati da un nuovo autore. La scrittura di Zweig è estremamente fluida e ricca, coinvolge tanto da far dimenticare la parola scritta e dipingere nella mente del lettore immagini vividissime. Mi sono veramente bastate pochissime righe per ritrovarmi a fissare incuriosita il tavolino di marmo del Caffé Gluck, rapita dal ricordo del protagonista e dalla figura di Mendel. Sicuramente Mendel, piccolo rigattiere di Vienna, con la sua straordinaria memoria per tutto ciò che rguarda i libri e il suo modo di leggere assoluto, totale, dondolando davanti alle pagine dei libri, entrerà nel cuore di qualsiasi appassionato lettore. Ma accanto alla simpatia per questo buffo omino che conosce a memoria il catalogo di qualsiasi libreria e biblioteca si fa strada una tenerezza per la sua ingenuità che si fa via via struggente mano a mano che la Storia si apre un varco nella vita di Mendel.
Sul finire, il racconto della "signora della Toilette" non può che stringere un nodo nella gola del lettore.
Un racconto particolarissimo, un protagonista particolarissimo, maniacale, con qualche tratto che, chissà, sembra quasi ricordare l'autismo, ma che finisce per emozionare immensamente.



Ho appena terminato questo racconto, non avevo mai letto nulla di Zweig e devo dire che nella recensione di Jessamine ho ritrovato tutte le sensazioni che mi ha suscitato. Condivido in pieno il suo pensiero
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Il mio approccio con Zweig è stato un po’ particolare: lasciata piuttosto tiepida dalla lettura del tanto osannato Novella degli scacchi (bel racconto, per carità, ma la scintilla non è scoccata) sono stata poi letteralmente conquistata da Amok, che resta a tutt’oggi la mia opera preferita.
Da quel momento, comunque, ho capito che Zweig e io saremmo andati d’accordo e così ho letto (anzi, ascoltato) una raccolta di racconti intitolata Paura dal titolo del più lungo di questi e che comprende anche: Un episodio sul lago di Ginevra, Mendel il bibliofilo, La collezione inesistente e La conoscenza di un mestiere. Decido però di lasciare il mio commento qui per un motivo molto semplice: quasi tutti i racconti, a eccezione proprio di Paura e di La conoscenza di un mestiere (che quindi non commenterò), hanno qualcosa in comune che mi ha colpito.

Brevissima carrellata sulle trame dei restanti tre:

Un episodio sul lago di Ginevra – un naufrago è tratto in salvo dalle acque del lago di Ginevra: si tratta di un povero contadino russo chiamato alle armi durante la prima guerra mondiale che, ferito convalescente, fugge dalla Francia dove era in servizio per cercare di tornare a “casa”, in Russia. Ignorante, candido dome un bambino, il povero disertore non si rende conto di cosa significhino le frontiere durante una guerra e del perchè egli non possa semplicemente raggiungere i suoi cari.

Mendel il bibliofilo – un uomo con una memoria enciclopedica, un "titano della memoria", ma per il resto totalmente estraneo alla realtà, alle logiche del mondo e tanto meno quindi a quelle belliche. Per quanto lui continui a vivere avulso da tutto ciò che lo circonda anche in piena guerra, sarà tuttavia costretto a fare i conti con queste logiche e con chi non si capacita del suo non farne parte.

La collezione inesistente – un mercante d’arte in difficoltà economica a causa della passata guerra va in cerca di un famoso collezionista sperando di poter concludere con lui qualche buon affare. Scoprirà che l’anziano amatore è divenuto cieco e così non si è reso conto che gran parte della sua collezione è stata venduta dai suoi cari per poter garantire la sopravvivenza alla famiglia.

Le figure dell’inconsapevole disertore russo, del bibliofilo che sa memoria tutto ciò che riguarda l'oggetto libro (autori, uscite, edizioni e riedizioni, riferimenti bibliografici ecc.), l’ex collezionista ormai estraneo al dramma della famiglia che non ha più soldi per tirare avanti ed è convinto di possedere ancora tesori preziosi per bellezza e valore economico... a ben vedere tutti questi personaggi altro non sono che dei disadattati, sono insieme commoventi e ridicoli... semplicemente, non fanno parte del mondo. La loro eccezionalità risiede proprio nel non condividere i valori e le preoccupazioni di chi li circonda. Pensiamo a Mendel: un’enciclopedia vivente... ma li amava davvero i libri, per come lo intendiamo noi? Ne conosceva e apprezzava il significato, il messaggio intrinseco? Il narratore sembra escluderlo, tutto ciò che lo interessava sembrano essere i nomi e le date, eppure non per questo la sua figura ci emoziona di meno, anzi...
Zweig ha scelto una categoria speciale di “ultimi” e sono uomini troppo puri, troppo semplici per potersi adattare al mondo. Bello, bello, bello.

PS Per chiunque di voi abbia amato Jacob Mendel, non perdetevi (se li trovate) questi altri raccontini di cui vi ho parlato, valgono davvero la pena. In particolare il primo, Un episodio sul lago di Ginevra, è talmente breve che il suo ascolto dura un quarto d'ora, ma... è di una bellezza commovente.
 
Ultima modifica:
Alto